Pedrale contro lo spreco di 22 milioni per il referendum sulla caccia
Il cinghiale

Il Consigliere regionale, Capogruppo Pdl, verifica la disponobilità delle forze politiche

“I piemontesi non sono disponibili a bruciare 22 milioni di euro della Regione Piemonte per una consultazione che probabilmente non raggiungerà il quorum richiesto”.

 

Queste le parole del presidente del Gruppo consiliare regionale del Pdl Luca Pedrale al termine della riunione della III Commissione, convocata per verificare la disponibilità delle diverse forze politiche a superare l’appuntamento referendario previsto per il prossimo 3 giugno.

 

“Domani – annuncia Pedrale – la Commissione si riunirà ad oltranza nel tentativo di arrivare alla definizione di un ordine del giorno che stabilisca le linee guida della nuova legge regionale sulla caccia. La condivisione di questo documento tra le varie forze politiche ci consentirà così di abrogare la legge regionale in vigore, la n. 70, e quindi di evitare la consultazione referendaria”.

 

“Noi, come Pdl, chiediamo che 22 milioni di euro previsti per il referendum – spiega Pedrale –vengano destinati all’assistenza sociale e in particolare agli anziani non autosufficienti, ai disabili e ai malati di Alzheimer. Per risparmiare questi soldi, però, entro 48 ore bisogna trovare un’intesa politica su due o tre punti”.

 

“Le stesse associazioni venatorie – precisa il capogruppo del Pdl – sono disponibili a rinunciare ad alcune specie cacciabili. Si può poi trovare l’accordo su una rimodulazione delle domeniche di caccia, in particolare in primavera e in estate. Infine, ci può essere un’intesa sul divieto di cacciare sui terreni innevati, derogando ovviamente per gli ungulati, per i quali sono già previsti dei piani di abbattimento regionali e provinciali”.

 

“La Giunta regionale, la maggioranza e la minoranza consiliare – aggiunge Pedrale – devono avere uno scatto di responsabilità e di maturità verso i piemontesi. Sono convinto che con un po’ di buona volontà si possa evitare questo referendum”.

 

“I tempi per questo scatto di responsabilità – conclude Pedrale – sono però ormai giunti al limite: per il momento abbiamo chiesto la sospensione della stampa delle schede elettorali. Ma se entro poche ore non verranno assunte le decisioni fondamentali per la sospensione del referendum, la tipografia dovrà procedere alle operazioni, con l’inevitabile esborso di denaro che, soprattutto in questo momento, sarebbe utile investire in progetti più significativi e urgenti per la popolazione piemontese”.

 

 

 

 

 

 

Stampa solo il testo dell'articolo Stampa l'articolo con le immagini

Articolo pubblicato il 27/04/2012