Amare Torino dai particolari

A cura di Luciano Brussino

Prosegue la proposta delle fotografie di Luciano Brussino, con didascalie da lui elaborate, per offrire ai Lettori di Civico 20 News la possibilità di cogliere dettagli suggestivi della nostra città (m.j.).

Anche questa epigrafe moderna, non è male. Apparsa alla rotonda di corso Unità d’Italia fronte ospedale Regina Margherita.

Particolari di un gruppo scultoreo che occorre vedere obbligatoriamente per la sua bellezza. Realizzato nel 1788 dai fratelli Ignazio e Filippo Collino, scultori di corte settecenteschi. L’opera venne collocata nel loggiato del palazzo dell’Università in via Po nel 1820. Il gruppo rappresenta la Fama che incatena il Tempo ad indicare come la grandezza e la gloria dei Savoia non sia soggetta al declino del tempo.

Ogni tanto è simpatico osservare le targhe commemorative. Questa si trova in via Bogino 21, casa natale del conte Cesare Giustiniano Enrico Giuseppe Maria Teobaldo Alfieri di Sostegno.

Senatore del Regno, più volte ministro fu il promotore della legale istituzione delle scuole infantili a Torino, creò scuole superiori con nuove cattedre assegnate a uomini di grande levatura morale e preparazione. Fu tra coloro che indussero l’indeciso Carlo Alberto a concedere lo Statuto del 1848.   

Passeggiando in piazza Palazzo di Città e relativa omonima via, è interessante fare caso a quei tettucci o “velette” che spuntano con inclinazione spiovente dalle mura dei portici. Molti hanno pensato potessero essere dei piccoli ripari per i banchi del mercato che un tempo si teneva in quella piazza (Piazza delle Erbe). Non è così. Quei ripari servivano a riparare le Guardie di Palazzo composte, diremmo oggi, da personale in quiescenza e quindi di una certa età, chiamate familiarmente Piotin

Il compito di queste Guardie era sorvegliare e proteggere il transito delle autorità nel loro percorso tra il Palazzo Civico e il Palazzo Reale.   

Antonio Benedetto Carpano nel 1786 industrializzò una bevanda, a quel tempo poco conosciuta, cui diede il nome di Vermut, Vermouth o Vermuth dal tedesco Wermut, nome dell’artemisia maggiore, componente essenziale della bevanda. Originariamente la produzione avveniva nello stabilimento di Barriera Nizza, dove adesso c'è EATALY, poi, a seguito della cessione alla Branca tutta la produzione si è trasferita a Milano.

Il ghetto ebraico torinese, il cui centro principale risale al 1679, è una porzione di città compresa tra le vie Maria Vittoria, Bogino, Principe Amedeo e San Francesco da Paola. Voluto da Maria Giovanna Battista di Nemours, reggente. Ben presto il centro originario  divenne incapiente e così si decise di aprirne uno nuovo in via Des Ambrois 2 . Questo è il portone originale di quella via.  Bisogna attendere la legge 29 giugno 1848, n. 735, per veder riconoscere i diritti politici agli ebrei.

Luciano Brussino

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Articolo pubblicato il 03/08/2023