Cosimo Peruzzi: Un funzionario del Re

Di Alessandro Mella

Quante figure, a cavallo del Risorgimento, concorsero a consolidare le istituzioni dello Stato unitario dopo la sospirata unificazione nazionale?

Prodigiosa fu, in questo senso e come spesso documentato da Aldo A. Mola, l’opera di Giovanni Giolitti.

Nell’epoca che da lui prese il nome, operarono e si adoperarono anche molti funzionari ed attenti servitori della monarchia e di quanto la corona rappresentava.

Cosimo Peruzzi nacque a Firenze, figlio di Vincenzo, presso la nobile e celebre famiglia locale, il 4 febbraio del 1834 al tempo del Granducato di Toscana. (1)

La sua memoria si è un po’ perduta, forse in favore del più celebre fratello Ubaldino, deputato e senatore del Regno d’Italia nonché ministro e sindaco di Firenze. Proprio con il fratello ebbe sempre un rapporto intenso tanto nella gestione delle imprese agricole di famiglia tanto nella quotidianità al punto che il nostro aveva per indirizzo di casa quello del palazzo Peruzzi ove Ubaldino risiedeva con la celebre moglie Emilia.

In ogni caso il nostro Cosimo fece la sua strada e, favorito forse dai nobili natali, si avvicinò moltissimo a Casa Savoia dopo l’unificazione nazionale costruendo un rapporto di particolare stima e fiducia con Umberto I asceso al trono nel 1878.

Già nel 1881 l’Annuario della Nobiltà Italiana lo citò tra i “Maestri di Cerimonie di Corte” della Real Casa d’Italia.  (2) Del resto, il suo “servizio sabaudo” era iniziato già nel 1863.

Egli mantenne questo incarico per molti anni come dimostrano altre pubblicazioni successive ove, negli organigrammi del Ministero della Real Casa, sempre figura. (3)

A lato di quest’opera importante Peruzzi non mancò di dedicarsi anche ad altre attività come la Rete Adriatica ferroviaria presso la quale svolse l’incarico di “sindaco” in seno al direttivo della stessa. (4)

Ma certamente il vero motore della sua esistenza fu il servizio per la monarchia sabauda che gli valse molti onori e riconoscimenti. Re Umberto I, ad esempio, volle concedergli “motu proprio”, cioè di sua personale iniziativa, la commenda dell’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro della sua casa. (5) Il Re Vittorio Emanuele II l’aveva già voluto “uffiziale” dei Santi Maurizio e Lazzaro fin dal 1869. (6) Anche la commenda dell’Ordine della Corona d’Italia gli era stata conferita, a suo tempo, motu proprio dal sovrano. (7)

Oltre a questo egli fu decorato tra l’altro delle insegne di commendatore con placca dell’Ordine di Francesco Giuseppe d’Austria, commendatore dell’Ordine della Corona di Prussia, commendatore dell’Ordine del Sole, commendatore dell’Ordine del Leone di Persia, commendatore dell’Ordine turco di Nichan Iftikhar, commendatore dell’Ordine della Stella Polare di Svezia, commendatore dell’Ordine ottomano di Medjidié, commendatore dell’Ordine del Gran Cordone del Siam, commendatore dell’Ordine della Vigilanza di Sassonia, commendatore dell’Ordine della Corona del Württemberg, commendatore dell’Ordine di San Carlo di Monaco ed ufficiale dell’Ordine francese della Legione d’Onore. (8)

Nel quadro delle felici relazioni diplomatiche tra Italia e Portogallo, favorite per un certo periodo anche dalla presenza sul trono portoghese della Regina Consorte Maria Pia di Savoia sorella di Umberto I, ebbe anche il nobilitante ordine del Cristo quale commendatore con placca e la croce di cavaliere del Real Ordine di Nostra Signora di Vila Vicosa.

Onorificenze ancor oggi patrimonio dinastico della Real Casa del Portogallo con gran maestro il Capo della Real Casa del Portogallo, Dom Pedro Duca di Braganza e di Loulè e per cancelliere Dom Nuno Cabral da Camara Pereira Marchese di Castel Rodrigo e Connestabile del Portogallo. Ordini che molte volte hanno ornato ed ornano il petto di numerosi italiani.

Direttamente dall’Imperatore d’Austria Francesco Giuseppe ebbe le insegne di commendatore dell’Ordine di Leopoldo in occasione del suo viaggio in Italia del 1875. (9)

Purtroppo, nel 1891, il fratello venne a mancare dopo aver molto sofferto con il nostro Cosimo al suo capezzale:

Un telegramma da Firenze reca che il senatore Peruzzi domenica mattina aggravossi seriamente, perdendo la conoscenza e la parola. Prevedevasi imminente una catastrofe. Lo assistono il sindaco Torrigiani, che sospese la partenza per Venezia; il deputato Genala e il fratello Cosimo Peruzzi. Si telegrafò tosto al Re, alla Regina, alla Presidenza della Camera e al Senato. (10)

Egli soffrì moltissimo per quella perdita e si dedicò anima e corpo a mantenerne memoria sopravvivendogli ancora qualche anno per poi spegnersi, a soli sessantanove anni e prossimo a compierne settanta, nel dicembre del 1903. Tre anni dopo la morte del suo amato Re Umberto I e l’ascesa al trono di Vittorio Emanuele III:

La morte del fratello di Ubaldino Peruzzi. Ci telegrafano da Firenze, 12, oro 16,50: È morto stamane di paralisi il comm. Cosimo Peruzzi, fratello di Ubaldino Peruzzi, settantenne, ex cerimoniere di corte e sindaco della Rete Adriatica. Il Peruzzi è morto in una povera stanza do dozzina. Era un uomo colto e serbava devota memoria dell'illustre suo fratello, su cui recentemente aveva pubblicato un libro. (11)

Aveva lasciato l’incarico presso la Real Casa nel 1898 per motivi familiari, si disse, ed aveva vissuto sobriamente beneficiando del piccolo vitalizio concessogli da Umberto I per i molti anni di servizio presso la sua dinastia.

Purtroppo, dunque, morì in condizioni di vita assai modeste dopo aver tanti servigi resi alla corona ed all’Italia appena nata. Il suo ricordo sembra essersi un poco affievolito e rinnovarlo è parso, a chi scrive, opera doverosa e non peregrina.

Alessandro Mella

NOTE

1) Annuario della Nobiltà Italiana, Edizione XXXIII, Tomo II, Andrea Borella a cura di, Teglio, 2021, Parte II, p. 773.

2) Ibid., Edizione IV, Di Crollalanza Giovan Battista a cura di, Pisa, 1881, p. 23.

3) Calendario Generale del Regno d’Italia pel l’anno 1889, Anno XXVII, p. 35 oppure Annuario d’Italia, 1896, Anno XI, p. 118.

4) Gazzetta Piemontese, 159, Anno XIX, 11 giugno 1885, p. 2.

5) Gazzetta Ufficiale del Regno d’Italia, 77, 31 marzo 1894, p. 1.

6) Il Nuovo Palmaverde, Almanacco Universale, Torino, 1870, p. 376.

7) Gazzetta Ufficiale del Regno d’Italia, 90, 14 aprile 1884, p. 1.

8) Annuario della Nobiltà Italiana, Edizione XXXIII, Tomo II, Andrea Borella a cura di, Teglio, 2021, Parte II, p. 773.

9) Diario Storico del viaggio di S.M.I e R. ap. Francesco Giuseppe I a Trieste, Gorizia, Venezia, in Istria in Dalmazia e a Fiume, Cesare Galimberti, Tipografia Editore Vitaliani e Jankovic, Zara, 1877, p. 143.

10) Gazzetta di Alba, 54, Anno X, 8 luglio 1891, p. 2.

11) La Stampa – Gazzetta Piemontese, 345, Anno XXXVII, 13 dicembre 1903, p. 3.

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Articolo pubblicato il 07/08/2023