Gli studenti piemontesi oggi in visita ai campi di concentramento di Mauthausen e Gusen
Forni crematori

Il percorso di studio proseguirà nei prossimi giorni con la visita alle gallerie e al Memoriale di Ebensee, alla Seegrotte di Hinterbruhl e alla città di Vienna.

E' giunto a metà il viaggio studio dei settanta studenti di dodici istituti superiori del Piemonte che partecipano, fino al 30 aprile, alle visite in Austria al campo di concentramento di Mauthausen e al Memoriale di Gusen.

I giovani sono stati così premiati per aver vinto l’annuale progetto di storia contemporanea, promosso dal Comitato regionale Resistenza e Costituzione in collaborazione con le Province piemontesi e la Direzione generale dell’Ufficio scolastico regionale.

Gli studenti con i rispettivi insegnanti provengono da scuole delle province di Alessandria, Biella, Cuneo, Novara, Torino, Verbania e Vercelli, e sono accompagnati nel viaggio di studio dal vicepresidente del Consiglio regionale Roberto Placido, delegato al Comitato, e dallo storico Claudio Vercelli, collaboratore scientifico del Comitato.

Dopo il primo giorno di visita tradizionale alla città di Salisburgo e ai suoi monumenti storici, oggi è stata la volta dei luoghi simbolo dello sterminio nazista.

Particolarmente prezioso e commovente il confronto con i due testimoni dell’epoca Marcello Martini e Natale Pia, catturati dalle SS nel 1944 rispettivamente a Firenze e a Vinchio (AT) e detenuti in condizioni disumane nel campo di Mauthausen fino al 5 maggio 1945.

Entrambi i superstiti hanno raccontato la loro tragica esperienza lungo tutta la giornata, sia durante la visita ai due campi sia durante un lungo e intenso momento di confronto libero, nel quale gli studenti hanno potuto fare domande e chiedere approfondimenti.

Per questi giovani piemontesi si tratta di un'esperienza forse irripetibile – ha spiegato il vicepresidente Placido – sentire dalla viva voce di alcuni degli ultimi testimoni della tragedia nazista i racconti di cosa è stata quella pagina nera della storia mondiale è il giusto coronamento del grande lavoro di ricerca che è stato fatto nelle scuole durante l'anno”.

 

Mauthausen (dall'estate 1940, Mauthausen-Gusen) è il nome del tristemente famoso lager di sterminio nazista, situato in cima alle colline dell'Oberdonau, sopra la piccola cittadina di Mauthausen. Mauthausen era lo “Stamm Lager”, “Campo Madre” di un gruppo di quarantanove campi e sottocampi di concentramento nazisti satelliti, sparsi in tutta l'Austria. In questo complesso vi era reclusa, in condizioni di vita indescrivibili, la manodopera che era stata in primis deportata a Mauthausen e da lì selezionata per il lavoro forzato nel campo principale e in quello dei 49 “Kommandos”. Nel 1940 venne istituito il campo di Gusen I, a cui seguirono Gusen II e Gusen II. In totale più di 122 mila persone trovarono la morte durante la guerra a Mauthausen-Gusen e nei vari sotto-campi del complesso. Prima della fuga, il 4 maggio 1945, le SS tentarono di distruggere le prove dei crimini da loro commessi, e approssimativamente solo 40 mila vittime vennero identificate. Dopo i campi di Auschwitz e Birkenau, utilizzati più strettamente per lo sterminio, Mauthausen registrò il più alto numero di decessi in rapporto ai prigionieri. Complessivamente furono circa 6.700 i prigionieri italiani qui detenuti.

 

Il campo di Gusen I entrò in funzione dal dicembre 1939. Nato come sottocampo, assunse poi una fisionomia amministrativa autonoma. Con l'estate del 1941 fu dotato di un suo forno crematorio. Nel campo si costruiva un caccia a reazione, asssemblato nelle lunghissime gallerie estese fino a sette chilometri. A Gusen passarono circa 60 mila prigionieri, di cui circa 3 mila italiani.

 

Il percorso di studio proseguirà nei prossimi giorni con la visita alle gallerie e al Memoriale di Ebensee, alla Seegrotte di Hinterbruhl e alla città di Vienna.

 

 

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Articolo pubblicato il 29/04/2012