Guido Amoretti: il suo amore per l’Assietta

Una vita dedicata alla cultura storico-militare del Piemonte

La storia degli eventi militari del 1747 al colle dell’Assietta sono noti e reperibili in diversi testi accessibili per la consultazione.

La Legge regionale n. 15 del 4 agosto 2022,  cita l’art1 comma 3: " ... (omissis) è istituita la  Festa del Piemonte - Festa dël Piemont, che ricorre il 19 luglio di ogni anno."

Tuttavia ci sorprende che il comma suddetto non leghi la data del 19 luglio esplicitamente alla battaglia dell’Assietta e che scompaia il vincolo di rievocarla al colle, ove è stata combattuta. Quanto sopra ci sembra una forte contraddizione alla tradizione pluriennale della originale Festa dël Piemont, dove Festa dël Piemont e Battaglia dell’Assetta erano legate già dal 1968.

Tuttavia se questo importante evento oggi è stato “istituzionalizzato” lo dobbiamo, per l’onore del vero, innanzitutto alla determinazione e alle iniziative di un tenace gruppo di cultori delle tradizioni piemontesi, a cui si è associato, con dedizione e competenza storico-militare, il gen. Guido Amoretti, lo scopritore della “Scala di Pietro Micca” e conservatore dell’omonimo Museo, fino alla sua morte nel 2008.

Ignorare questo fondamentale periodo di attività storico-culturale e di testimonianze rievocative sul territorio, che sono stati  momenti “anticipatori” della nuova edizione della Festa del Piemonte, significa mortificare ingiustamente il lavoro pionieristico di tante persone degne di riconoscimento, di gratitudine e di citazione.

Un “ritardo legislativo” che evidenzia come la valorizzazione della “storia e cultura piemontese” sia spesso stata una opzione marginale, se non un fardello fastidioso, da parte di tutto lo schieramento politico, che si è alternato al governo fino alla suddetta data.

In merito abbiamo voluto intervistare la figlia del generale Guido Amoretti, la prof.ssa Carla, che ci ha messo a disposizione la documentazione cronistorica che testimonia il percorso operativo di suo padre, per la rievocazione dell’Assietta. Le attività del suddetto sono iniziate nel 1960, proseguite nel 1976 con la prima rievocazione della battaglia e continuate fino alla sua morte nel 2008.

La ricca e rara documentazione, disponibile per eventuali consultazioni di studiosi, fa emergere la partecipazione di associazioni, di cultori di storia e delle tradizioni, nonché i “momenti salienti” della ricorrenza annuale della Battaglia dell’Assietta, fulcro della Festa del Piemonte. Oggi purtroppo la parola "Assietta" non compare nella legge regionale.

Consigliamo una attenta lettura dell’intervista che segue, in quanto “narrazione” unica, supportata da una documentazione inconfutabile.

Buona lettura  e riflessione.  (m. b.)

 

Intervista alla prof.ssa Carla Amoretti

 

La festa del Piemonte, nata nel 1968 e il colle dell’Assietta erano indissolubilmente legati tra loro.

 La Festa del Piemonte veniva organizzata in modo itinerante sul territorio della Regione, nei diversi mesi dell'anno, ma la manifestazione centrale della festa era sempre, a metà luglio, al colle dell’Assietta (a 2600 metri, tra la Val Susa e la Val Chisone) richiamandosi alla Battaglia, qui combattuta il 19 luglio 1747.

Ad oggi sono trascorsi 55 anni dal 1968. Dai documenti d’archivio, emerge che, per la gestione della manifestazione, operarono nel tempo, personaggi e gruppi promotori diversi, che avevano di volta in volta lasciato la loro impronta.

La mia ricerca nella ricca documentazione, raccolta da Guido Amoretti sull’evento, conservata ora nell’omonimo Archivio, evidenzia un suo percorso personale di grande interesse per quel campo di battaglia, dove rifulse la “butta” dei granatieri. Quì più ardua e cruenta fu la difesa degli austro-piemontesi, determinati a fermare l’avanzata della straripante armata francese al comando del Chevalier de Belle-Isle. La formazione militare di mio padre, gli faceva percorrere  una sua strada autonoma, suggerita dalla consultazione di antichi documenti e indirizzata a ricostruire sul territorio la realtà storica dell’evento.

Nello stesso tempo la Festa del Piemonte era guidata da altri gruppi, indirizzati a valorizzare anche elementi didattici, folkloristici e della tradizione.

Per comprendere i contributi di mio padre alla Festa dell’Assietta, seguiamolo nello svolgersi degli anni, con documenti di archivio alla mano.

Il 1960 fu importante per quel giovane capitano Guido Amoretti. Erano già iniziati i lavori per la creazione del Museo Pietro Micca, inaugurato il 14 maggio 1961. Ne fu nominato Direttore, in seguito alla scoperta della Scala di Pietro Micca e alla sua opera di salvaguardia. Nel primo “quadernone“ di documentazione dell’Assietta, con data 1960, troviamo un testo di una conferenza tenuta da lui al colle e 2 fotografie, in cui si notano il medagliere dell’Associazione Nazionale Granatieri di Sardegna e il labaro dell’Associazione Granatieri di Torino, oltre che militari in divisa storica.

L’archivio storico de La Stampa fornisce dettagliate notizie su tale cerimonia, (Stampa Sera 01/08/1960 - numero 183 pagina 7)

“….lunghissima autocolonna partita da Fenestrelle verso le ore 10 e giunta sul luogo della battaglia poco dopo le 11. Qui, dopo la celebrazione dl una Messa al campo, officiata dal cappellano militare capo don Giuseppe Rossi, il sottosegretario alla Difesa, on. Bovetti, ha rievocato le varie fasi del glorioso fatto d'armi. Prestavano servizio di onore picchetti di granatieri nelle antiche divise e la banda militare del 52° reggimento fanteria “Alpi”…. ».

Esaminando le due foto riscontriamo che la celebrazione della funzione religiosa e la relativa cerimonia commemorativa, non furono officiate sul colle, ove non esistevano i due edifici che vediamo sullo sfondo, ma molto probabilmente erano al Pian dell’Alpe.

Sempre dal “quadernone”, relativo all’Assietta, estate 1960, troviamo fotografie di famiglia con i figli Oreste e Carla, ripresi al monumento (eretto dal CAI nel 1882)

e fotografie panoramiche, utilizzate per illustrare i trinceramenti, nella conferenza sopra citata.

 

Arriviamo al 1964, anno in cui, a fianco del Museo Pietro Micca aveva creato l’omonima Associazione Amici, con personaggi di rilievo della società civile e militare. Era nata a sostegno al museo, e si proponeva di tenere conferenze e visite storico culturali. Per ben due anni consecutivi (1967 e 1968) fu organizzato un “tour” al colle dell’Assietta.

Ancor oggi emoziona vedere l’impegno con cui

 

allora venne distesa, nei pressi dell’obelisco, la bandiera con i gigli di Francia. Fu un gesto di riconciliazione ed onore dei tantissimi caduti nel 1747 degli eserciti di Luigi XV, figlio del delfino Luigi di Borgogna e di Maria Adelaide di Savoia, primogenita di Vittorio Amedeo II.

Ricordiamo che il 1968 è la data della nascita della “Festa dël Piemont”, voluta dei Brandè biellesi.

Nel 1973 e 1974 il percorso di Guido Amoretti e quello della Festa del Piemonte, sino ad allora separati, si erano avvicinati. L’occasione era stata la partecipazione a Lanzo ed ad Alpette, di quattro figuranti in divisa settecentesca di quel gruppo storico, che stava muovendo i primi passi. La data ufficiale di creazione, con il nome Gruppo Storico Pietro Micca, è stata nel 1974.

Fu nel 1976 che Censin Pich dei Brandè, coinvolse al Colle dell’Assietta l’amico Guido ed il Gruppo storico Pietro Micca, ormai arrivato a 28 elementi.

 

La documentazione, reperita nell’Archivio Amoretti, è molto dettagliata: ci sono i progetti di mio padre, manoscritti, poi dattiloscritti di quella che è stata la sceneggiatura della prima rievocazione storica al Colle. Aveva consultato antichi libri per stendere la scaletta dell'evento, il quale seguiva fedelmente le varie fasi dello scontro avvenuto alla “Butta”, la cosiddetta ridotta dei Granatieri.

Con le competenze acquisite dalla sua formazione militare e dagli studi sull’ ”art de la guerre”, uniti alla sua abilità nel raccontare ed emozionare, proponeva una nuova modalità di rendere la “storia vivente”, nei luoghi stessi ove la battaglia era avvenuta. Per il rispetto che egli portava a tutti i caduti, il suo progetto terminava con l’arrivo di un alfiere francese, che procedendo sino ai parapetti della ridotta, riceveva a titolo di rinnovata amicizia, il “saluto alle armi” dei nemici del tempo.

Da quel momento Guido Amoretti partecipò al Comità permanent dla Festa dël Piemont al còl ëd l’Assieta.  

Un fatto mi ha colpito studiando i materiali: giornali e foto d’archivio sono discordanti per gli anni ottanta. In archivio esistono foto di due rievocazioni storiche al Colle dell’Assietta, 1982 e 1987, ma stranamente non erano state  citate da La Stampa.  Tale scelta era finalizzata a privilegiare la parte folkloristica, che in quegli anni era gestita da Andrea Flamini, presidente dell'Associassion Piemontèisa e popolare maschera carnevalesca di Gianduia.   

Le informazioni della carta stampata e dell'archivio di mio padre corrispondono a partire dagli anni novanta, in cui il Gruppo Storico Pietro Micca riprendeva, con continuità e risalto pubblico, a rievocare la battaglia sui luoghi ove avvenne lo scontro. 

Importante fu l’amicizia con Ernesto Chiappa, studioso delle uniformi piemontesi-sarde che fece da consulente per adattare l’abbigliamento militare del 1706 (guerra di Successione di Spagna) al 1747 (guerra di Successione d’Austria)

 

Mio padre cercò anche  spartiti musicali scritti per l’Assietta. In Archivio è presente una “Marcia guerriera”, scritta da Damiani nel 1906 e dedicata al  tenente generale Giovanni Battista Cacherano di Bricherasio, Comandante delle truppe Piemontesi e alleate all’Assietta.

Il 22 gennaio 1993 il “Comità permanent dla Festa dël Piemont al còl ëd l’Assieta“ si trasformeva nell’ “Associazione Festa dël Piemont al còl ëd l’Assieta”, di cui il Generale G. Amoretti fu uno dei sei soci fondatori, assieme a Eugenio Tenivella, Mario Maina, Vincenzo Pich, Dino Vancalvi, Secondo Fiora.

Nel 1995 la Regione Piemonte gli diede l’incarico di creare Il Centro Studi e Ricerche storiche sull'Architettura Militare del Piemonte (CESRAM), nominandolo Presidente, affiancato da un C.d.A. di 19 esperti.

Come presidente del Cesram, l’interesse di Guido Amoretti per l’Assietta si concretizzò in un progetto ad ampio respiro iniziato già nel 1995-96 con nuovi studi e che doveva trovare l’epilogo pubblico nel 1997, per i duecento cinquant’anni della battaglia.

Tutti i risultati ottenuti, in collaborazione con il Politecnico ed esperti del settore, scaturivano dall’intreccio dei dati provenienti dalle indagini sul terreno, dalla documentazione da Archivio e dal rilievo archeologico. Questi importanti studi vennero resi noti con la pubblicazione del libro “I trinceramenti dell’Assietta 1747-1997” e con una mostra (aperta al pubblico tra 20 giugno e il 6 luglio 1997).

Nella mostra erano esposti una quarantina di pezzi pregiatissimi, per lo più mai visti prima, imprestati da collezioni o originali ritrovati, come il quadro, appartenuto al casato dei Bricherasio, che mio padre rinvenne nel Castello di Fubine. Rimaneva aperto il dubbio se fosse una copia del quadro esposto a Palazzo Reale, commissionato dal Duca Carlo Emanuele III al De La Peigne, oppure l’originale, di proprietà del Bricherasio, a cui il de Le Peigne si ispirò.

 

 

 

 

Per l’esposizione in mostra fece fare due plastici relativi ai trinceramenti e alla "Butta"  e due grandi stele in pietra di Luserna: la prima rappresentante una carta dei trinceramenti e la seconda dedicata al Chevalier de Belle-Isle.  Queste opere lapidee furono poi portate in elicottero ed installate sul colle dell’Assietta. “Piemontesi, francesi, austriaci e svizzeri insieme per il 250° anniversario della battaglia. In cinquemila sui colle dell’Assietta”(La Stampa -luglio 1997).

 Le iniziative di Guido Amoretti per quel Colle, che tanto amò, ebbero quindi piena attenzione dei media e la partecipazione di moltissimo pubblico. Domenico Carpanini, vice-sindaco di Torino, fu presente alla cerimonia, per testimoniare la stima e l’affetto che provava per mio padre. Da quel momento, tra i due, nacque una sincera e profonda amicizia.

In Archivio Amoretti, nei faldoni riguardanti l’Assietta, vi sono numerosi discorsi da lui tenuti in tanti anni, sia alla “Butta”, sia all’altare, costruito nel valloncello ove venivano portati i feriti piemontesi e imperiali, durante la battaglia. Molti discorsi spiegavano gli eventi bellici che lassù nel 1747 si erano combattuti. Nel 2001 fece anche il parallelo al 1940 quando un corpo di Savoiardi difese la «reduite ruinée», contro gli attacchi Italiani che volevano forzare il colle del San Bernardo. Terminava questo racconto con una considerazione: “Pochi testardi Savoiardi avevano bloccato l’avanzata… Ottant’anni prima quei montanari della Tarantasia sarebbero stati NOSTRI e non “Chasseurs des Alpes.”

Anche per Guido Amoretti gli anni avanzavano; nel 2000 compiva 80 anni.

La Stampa del 17/07/2000 -  All'Assietta l'addio di Amoretti “Il generale è l’anima della festa per la vittoria dei piemontesi nel 1747 ... «Difficilmente sarò qui il prossimo anno»”.

Invece continuò ad essere presente sino al 2007, arrivando sempre con il Gruppo Storico Pietro Micca, per continuare il suo racconto di “Storia vivente”.

Già ai primi di agosto 2007 si manifestarono i segni di quella malattia che lo avrebbe portato via il 14 luglio 2008, poco prima della rievocazione all’Assietta. Sognava di poter ancora partecipare in quanto aveva dettato una bozza di discorso che intendeva fare:

“ … L’immenso odore si spargeva funereo sulla Butta Superiore, esattamente dove qui ci troviamo ed era mescolato alle grida ed ai lamenti dei feriti abbandonati sull’esterno delle pietrate.

Una drammatica notte davvero, in cui si mescolavano le voci di tanti feriti francesi che i loro generali udivano e dai quali era difficile sottrarsi.

La frescura di quella notte non riusciva a sopire le esclamazioni e le preghiere dei feriti, tra i quali si muovevano con rischio, nell’oscurità, centinaia di soldati nostri, protesi a raccogliere tra i corpi dei morti e dei feriti, oggetti ed armi di valore.

Le grida per la richiesta dell’acqua erano le più dominanti.

Ai superstiti dei granatieri del Battaglione delle Guardie si erano uniti quelli del Battaglione Ungherese Forgatc e del Battaglione Hagenbach. Pochissimi altri furono invece coloro degli altri corpi non granatieri. L’orrore di una simile notte non poteva non impregnare una gran parte degli altri soggetti…".

In questo ultimo suo pensiero all’Assietta percepiva i momenti più terrificanti della battaglia, i momenti che gli riportavano alla mente quello che lui stava vivendo. Mi aveva chiesto di portargli in ospedale una copia del libro “I trinceramenti dell’Assietta", che consultò il giorno prima di morire.

Quando il 14 luglio 2008,... seduta accanto al suo letto gli chiesi se avesse fatto la ricerca per completare il testo che mi aveva dettato... mi rispose "fatto"… Non capii subito, ma compresi quella parola “fatto” quando successivamente con emozione trovai nelle pagine del libro il tovagliolino di carta che vi aveva messo come segnalibro … ripensandoci ora... forse è l'ultima parola che ha pronunciato...

Non era senza paura, ma era con coraggio che si accingeva ad affrontare l’ultimo tratto della sua vita. L’animo forgiato dalla formazione famigliare e militare, uniti ad una grande sensibilità, gli hanno concesso di essere consapevole di quello che gli stava accadendo e di affrontarlo con la stessa dignità e forza degli uomini della sua terra, di questa terra, di questa battaglia.

Questa carrellata di ricordi permette di comprendere come i contributi di Guido Amoretti, con i suoi studi e iniziative per l’Assietta, siano stati importanti per la Festa del Piemonte.  Il suo intento di studioso della storia e dell’arte militare, era di avvicinarsi ad una verità storica, che si differenziava dalle iniziative impregnate di folclore, portate avanti da altri gruppi promotori, legati alla tradizione popolare.  Con il Gruppo storico Pietro Micca, realizzò un modo di rievocare quanto avvenuto nel 1747; creò la “Storia vivente” al colle dell’Assietta.

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Articolo pubblicato il 24/09/2023