Il rifugio del Duca - La magnifica Villa Melzi di Bellagio (Como)

Di Alessandro Mella

Bellagio sorge sulle rive del Lago di Como e da sempre è meta di turisti e villeggianti attratti dal clima mite, dalla bellezza del paesaggio e dai suoi antichi e storici vicoli.

Nel 1944, ad esempio, vi morì il poeta futurista Filippo Tommaso Marinetti che vi si era rifugiato negli infelici mesi burrascosi e tempestosi della Repubblica Sociale Italiana.

Tuttavia, essa fu sempre al centro dell’attenzione di personalità di primissimo piano come Francesco Melzi D’Eril, duca di Lodi ed importante figura dell’Italia napoleonica, che vi fece edificare una sontuosa residenza con parco, oggi monumento nazionale, tra il 1808 ed il 1812. Il progetto fu da lui affidato all’architetto Giocondo Albertolli mentre decori ed arredo furono curati da vari artisti del tempo, tra i quali Giuseppe Bossi, Giovan Battista Comolli ed Alessandro Sanquirico.

Tramite vari passaggi ereditari e legami matrimoniali la villa passò infine ai Gallarati Scotti che sono ancora oggi i proprietari.

Il complesso è assolutamente degno della massima attenzione e meritevole di una visita anche se questa può avvenire solo parzialmente poiché si possono esplorare i giardini, enormi e ricchissimi di flora di ogni genere, ed alcune esposizioni distribuite nei locali di servizio e nell’antica orangerie. Vi è da dire che il giardino fu curato per le sculture da Luigi Canonica e per la parte da botanica da Luigi Villoresi, i quali avevano svolto il medesimo incarico presso la residenza del viceré Eugenio a Monza.

Il palazzo vero e proprio non fu, almeno per noi, visitabile con nostro enorme dispiacere pur comprendendo, ovviamente, le scelte della proprietà.

Più che altro perché all’interno sono ospitati quadri importanti come due opere di Andrea Appiani ed altre di van Dyck, Rubens, Van Ruysdael e diversi ancora. L’edificio ospitò anche importanti figure storiche come il compositore Listz o Vittorio Emanuele di Savoia, conte di Torino, reso celebre dal duello parigino con il duca d’Orleans:

Si arrivò fino alla villa Melzi presso Bellagio, ove si scese; la numerosa comitiva si sparse nel magnifico giardino; poi il padron di casa ricevette il Conte di Torino e quanti lo accompagnavano. La visita fu breve; risaliti in battello, con un piovischio intermittente si riprese la rotta per l'Olmo (…). (1)

Anche se non del tutto aperto al pubblico, nondimeno visitare il sito richiede del tempo perché i giardini all’inglese sono assai impegnativi, ma davvero ricchi di molti tipi di piante e soprattutto di statue di vario genere disposte lungo il percorso e la passeggiata.

Particolarmente interessante, ed ambito per le foto ricordo, è il chiosco colonnato, con un tocco orientale nello stile, che si affaccia sul lago e nel quale si notano i busti dell’imperatore d’Austria Ferdinando I, di Marianna di Savoia e dei duchi Lodovico Melzi e della moglie Josephine Melzi Barbò ultimi proprietari della villa prima del passaggio ai Gallarati Scotti.

Proprio dietro il “gazebo” sorge il monumento a Dante e Beatrice opera del celebre Comolli. (2)

Proseguendo si costeggia il palazzo principale, alto ed imponente, semplice e spartano nello stile, con due scale che si ricongiungono in fronte. Curiosa l’antica gondola veneziana posta in riva al lago e che ai Melzi appartenne.

Si giunge, poi, alla cappella privata edificata a margine del complesso e che funge anche da sacrario dei Melzi stessi con diverse tombe monumentali di famiglia, tra cui quelle di Giovanni Francesco e Lodovico contornate di riferimenti araldici tra la cui lo stemma della famiglia munito di tocco ducale napoleonico.

Meravigliose ed eccezionali sono le collezioni archeologiche ospitate nei locali che si incontrano seguitando nel percorso. Vasellame di ogni tipo ed epoca con superbi decori, statue, anfore e cimeli di varie epoche con particolare attenzione alle civiltà egizie, etrusca a romana. Raccolte private in parte acquistate da Giovanni Francesco Melzi D’Eril ed in parte dai Gallarati Scotti.

Salendo all’orangerie, invece, si possono ammirare importanti cimeli dell’epoca napoleonica cui i Melzi dovettero parte delle loro fortune. (3)

In ultimo tratto si può proseguire lungo camminamenti alberati di rara bellezza, arricchiti dal paesaggio lacustre, che conducono infine all’uscita.

Tutta la visita vale assolutamente i ben spesi soldi del biglietto tanto più che l’amministrazione permette di fotografare, purché senza flash, tutto in libertà.

Un luogo, quindi, da inserire assolutamente nei propri percorsi turistici e culturali per un viaggio incantevole lungo secoli di storia e tanta smisurata bellezza.

Alessandro Mella

NOTE

1) Gazzetta Piemontese, 265, Anno XXIV, 24-25 settembre 1890, p. 2.

2) In tutte le sue opere il Comolli ebbe “il fare dignitoso e pieno di bellezza e di grazia del suo grande maestro”. Fra queste opere sono da ricordare il gruppo di “Dante condotto da Beatrice nelle regioni celesti”, che sorge nella villa Melzi a Bellagio. (Il Piccolo, 50, Anno XLIV, 24 giugno 1889, p. 45).

3) Molte delle notizie riportate in questo articolo sono tratte dai pannelli descrittivi disponibili lungo il percorso di visita.

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Articolo pubblicato il 26/07/2023