Le Chiese Metodiste criticano il Decreto Caivano

Peccato che per criticare bisognerebbe avere alternative.

Il mondo delle Chiese Metodiste italiane, come spesso accade, prende posizione contro il Governo di Giorgia Meloni e lo fa criticando pungentemente il Decreto Caivano.

Nei giorni scorsi, come tutti sappiamo, in quel di Caivano, periferia di Napoli, vi sono stati degli stupri ai danni di ragazze minorenni.

Il Ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi (nella foto a destra), unitamente al Governo tutto, si è prontamente adoperato per fare un decreto in grado di aumentare immediatamente la sicurezza dei cittadini e le pene per chi delinque.

La maggioranza del Paese ha accolto il Decreto Caivano con grande apprezzamento mentre, come spesso accade, le solite minoranze, appannaggio della Sinistra, hanno espresso dissenso e sdegno verso l’operato dell’Esecutivo.

A fare “la voce grossaSalvatore Cortini, membro del “Centro Sociale Casa Mia E. Nitti” dell’Opera per le Chiese Evangeliche Metodiste in Italia (Opcemi) che, ai microfoni di “Caffè, Giornali e Iniziamo la Giornata”, ha detto: “La politica dovrebbe avere il coraggio di dire che ha fallito. Se si lasciano le strade spente, le strade sporche, questo dipende anche dalla politica. Troviamo un territorio degradato, scoperto: terreno fertile per la criminalità organizzata”.

Sinceramente non stupisce la posizione dei Metodisti italiani. Tutto ciò che ha a che fare con il pensiero della sicurezza, del controllo dei confini e della disciplina crea loro imbarazzo. Stando ai loro interventi bisognerebbe vivere in una nazione alla Mimmo Lucano, quel sindaco di Riace condannato a 13 anni e 2 mesi di reclusione per illeciti nella gestione dei migranti.

Cortini, nel presentare la sua opera, ha detto: “Ci occupiamo di minori, il nostro centro, a Ponticelli, è aperto tutti i giorni. C’è un alto numero di ragazzi che si ritirano dalla scuola dell’obbligo. Sono pochi quelli che riescono a raggiungere il diploma di maturità e anche quelli che riescono a raggiungere una laurea. Ci troviamo di fronte a una realtà sociale molto precaria. Più o meno siamo sullo stesso livello di Caivano”.

Parlando di Caivano, invece, ha espressamente sottolineato: “Il Parco Verde di Caivano è il risultato di un intervento edilizio popolare, in questa cittadina metropolitana di 40.000 abitanti, dove abitano 5.000 persone senza servizi che vanno dalla precarietà delle strade, all’illuminazione, non ci sono uffici postali, non c’è la farmacia, … tutto questo costituisce la base di una vita precaria”.

Secondo il metodista Cortini “i ragazzi che stanno lì non hanno opportunità di luoghi d’incontro. Al momento ci sta soltanto l’oratorio o la scuola. Il resto è niente. E’ naturale che le piazze di spaccio si sono trasferite da Scampia a Caivano. Dietro poi c’è anche la crisi della famiglia. Pensate a cosa possono essere le famiglie con crisi economica, di lavoro, quindi anche con difficoltà di arrivare alla fine del mese. L’intervento delle Forze dell’Ordine è stato importante ma non è quello che risolve il problema”.

Dunque, dove ci sono povertà, bassa alfabetizzazione, pochi luoghi di aggregazione e famiglie precarie “è naturale” che prolifichino “le piazze di spaccio”? Follia!

In ultimo affondo, Salvatore Cortini attacca un “predicozzo” sulla prevenzione, sulla mala politica e sui politici inadeguati: “Il problema è la prevenzione, questa parola che non stiamo dicendo. La prevenzione non c’è. Si fanno incancrenire delle situazioni. Il Parco Verde è lasciato incancrenire ma non solo da questo momento politico, anche da quello precedente e da quello ancora precedente. Ci dovrebbe essere una politica più onesta che si prende le responsabilità di quella che è adesso la situazione. Non c’è questo rapporto di presenza politica, della cura del territorio, è assolutamente assente. La politica dovrebbe vigilare. Le stesse istituzioni locali, che sono preposte a salvaguardare il territorio, hanno ancora la politica clientelare, dove ogni piccolo politico si cura – ancora oggi – il suo orticello, ma in ultima analisi noi troviamo un territorio degradato, scoperto e senza servizi”.

Come sempre accade nel mondo Evangelico di sinistra, si attacca l’avversario, si tirano in ballo mille criticità ma non si prova mai a proporre soluzioni. 13 minuti e 38 secondi di radiointervista assolutamente inconcludenti.

Come sempre è importante ribadire quanto “L’intervento delle Forze dell’Ordine è stato importante ma non è quello che risolve il problema” e allora la domanda è: come risolviamo il problema?

In qualunque modo ma non con il Decreto Caivano perché, nel guano della Sinistra nostrana, si devono negare i problemi della criminalità, dell’immigrazione e del degrado urbano dal momento che questi fioriscono laddove ad amministrare ci sono sindaci del “Partito Democratico” e coalizione affine.

Certamente torneremo sul tema.

 

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Articolo pubblicato il 22/09/2023