Achille Lenzi - Un bersagliere toscano nella Grande Guerra

Di Alessandro Mella

Innumerevoli sono i nomi dei caduti della Prima Guerra Mondiale che persero la vita tra le trincee ed i campi di battaglia di quel terribile conflitto. Un’intera generazione fu azzerata, distrutta, spezzata. Lasciando in ogni paese e borgata d’Italia solo lunghi elenchi di ragazzi non più tornati alle loro case, ai loro cari.

Una tragedia che lasciò un pesante fardello morale e materiale sulle generazioni successive e che condizionò tutta la storia di quel secolo. Tra questi giovani combattenti vi fu anche un uno studente toscano. 

Achille Lenzi nacque a Cinigiano, in provincia di Grosseto, il 17 ottobre 1895, figlio del dottor Carlo e di Caterina Bruchi.

Si dimostrò un ragazzo volenteroso e beneamato e dopo aver conseguito la maturità liceale decise di iscriversi alla Regia Università di Siena per seguire i corsi di laurea in giurisprudenza.

Ma la storia fece il suo corso ignorando le vicende umane dei più e quando il nostro si trovava al secondo anno di studi universitari venne la chiamata alle armi per servire nel Regio Esercito che, da mesi e mesi, combatteva contro gli austriaci.

Fu subito avviato al corso allievi ufficiali presso la Scuola Militare di Modena quindi nominato allievo ufficiale e destinato al deposito bersaglieri a Livorno il 28 aprile 1917. (1)

Achille pare fosse munito di un sincero spirito patriottico e di un onesto senso del dovere e quando, nel frattempo avuta la stelletta da sottotenente, venne avviato al fronte ci andò con coraggio e determinazione. Fiero di servire tra quei fanti piumati le cui gesta, nelle guerre risorgimentali, avevano tanto impressionato la sua fantasia.

Ma la sua permanenza in prima linea fu purtroppo brevissima perché nei primi giorni di gennaio del 1918, trovandosi il giorno 2 ad accompagnare un altro ufficiale durante un sopraluogo, fu colpito dal nemico e ferito gravemente.

Fu soccorso, ma spirò il giorno 4 gennaio sull’ambulanza chirurgica numero 6 dopo aver duramente duellato con la morte. (2) Morì invocando sua madre e la patria e quando il suo comandante diede la notizia al reggimento urlò con ferma voce: “Achille, tu sei morto da bersagliere!”.

La drammatica fine di questo ufficiale di complemento, pieno di coraggio e di buon cuore, fu poi onorata con una medaglia d’argento al valore militare alla memoria:

LENZI Achille, da Cinigiano (Grosseto), sottotenente 3° reggimento bersaglieri. Si offriva spontaneamente di accompagnare un ufficiale superiore di artiglieria, per coadiuvarlo in alcune osservazioni.

Per accertarsi dell’esistenza e della precisa ubicazione di una passerella, noncurante del pericolo e con mirabile ardimento usciva dalla trincea, scendendo sulla riva del Piave.

Colpito a morte, spirava invocando la madre e la Patria. Zenson di Piave, 2 giugno 1918 (in verità gennaio nda). (3)

E quel pezzo di nastro azzurro, che giunse alla sua famiglia, di certo non poté restituire l’affetto del figlio perduto. Ma, forse, fu almeno un piccolo conforto quel simbolo della gratitudine del proprio paese. A questo, con sobria umiltà, vuole aggiungersi questo piccolo ricordo del sottotenente bersagliere Achille Lenzi. Caduto, come tanti e troppi, in un gelido giorno di gennaio di un secolo fa.

Alessandro Mella

NOTE

1) Bollettino Ufficiale, Ministero della Guerra, Dispensa 33, 5 maggio 1917, p. 2927.

2) Bollettino Ufficiale, Ministero dell’Educazione Pubblica, 16, Volume I, Anno XLV, 18 aprile 1918, p. 385.

3) Bollettino Ufficiale, Ministero della Guerra, Dispensa 19, 1° aprile 1919, p. 1310.

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Articolo pubblicato il 14/08/2023