Reddito di cittadinanza: quante falsità contenute nella protesta delle opposizioni!

Urge la riforma dei centri per l’impiego

Forse le vicende che hanno accompagnato il “reddito di cittadinanza”, potranno rimanere nelle cronache minori della politica, per testimoniare le peculiarità dei nobili intenti dei peggiori demagoghi che annoveri la storia repubblicana: I grillini.

Questi monatti, alimentando, nei fatti il pullulare dei cosiddetti furbetti del sussidio, hanno determinato il loro successo alle elezioni politiche del 2018 e contribuito a consolidare e foraggiare le clientele facenti capo al Movimento 5 Stelle, soprattutto al sud, appesantendo però i già disastrosi bilanci dello Stato italiano.  E torniamo ai nostri giorni.

Le polemiche che stanno divampando e i rischi di tenuta sociale paventati anche dal PD e dai cani sciolti dell’estrema sinistra, assumono un aspetto surreale perché, una delle misure più controverse della storia d’Italia era già stata cancellata sette mesi fa dal governo Meloni, che non dimentichiamo pose il must dell’abolizione di questo obbrobrio truffaldino, sin dalla campagna elettorale.

Il reddito di cittadinanza era stato presentato come una misura temporanea e in grado di avviare i suoi percettori ad un lavoro dignitoso. Il suo fallimento è invece sotto gli occhi di tutti. Il “popolo del divano” si è infoltito, il parassitismo sociale è cresciuto a dismisura e i dati lo documentano.

Dal 1° gennaio 2021 al 31 maggio 2022, i finanzieri, in collaborazione con l'Inps, hanno scoperto illeciti relativi al reddito di cittadinanza per un valore pari a 288 milioni di euro, di cui 171 milioni indebitamente percepiti e 117 milioni fraudolentemente richiesti e non ancora riscossi.

Chi fomenta il torbido offende l’intelligenza del popolo italiano.  Perché, coloro che erano a conoscenza di non poter più continuare a percepire il discusso e discutibile assegno mensile senza lavorare, avrebbero dovuto trascorrere questi sette mesi a cercare concretamente un’occupazione.

L’unica attenuante che in molti casi può giustificare il disappunto, sta nel pessimo funzionamento degli uffici pubblici predisposti all’intermediazione della domanda e dell’offerta di lavoro, I Centri per l’impiego, per l’appunto.

Questi uffici, più volte riformati continuano a soffrire di un’impostazione burocratica ormai estranea ad un Paese ove anche il lavoro, così come organizzato e richiesto, è in piena evoluzione.

Seguendo l’esempio di altri Paesi, il governo Meloni, dovrebbe precedere ad una coraggiosa azione di azzeramento, affidando il collocamento al lavoro e la formazione professionale  a enti privati meglio efficaci ed organizzati e meno costosi.

Qualche frangia sindacale, toccata nel vivo, ovviamente urlerà a squarciagola, ma questa coraggiosa decisione rappresenterebbe una misura valida sotto il profilo sociale e per colmare i fabbisogni di lavoratori richiesti da imprese e servizi.

Nel contesto attuale, va invece precisato che il governo non lascerà morire di fame le persone che davvero dimostrano di non poter vivere senza aiuti, ma interverrà con giudizio e con misure alternative alla logica dei sussidi a pioggia, improduttivi e diseducativi, oltre che offensivi nei confronti di chi col sudore della fronte mantiene una famiglia.

Le tipologie di irregolarità legate al reddito di cittadinanza sono varie e riguardano tra l'altro la non adesione ai lavori di pubblica utilità, la non accettazione di un’offerta congrua di lavoro, la non presentazione di Dichiarazione sostitutiva unica (Dsu) e Indicatore della situazione economica equivalente (Isee) aggiornati e le prestazioni lavorative pagate in nero.

Al di là della considerazione di buon senso che è immorale pagare chi non lavora e magari in nero svolge tante altre attività parallele, rimane il fatto che sono state finanziate rendite parassitarie come il reddito di cittadinanza con risorse pubbliche sottratte al sistema delle imprese che invece sarebbero potute servire a pagare meglio chi il lavoro se lo cerca e lo coltiva con senso del dovere.

Chi soffia sul fuoco della protesta per un mero tornaconto elettorale, oltre che mancare di rispetto a chi lavora con onestà, sta facendo il male del Paese perché lo allontana dal raggiungimento di livelli di competitività che con zavorre come il reddito di cittadinanza non potranno mai essere raggiunti.

Ma ormai gran parte della sinistra è avviata di gran corsa sulla strada del “tanto peggio, tanto meglio”

Com’è ormai noto, 169mila famiglie hanno ricevuto nei giorni scorsi un sms con cui l’Inps le informava che da agosto non avrebbero più ricevuto il reddito di cittadinanza, poiché non hanno nel nucleo minori, disabili o over 65.

Si trattava di una comunicazione dovuta, ma assolutamente non nuova perché riguardante una notizia abbondantemente annunciata. Ecco perché fomentare l’odio verso il governo che l’ha varata e annunciata già sette mesi fa è davvero populismo di infimo profilo.

Se i partiti di opposizione avessero voluto dimostrare serietà, avrebbero potuto presentare proposte di sussidi alternativi e collaborare con il governo per l’individuazione di soluzioni non penalizzanti per i meno abbienti davvero in difficoltà e senza paracadute. Hanno preferito, invece, cavalcare la protesta di chi ha capito che è finita la pacchia. Non è una cosa bella, non è indice di maturità e di senso di responsabilità. Davvero una brutta pagina della dialettica maggioranza-opposizione.

Inevitabile e ampiamente condivisibile, la ritorsione da parte degli esponenti di maggioranza.

Il gruppo parlamentare di Fratelli d’Italia, per bocca del suo presidente, Tommaso Foti, ritiene sempre più necessaria la costituzione di una commissione parlamentare di inchiesta per accertare le eventuali responsabilità dell’ex Presidente dell’Inps, Tridico, “per non avere consapevolmente attivato i controlli, al fine di non far perdere consenso elettorale e personale ai suoi mandanti”.  Foti ha definito il reddito di cittadinanza "una misura assistenzialista, nata con uno scopo demagogico, scritta male, attuata peggio, il che ha comportato enormi danni all'erario".

Se in questa fase, anche le situazioni marginali saranno trattate con efficacia e tempestività, si potrà isolare di chi preferisce puntare sullo scontro sociale per provare a rimescolare le carte e a tornare in sella.

Un tentativo maldestro destinato a fallire miseramente.

 

© 2023 CIVICO20NEWS - riproduzione riservata

Stampa solo il testo dell'articolo Stampa l'articolo con le immagini

Articolo pubblicato il 02/08/2023