Alfa Teatro - Contemporary Voices 2012: da giovedì 3 maggio ultimi 4 spettacoli
La platea di Alfa Teatro

Festival di Drammaturgie contemporanee

 

Alfa Teatro in collaborazione con:

 

SUDATESTORIE TEATRO RICERCA, COMPAGNIA DI TEATRO SPERIMENTALE, URZENE, MONICA SECCO - ARTEMOVIMENTO, DANIELA PACI – COMPAGNIA FLOC, AKESI PERFORMING, ARKE’ DANZA, IL CERCHIO DI GESSO, OFFICINA PER LA SCENA, ASSOCIAZIONE CULTURALE SILLABE, PICCOLO TEATRO PER UOMINI DI LATTA 

 

Dal 3 al 6 maggio 2012, nell’ambito del festival di drammaturgie contemporanee CONTEMPORARY VOICES, organizzato da Alfa Teatro in collaborazione con le compagnie in cartellone, andranno in scena gli ultimi 4 spettacoli di prosa:  

 

Giovedì 3 Maggio 2012 ore 21.00

 

IL CERCHIO DI GESSO

 

presenta

 

M. UNA COSA NOSTRA

 

M. rappresenta una tappa fondamentale per la crescita della nostra Compagnia. È di fatto una tappa all’interno di un percorso complesso ed ampio di ricerca di un linguaggio nostro, singolare, che ci possa caratterizzare dal punto di vista della comunicazione teatrale. Di fatto, il percorso vive di tappe, solca una strada, e la destruttura per ristrutturarla ad ogni fermata. Nel momento attuale, e nello specifico nella lavorazione di M., il percorso si concentra sui seguenti aspetti: il grottesco, l’epica, l’innocente. Conciliare il grottesco e l’epica è il nostro obiettivo formale. Unito alla creazione di una drammaturgia dello spazio, che di spettacolo in spettacolo,  fornisca senza roboanti elementi di scena, atmosfere e cambi di spazio, con trasformazioni a vista. La drammaturgia dello spazio deve, inoltre, fornire la possibilità di un montaggio scenico immediato, di un passaggio cinematografico da una scena all’altra senza soluzione di continuità, attraverso cambi ritmici e controritimici. In questo modo, cerchiamo di creare un rito di trasformazione a vista, rendendo epico e sacro ogni elemento di trasformazione, senza peraltro dimenticare il gioco. In buona sostanza, nella drammaturgia dello spazio, si inserisce il concetto di Epica. Noi consideriamo fondamentale il diretto e semplice contatto con il pubblico. Ogni personaggio, in questo senso, ha un obiettivo ben chiaro nei confronti del pubblico. In questo modo il pubblico diventa un personaggio attivo. Ma l’Epica sta anche in altro: ogni attore, il regista, il drammaturgo, il gruppo tutto compreso il comparto tecnico, è tenuto a giudicare  e scegliere: scegliere vestiti, oggetti, scene, gesti, parole, in accordo con l’insieme del lavoro. In tal senso ogni attore diventa giudice e creatore. Inoltre, è necessario, per la nostra epicità, fornire ogni singolo personaggio di un valore archetipico, mitico; in buona sostanza intendiamo rappresentare ogni opera come fosse una tappa incastonata nella Storia di tutti: è dunque nostra intenzione contribuire alla creazione di un’Epica contemporanea. Tale modo formale di intendere il lavoro, inoltre, impone delle scelte. Ad oggi, abbiamo optato per scelte di teatro civile: raccontiamo ossia storie realmente accadute, che riguardano tutti. M. si inserisce e anzi fa da capostipite a questa nostra scelta, essendo il racconto di un vero pentito di mafia. Ma, successivamente alla scelta del testo, va scelto il modo, il tema. Qui si inserisce il tema dell’innocente. Per M. abbiamo lavorato su un concetto semplice: raccontiamo come  la mente di un ragazzo  possa essere manipolata dalla società e dai suoi miti a tal punto da poter uccidere 80 persone, compreso il suo migliore amico; a tal punto ossia da considerare il male un bene. M. nasce da tutte queste considerazioni. Una volta scelto il romanzo Mi chiamo Maurizio. Sono un bravo ragazzo. Ho ucciso 80 persone. È stato necessario farne una riduzione teatrale, che fin da subito si basasse sui concetti sopra descritti. Dopodiché abbiamo iniziato a lavorare sui personaggi e le loro relazioni. In M. ci sono 4 attori, di cui soltanto uno interpreta un unico personaggio – M. appunto. Ognuno degli altri 3 Interpreta diversi personaggi. La prima parte del lavoro, la più corposa e intensa, si è concentrata su un lavoro di stile sui personaggi, con lunghe sessioni di prova. Ci siamo basati su una divisione di categorie di personaggi: cani, pecore, maiali, secondo una divisione di Orwelliana memoria, cui abbiamo associato fin Da subito l’album dei Pink Floyd Animals che riprende la stessa suddivisione. Infine, dopo aver lavorato sulla drammaturgia della composizione scenica, abbiamo realizzato il montaggio dello spettacolo. Ad oggi M., pur sembrando uno spettacolo finito, è ancora un work in progress, almeno per noi. Rappresenta un concentrato denso di ricerca, come scritto in principio, una tappa fondamentale di un percorso ancora lungi dall’essere finito, che si comporrà dei nostri futuri lavori e che arricchirà in modo costante quelli precedenti.  

 

 

 

Venerdì 4 Maggio 2012 ore 21.00

 

OFFICINA PER LA SCENA

 

presenta

 

  

EDIPO O’RRE

Regia Michele Guaraldo 

Con Luca Busnengo, Valentina Volpatto

Aiuto Regia Maria Augusta Balla

 Elaborazione del testo Michele Guaraldo

  

“fuori dalla realtà, ma nella verità”

J. Cocteau

 

Il mito di Edipo da sempre risulta una macchina infernale approntata dagli dei che nessuna forza può fare scattare a vuoto. Un meccanismo perfetto e crudele, organizzato dal fato più che dalla casualità, in cui l’eroe risulta da subito impotente e perdente, senza alcuna possibilità di riscatto. L’incapacità a possedere un libero arbitrio, un margine di salvezza dal volere divino, dal destino che non permette fughe, scelte contrarie a quella che già è stata scritta è ciò che rende immortale la figura di Edipo. Ma che cosa succede quando la tragica storia che tutti conosciamo non è perpetrata da una potenza divina, che cosa accade quando è lo stesso eroe tragico che va volutamente incontro al suo perverso destino? Si entra sicuramente nel campo della patologia, di un malessere profondo in cui si manifestano i fantasmi della pazzia. È proprio la pazzia a far muovere le corde dell’intreccio infernale, la pazzia di Didi-Edipo, uomo incompiuto, che si fa costruire la vita dalla madre Giocasta, in un angolo perduto di mondo. Il tempo è scandito da piccole azioni quotidiane, che si trasformano, giocando all’eroe tebano, in grandi imprese, incredibili avventure, ma allo stesso tempo in una danza scellerata con quella madre che tutto farebbe per il proprio figlio, anche sacrificare se stessa. Ma spesso si celano, negli angoli oscuri della follia, verità ancora più tragiche e assurde di quelle che si manifestano davanti agli occhi. Una battaglia infinita tra verità e finzione, gioco e realtà, in cui i campi si confondono per lasciare spazio solo ai dubbi e all’incertezza. Tebe, o meglio una catapecchia volutamente finta, una casa fortino come quella dei giochi dei bambini, all’interno il nostro eroe, Edipo, o meglio un giovane che non avendo mai visto il mondo con i propri occhi, proietta quel fazzoletto di universo in un fantastico gioco, un’avventura: le incredibili imprese di Edipo, figlio di Laio della stirpe dei Labdacidi. Giocasta la regina, o meglio, una donna curva sul suo lavoro, che osserva, imperturbabile, le imprese del figlio: i giochi dell’eroe. Il suo sguardo è un mondo intero che lei mette al servizio del proprio figlio, lei gli racconta le storie e le avventure di Edipo, lei diventa la sua regina, Tiresia, l’oracolo, la sfinge; lui, l’eroe, è spettatore incantato, ammaliato dalla prorompente fantasia della madre. Anche l’incesto è un gioco, per far comprendere a quel figlio il mondo, quel mondo di cui tanto sente parlare ma che poco conosce. Ma è anche un desiderio morboso della madre nei confronti di quel figlio-marito, che sente sfuggirgli a poco a poco. Edipo ha compiuto il proprio destino, quello che il fato aveva già scritto  prima della sua nascita, non  gli resta che partire  cieco per il  mondo con la  stessa impossibilità  di vederlo  e alla  madre non resta che negare se stessa al mondo e a suo figlio, rimanendo incastrata tra le pareti di quella casa che delimitano il suo universo di follia.                           

 

 

 

Sabato 5 Maggio 2012 ore 21.00

 

TEATRO DELLA CADUTA

 in collaborazione con

LE SILLABE

 

presentano

 

TROPPE DONNE IN UN’ALTRA

Di e con Giorgia Gold

Scenografia Catherine Chanoux

Difficoltà ???? 

Tempo 60 min.

 

 

Uno spettacolo particolarmente adatto a chi ama le situazioni surreali, le domande senza risposta, le telefonate importanti, i valori di una volta,le circostanze improbabili, le cose d'amore e molte altre follie! Adatto a persone già abituate a divertirsi, ma lo spettacolo può essere seguito anche senza capirlo davvero -dice la protagonista- grazie alla modalità dello "Spettacolo comico guidato facilitato" che, attraverso specifici segnali, permette anche alle persone più rigide di passare inosservate.

 

L'attrice: Giorgia Goldini ha quasi trent'anni. Ha una formazione teatrale fatta di esperienze sul palco, di seminari, di schiaffi morali, di bellissimi stages con grandi maestri e di terribili corsi teatrali che se  stava a casa e risparmiava dei soldi era meglio.. Ha letto più di mille libri. E' alta 1,52. Si scrive da sola gli spettacoli che fa. E' attrice, lettrice, presentatrice, fa anche spettacoli per bambini. Non ama particolarmente la zona dei c.v. che trova molto noiosa. Ha vinto anche dei premi. Di lavoro fa l'attrice. Una volta al mese pensa di cambiare lavoro. Per il resto è una brava persona.

 

 

Domenica 6 Maggio 2012

 

PICCOLO TEATRO PER

UOMINI DI LATTA

 

presenta

 

NOISE

Scritto da Stefano Visconti

Interpretato da Diego Garzino, Roberto Pilone, Stefano Visconti

Scene e luci di Tina Bruni

 

 

 

 

Il teatro è vuoto. La compagnia si è dissolta, l’orchestra ha fatto le valigie, se ne sono andati tutti. O quasi. Due attori e un musicista si muovono ancora tra le quinte, il palco e le poltrone. Attendono l’arrivo dell’autore, passano il tempo indossando vecchi personaggi e provando nuovi esercizi. Fuori, il mondo è rumore, e il rumore svuota gli sguardi, asciuga il tempo, sottrae alle cose il loro senso intimo. E se non arrivasse per davvero? Se non tornasse più? Proveremo a inventarci qualcosa – si dicono. Ma guardiamoci bene negli occhi – si rispondono – avremo davvero qualcosa da dire? Davanti alle poltrone vuote, orfani delle parole con cui fino ad oggi siamo stati nutriti, non c'è che una cosa da fare: chiedersi, in fondo, che cosa resta di noi, tra tutte le umanità che abbiamo interpretato. Prepararsi alla battaglia per trovare l'essenziale sotto ai nostri cigolanti corpi di latta.

 

Il Piccolo teatro per uomini di latta nasce a Torino nel 2010, con l'obiettivo di esplorare i linguaggi del surreale e del tragicomico, condividendo alcune domande fondamentali sulla natura umana.

Tina Bruni ha lavorato con la compagnia di teatro civile L’Interezza non è il mio forte. Ha studiato per diversi anni danza sensibile con Riccardo Maffiotti e frequenta l’istituto Modai, specializzato nello sviluppo e nella formazione in materie correlate al suono. 

Diego Garzino ha lavorato con diverse compagnie teatrali del territorio tra cui Cast e La Bizzarria, proseguendo la sua formazione con Eugenio Allegri (Commedia dell’ Arte), Laura Curino (Teatro di Narrazione) e Giovanna Mori (Teatro Comico). Nel 2010 ha conseguito il diploma di master in Teatro Sociale e di Comunità presso l'Università degli Studi di Torino.

Roberto Pilone è sax alto della brass band 88 folli e collabora da diversi anni con alcune compagnie teatrali torinesi.

Stefano Visconti ha lavorato con il Teatro delle Forme e con la compagnia di teatro civile L'Interezza non è il mio forte. Ha frequentato l’atelier di teatro fisico di Philip Radice e studiato teatrodanza con Dario La Stella. Ha partecipato a workshop con Silvia Battaglio, Domenico Castaldo e la compagnia Tardito-Rendina.

 

 

 

 

 

 

COSTO UNICO € 8,00

 

INFO E PRENOTAZIONI:

Alfa Teatro

Via Casalborgone, 16/I

10132 Torino

Tel. +39.011/8193529 – 334/9994326

www.alfateatro.cominfo@alfateatro.com

 

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Articolo pubblicato il 28/04/2012