La vita sulla Terra

Le Grandi Estinzioni di Massa

Molto spesso sentiamo parlare di gravissimi problemi ambientali che potrebbero, a breve, portare all’estinzione di numerose forme di vita sul nostro Pianeta.

Si tratta di un tema assai dibattuto, spesso legato alle rapide variazioni delle condizioni ambientali determinate dall’ambiente stesso o dall’uomo.

La vita sulla Terra è stata caratterizzata fin dall’inizio da periodi di relativa serenità, anche se questo termine non possiede le valenze comunemente attribuite, a periodi caratterizzati da cambiamenti catastrofici dovuti a cataclismi naturali.

Dobbiamo immaginare la Terra primordiale come una palla di fuoco, ove vulcani, terremoti e sconvolgimenti vari ne modificavano senza posa la morfologia. Piogge di comete e meteoriti ne bersagliavano la superficie, quegli stessi corpi celesti che portarono la preziosissima acqua sulla Terra.

Secondo la maggior parte degli studiosi, l’opinione prevalente è che l’origine dei mari sia di origine extraterrestre, ovvero sia letteralmente “piovuta dal cielo”, portata da comete ed alcuni tipi di meteoriti, le condriti carbonacee, che si formarono nel lontano passato di miliardi di anni fa, quando si formò il Sistema Solare.

Come sicuramente sappiamo l’evoluzione della vita sulla Terra è stata un processo lungo e molto articolato, una percorso accidentato che ha portato a forme sempre più complesse di individui nati nel mare, che sono successivamente emersi sulla superficie per pionierizzare ogni angolo del Pianeta.

I geologi suddividono in Ere i vari periodi che hanno portato la massa rocciosa raffreddata della crosta terrestre a modificarsi, stravolgersi a frammentarsi, a collidere con altre masse per dar origine alla attuale geografia.

Le grandi Ere geologiche sono separate da momenti drammatici, evidenziati da catastrofiche estinzioni che, a vari gradi hanno portato alla scomparsa di numerosissime specie animali e vegetali.

Per dare un’idea di quanto esposto, riporto una classica tabella che parla dalle cinque principali Estinzioni di massa che hanno fatto da spartiacque alle grandi Ere geologiche:

 

1      Ordoviciano-Siluriano (circa 450 milioni di anni fa)

2      Devoniano superiore (circa 375 milioni di anni fa)

3      Permiano-Triassico (circa 250 milioni di anni fa)

4      Triassico-Giurassico (circa 200 milioni di anni fa)

5      Cretaceo-Paleocene (circa 65 milioni di anni fa)

Importante ricordare che, in genere, le grandi estinzioni di massa sono da considerare fenomeni molto rapidi, ma rapidi in tempi geologici. Si può trattare di centinaia di migliaia, come di milioni di anni, e in questi brevi lassi di tempo scompaiono percentuali elevatissime di specie.

La Prima grande estinzione - Ordoviciano-Siluriano (circa 450 milioni di anni fa) – durò alcuni milioni di anni ed avvenne a causa di imponenti glaciazioni che determinarono l’abbassamento repentino (milioni di anni) del livello del mare causando l'estinzione di molte specie marine, in particolare quelle che popolavano i fondali bassi e le acque calde.

Dobbiamo anche considerare che in questo periodo storico i continenti iniziano ad essere spinti in varie direzioni dal fenomeno della Deriva: il supercontinente Gondwana, transitando vicino al Polo Sud dell'epoca, fu oggetto di una prolungata glaciazione.

Due eventi glaciali, separati tra loro da circa 500.000-1.000.000 di anni, che modificarono l’altezza dei mari facendola salire rapidamente.

In questo periodo la Prima grande estinzione di massa condusse alla perdita di circa l'85% delle specie allora esistenti fra invertebrati e pesci primitivi.

La Seconda Grande estinzione avvenne durante il Devoniano superiore (circa 375 milioni di anni fa), durò secondo alcuni paleontologi circa 3 milioni di anni e condusse alla scomparsa dell’82% delle specie viventi. Le cause che la determinarono non sono ancora molto chiare, alcuni studiosi le imputano alla caduta di grandi meteoriti, altri a un lungo periodo caratterizzato da una forte diminuzione di biodiversità. Infine, secondo un'altra ricerca, si parla di danni da Raggi UV, dovuti  al forte deterioramento dello strato di ozono che protegge la terra innescato da un riscaldamento climatico globale.

La più grave tra tutte le cinque estinzioni di massa è sicuramente quella avvenuta circa 250 milioni di anni fa, e che caratterizza il confine geologico  Permiano-Triassico. Durante questo periodo scomparvero circa il 96% delle specie viventi. Non tutti gli studiosi concordano la durata di questo processo, molti affermano che si tratti di un periodo di circa 3 milioni di anni.

Sulle cause non tutti si trovano d’accordo. Alcuni mettono in relazione i fenomeni vulcanici intensi, verificatesi proprio 250 milioni di anni fa, altri affermano che la causa sia dovuta alla caduta di un asteroide che avrebbe colpito la Terra formando l’enorme cratere di Wilkes di 450 km di diametro, presente in Antartide, risalente a 250 milioni di anni fa.

Avviciniamoci, geologicamente ai nostri giorni…

Quarta Grande Estinzione di Massa: Triassico-Giurassico (circa 200 milioni di anni fa).

Al termine del Triassico, la temperatura del nostro Pianeta salì di circa 5 gradi Celsius e si estinse circa il 76% delle specie viventi.

Oltre all’impatto di grandi asteroidi, parteciparono alla catastrofe biologica le variazioni del clima. La crescente aridità, l’anossia dei fondali marini, le variazioni del livello dei mari e la divisione del grande continente di Pangea, i cui frammenti viaggiavano alla deriva.

Il riscaldamento globale del pianeta, nel corso dei successivi 150.000 anni, avrebbe provocato un aumento del 400% dell'erosione delle rocce presenti sulla superficie terrestre, causando reazioni chimiche che ridussero drasticamente il diossido di carbonio in eccesso ponendo fine alle alte temperature, causa del riscaldamento globale.

L’ultima, si fa per dire, ovvero la Quinta Grande Estinzione di Massa, avvenne circa 65 milioni di anni fa alla fine del Periodo Cretaceo e l’inizio del Paleocene.

Tale evento geologico comportò la scomparsa del 75% delle specie presenti sulla Terra, compresi i Dinosauri non aviani.

In quel periodo, nella Penisola dello Yucatan un grande asteroide di oltre 10 km di diametro precipitò, formando un cratere di oltre 180 km di ampiezza.

Tale impatto determinò l’oscuramento del cielo per un lunghissimo periodo, difficile da valutare, causando la morte per oscuramento della luce di enormi quantità di vegetali, cibo per gli animali erbivori, comprese molte specie di Dinosauri. Morti gli erbivori la stessa sorte toccò ai carnivori che si trovarono senza prede di cui cibarsi.

Si calcola che un meteorite dal diametro di 10 km colpì la Terra alla velocità di circa 30 km/s, liberando un'energia pari a 10.000 volte quella generabile da tutto l'arsenale nucleare presente sulla Terra.

Come possiamo notare i cambiamenti climatici ci accompagnano dall’inizio dei tempi e sembrerebbero essere dovuti esclusivamente a cause naturali.

In un prossimo articolo affronteremo l’argomento della Sesta Grande Estinzione di massa, argomento spinoso ma di grandissima attualità.

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Articolo pubblicato il 30/07/2023