Monsignor Antonio Suetta tuona contro le Esequie a Michela Murgia

Il Vescovo di Ventimiglia-Sanremo chiarisce per quale motivo siano state assolutamente fuori luogo.

Sabato scorso si sono tenute le esequie di Michela Murgia (nella foto a sinistra), scrittrice di Sinistra cresciuta in seno alla Chiesa Cattolica, all’“Azione Cattolica Italiana”, ma poi approdata al mondo LGBT, femminista, agnostico e, sotto certi aspetti, anche ateo.

Il mainstream dell’informazione l’ha praticamente santificata, facendola passare per ciò che in realtà non era.

Noi di “Civico 20 News”, nel recente passato, ci eravamo ampiamente occupati delle discutibili posizioni di Michela Murgia ma in questi giorni abbiamo preferito tacere per lasciare il giusto spazio al cordoglio, alla mestizia e al dolore che – comprensibilmente – ha colpito quanti la stimavano e le volevano bene.

Abbiamo deciso di tornare sul tema dopo che il Vescovo di Ventimiglia – Sanremo, Monsignor Antonio Suetta, ha rilasciato delle dichiarazioni sul caso.

In un’intervista rilasciata a “Sanremo News, il Vescovo ha detto: “Molte persone mi hanno contattato esprimendomi delle perplessità e degli interrogativi. Desidero fissare l’attenzione sull’aspetto pubblico di Michela Murgia come scrittrice e, soprattutto, in relazione ai contenuti del suo contributo culturale. Io mi limito a definirla una scrittrice. Considerarla una teologa, come è stato fatto in questi giorni, mi sembra eccessivo”.

Monsignor Suetta, con la sua consueta pacatezza e chiarezza, ha detto chiaramente quello che in molti hanno pensato ma in pochi hanno avuto il coraggio di dire. Michela Murgia non era e non poteva essere considerata una teologa.

Le battaglie che Michela Murgia ha portato avanti” – prosegue il Vescovo di Ventimiglia – Sanremo – “sono state legate a sue convinzioni personali e ad esperienze di vita. I contenuti del suo contributo culturale, in moltissimi casi, sono stati apertamente in contrasto con l’insegnamento della Chiesa e della Dottrina Cattolica”.

Chiarissime le parole espresse dal Vescovo. Michela Murgia spacciava per teologia a buon mercato quel che in realtà nasceva e fioriva semplicemente nella sua attività di elucubrazione mentale.

Le affermazioni più gravi – e noi di “Civico 20 News” proprio su questo ponemmo l’accento – la Murgia le ha sempre fatte sulla famiglia.

Non a caso Monsignor Suetta si sofferma su questo dicendo: “le sue affermazioni e le sue convinzioni corrispondono al pensiero oggi dominante e questo non è conveniente e non è possibile farlo anche dal punto di vista cristiano. La Fede cristiana e la Dottrina Cattolica su questi argomenti hanno una visione differente che naturalmente può essere messa meglio in luce anche quando è contrastata da visioni diverse ma che non può essere appiattita sul dibattito”.

Il dialogo sui temi è sicuramente utile per chiarire i differenti punti di vista ma, poi, in ultima analisi, bisogna avere il coraggio di prendere una posizione e di difenderla con chiarezza e verità.

La Chiesa Cattolica - che sul tema della Famiglia ha scritto tanto e che, ogni giorno, riflette su come poter migliorare la vita della famiglie affinché possano vivere in autenticità gli insegnamenti del Vangelo - ha una posizione molto chiara. Detta posizione non rispecchia per nulla quella della defunta Michela Murgia.

Per questo, molti fedeli cattolici si sono chiesti per quale motivo il Cardinale Vicario per la Diocesi di Roma, Sua Eminenza Angelo De Donatis (nella foto a destra), abbia autorizzato lo svolgimento delle Esequie di Michela Murgia visto che lei – per sua stessa ammissione – viveva in una condizione di peccato in una “famiglia queer” composta da dieci tra uomini e donne.

Su questo Monsignor Suetta ha detto: “In chiesa, conclusa la celebrazione delle esequie – e quindi ancora in un contesto liturgico – è stata data la parola a persone che esprimono convinzioni, pensieri e convincimenti difformi dalla Dottrina Cattolica. Lo hanno fatto – a mio parere – in modo un poco sguaiato, suscitando una serie di applausi, quasi come un tifo da stadio o un atteggiamento da festa, che mi pare davvero improprio”.

Era necessario che un Vescovo della Chiesa Cattolica – dunque un “addetto ai lavori” – dicesse ciò che andava detto ed era altrettanto necessario che si prendessero le distanze da ciò che è accaduto sabato scorso alla Basilica di Santa Maria in Montesanto, volgarmente conosciuta come “Chiesa degli Artisti”.

Non si può combattere contro la Chiesa Cattolica, demolire il bimillenario Magistero, mettere in discussione il Catechismo, deridere la Dottrina, e poi avere il Rito delle Esequie, trasformando anche quello in qualcosa di sacrilego e blasfemo.

Come cronisti dovevamo fare chiarezza sulla vicenda e permettere a chi – come Monsignor Antonio Suetta hanno mal digerito la cosa – di esprimere la loro opinione. Il pluralismo dell’informazione e delle idee, per la nostra testata, ha un valore sostanziale ed effettivo.

Se ce ne sarà bisogno, torneremo sul tema.

 

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Articolo pubblicato il 17/08/2023