Le deliranti tesi di Crosetto e le argute argomentazioni del Gen. Vannacci
Il Gen. Vannacci e il suo libro "Il Mondo al contrario"

Il Gen. Vannacci espone in un libro delle tesi contrarie al mainstream progressista. Viene rimosso da capo dell'Istituto geografico militare.

Il generale Roberto Vannacci è stato rimosso dal suo ruolo di capo dell'Istituto geografico militare a Firenze e messo a disposizione del comando delle forze operative terrestri. Questa decisione è stata presa in seguito alle polemiche che sono state sollevate dal suo libro "Il mondo al contrario".

In un'intervista a Rete4, il generale ha risposto che non avrebbe replicato a questa decisione gerarchica e che avrebbe risposto solo nelle sedi e nei tempi opportuni indicati dalle sue sedi di comando.

 

Il generale con tre lauree e con una notevole esperienza maturata durante le missioni militari all'estero non si è lasciato intimidire. Non arretra di un millimetro! 

"La promozione dell'odio? Anche questo concetto è stato travisato. L'odio è un sentimento, come l'amore, io dico che è lecito provare odio per qualcuno ma questo non significa istigare alla violenza - ha poi proseguito il Generale - mi sento libero di odiare uno stupratore o chi fa del male a un bambino senza per questo incitare ad usare violenza contro di lui".

Continua poi il generale, difendendosi dai microfoni di Rete4: "Non vedo perché dovrei scusarmi con Paola Egonu, contro di lei non ho usato alcuna espressione offensiva, mi sono limitato a dire delle cose ovvie".

La vicenda in effetti è al quanto incresciosa. Si, ma non per il Generale, ma per il governo e i mezzi di informazione; i quali non solo dimostrano di essere in preda alle peggiori pulsioni del “politicamente corretto”; ma addirittura di non avere la minima padronanza linguistica per fare una semplice analisi del testo. Andando a travisare e a “ritagliare” singole parti del saggio, prese ed esposte a pubblico ludibrio, questi “professionisti dell’informazione” e della “politica”, definiscono vergognose le tesi esposte nel libro. A questo si accoda il Ministro della Difesa Crosetto, il quale afferma, senza nessuna vergogna, che le parole del Generale sono 'esternazioni deliranti'. Senza porsi il minimo dubbio che potessero essere le sue/loro le tesi deliranti di una società sempre più scollegata dal comune sentire della gente.

L’attuale governo non è d'altronde immune a simili scivoloni, anche a discapito del proprio elettorato. Dopo la messa al bando del numero 88 nelle maglie di calcio (per via del possibile richiamo antisemita) e delle lacrime ministeriali dovute a ecoansie annunciate in forma teatrale; ecco l'ultima trovata di un governo sempre più vergognosamente appiattito all’atlantismo e all’europeismo più bieco. Il "telepilota NATO" e le agende verdi-europee della finanza liquida guidano l'esecutivo attuale, a prescindere dalla volontà dei cittadini che l'hanno votato.

Senza la minima vergogna Crosetto si schiera con l’Agenda globalista, con il suo lessico e i suoi dogmi; gli stessi che durante la campagna elettorale aveva, insieme al suo partito Fratelli d’Italia, dichiarato di contrastare. Ora, con una giravolta che nemmeno Luna Rossa in piena gara nautica sarebbe in grado di compiere, ecco che un Ministro della Difesa si schiera contro il proprio Generale (e che Generale! Un comandante del Col Moschin, erede degli Arditi) e a favore delle demenziali tesi “liberal” progressiste.

Significativa è stata la levata di scudi messa in atto da un sistema di informazione completamente malato e deteriorato. Dove un Generale e vertice militare viene messo alla pubblica gogna solo per aver espresso un’opinione legittima, da comune cittadino, scrivendo un libro.

Di tutta reazione, alla vergognosa gogna mediatica a danno del valoroso generale, il saggio in questione è oggi in testa alle classifiche Amazon come libro più venduto. Alla prova del fatto che, nonostante il mainstream, il popolo italiano condivide le tesi del Generale e insieme a lui nutre dubbi su una società sempre più slegata dai valori sani e tradizionali di una volta.

Siamo ormai alla censura, al ricatto, e alla gogna mediatica prima ancora che dei provvedimenti disciplinari e giudiziari. La "tele magistratura rossa" prende così il sopravvento in una Rai che rinnovata non lo è affatto e che vede nell’attuale esecutivo il miglior alleato dell’agenda mondialista e 'sorosiana'.

 

 

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Articolo pubblicato il 19/08/2023