Hiròshima mon amour

La ricorrenza del 6 agosto impone attente riflessioni

Nel 1959, diretto da Alain Resnais, Hiròshima mon amour porta sullo schermo la conturbante follia d’un legame clandestino fra un architetto giapponese e una attrice francese. In una notte d’amore, per l’uso sapiente e innovativo dei flashback, tra passione e turbamenti danzano gli spettri del recente passato di martirio di quella città, un passato che ritorna ogni anno il 6 agosto: i funghi nascono di notte, ma un fungo atomico nasce lì all’improvviso quel mattino del 1945.

Alle 8 e un quarto Enola Gay, un quadrimotore a elica americano, sgancia Little boy sul centro di Hiròshima e quindi, con una ardita picchiata e una inversione di rotta, si allontana velocemente. L’ordigno, una bomba a fissione nucleare con 60 chili di uranio, scoppia poco dopo non a terra, ma a 600 metri d’altezza, per enfatizzarne così il potere distruttivo: una esplosione formidabile, una luce accecante, una enorme vampa - dice il gesuita Pedro Arrube, tra i pochi testimoni oculari - una carneficina di massa: tra gli edifici rasi al suolo, 80 mila civili inermi trovano la morte istantanea e altrettanti ne moriranno entro pochi mesi per le ferite, le ustioni, le radiazioni: restano in piedi, pericolanti, solo alcune costruzioni, spettrali testimonianze della sconsiderata insipienza umana. Tre giorni dopo, tocca a Nagasaki.

Il mondo non ha più visto in guerra l’uso di bombe nucleari ma la loro produzione non è cessata e possederne è un deterrente di estrema efficacia.

SIPRI Yearbook 2023, indagine svolta da Stockholm International Peace Research Institute, riporta che armi nucleari sono in dotazione di Stati Uniti, Russia, Regno Unito, Francia, Cina, India, Pakistan, Repubblica Democratica Popolare di Corea (Corea del Nord) e Israele.  In totale ci sono nel mondo più di 12.500 testate nucleari, per il 90 % circa appartenenti alla Russia e agli Stati Uniti, Paesi che, insieme, ne hanno circa 2000 in massima allerta operativa, quindi non stoccate, ma impiegabili in un batter d’occhi.

Le bombe su Hiròshima e Nagasaki furono impiegate per porre fine a una guerra logorante. La operazione militare straordinaria ordinata da Putin in Ucraina è diventata anch’essa una guerra logorante e c’è il rischio concreto che la minaccia di porvi fine utilizzando armi nucleari possa trovare ancora una volta la sua inconsulta realizzazione.

Gli analisti dicono che siamo alle porte di uno dei periodi più pericolosi della storia umana. Le tensioni politiche devono trovare, quindi, al più presto, un equo temperamento e i Governi hanno il dovere di non dimenticare il passato, che ritorna vivido il 6 agosto.

Si vales, vàleo.

 

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Articolo pubblicato il 04/08/2023