Non c'è politica senza filosofia

La politica, secondo un'antica definizione scolastica, è l'Arte di governare le società

Alternativa tricolore propone un'interessante riflessione che proponiamo ai lettori:

La politica, secondo un'antica definizione scolastica, è l'Arte di governare le società. Il termine, di derivazione greca (da polis "π?λις", città) si riferisce a chi governa.

Se la politica è l'arte di saper governare se ne deduce per logica che il suo fine è il "benessere collettivo"(abbiamo quindi così definito lo scopo).

Come si può arrivare a questo scopo?Quali sono le condizioni necessarie per poter intraprendere questa via?Pensate che tutti possano riuscire in quest'arte?

 

Se il fine della politica è il benessere collettivo, i requisiti necessari per coloro che vogliono riuscire nell'impresa è rappresentato dall'inequivocabile possesso di valori, valori acquisiti, saldi, irremovibili.

 

La parola "Benessere" porta in sè la parola "Bene", quindi i valori per tendere al bene devono essere valori virtuosi e nient'altro di diverso.

A questo punto abbiamo definito lo scopo della politica (il benessere collettivo) e la condizione di partenza per ottenerlo (i valori) ,ma manca ancora una cosa fondamentale: come facciamo a raggiungere lo scopo partendo dai valori?

 

Occorre senz'altro il "Metodo". Dico "il" metodo e non "un" metodo, perchè l'unico modo per far vivere l'idea nella realtà per il raggiungimento di uno scopo è "l'azione".

Ma che tipo di azione?Qualsiasi?

Certamente no: partendo da valori virtuosi con lo scopo di intraprendere una strada che porti al benessere collettivo, l'unica azione logica è quella guidata dalla coerenza.

Facciamo un esempio: credereste ai propositi  di un politico scoperto a rubare di voler fare il bene del Paese?No?Perchè?

Perchè la sua idea manca di coerenza, se così non fosse i suoi valori gli impedirebbero di rubare, perchè il "rubare" è un'azione che rende impossibile il raggiungimento del benessere collettivo.

 

Se riflettiamo su quanto appena detto ci accorgeremo tristemente che la situazione odierna è caratterizzata da falsi politici che hanno sostituito il vero fine della politica con l'interesse individuale.

Naturalmente non abbiamo la bacchetta magica per cambiare le cose in un secondo, ma crediamo che aiutare la gente a "riflettere", possa permettere di aprire gli occhi impedendo a chi detiene il potere di distrarci e ingannarci con false intenzioni e parole non supportate dai fatti. Se per qualche lettore stessi dicendo un'eresia mi spieghi allora costui perchè il benessere collettivo è così lontano dalla realtà odierna!

 

Con lo scopo di   favorire nel lettore lo sviluppo di  una mentalità critica, necessaria per orientarsi nella realtà, piena di falsità e di apparenze, abbiamo deciso di creare alternativatricoloreriflessionecritica.blogspot.com

 

Convinti del significato originario della politica e rendendoci conto della sua degenerazione e traviazione attuale, ci proponiamo di sensibilizzare le persone alla comprensione della realtà e di fornire loro gli strumenti per valutarla in modo critico, razionale e logico al fine di poter raggiungere insieme l’obiettivo: il benessere collettivo.

 

 

 

L’uomo politico, ragionando logicamente, deve necessariamente saper distinguere il bene dal male, ma soprattutto aver così fortemente interiorizzato il valore del bene, che qualora gli si presenti l’occasione di tradirlo, sia incapace di operare in direzione opposta a questo valore.

 

Non occorre compiere grossi sforzi di immaginazione per vedere nella realtà odierna le continue e ripetute azioni contro questo valore e quindi verso il benessere collettivo, scopo vero della politica, da parte dei politici attuali. Come mai?

 

Riflettendo e cercando di rispondere a questa domanda si spiegherà anche l’affermazione del titolo di questo articolo: “Non c’è politica senza filosofia”.

 

L’uomo politico deve dunque avere come valore il Bene, ma c’è anche un altro valore che non gli può mancare: il valore della “Giustizia”.

Pensate che possa esistere un buono stato senza il valore della Giustizia?

 

Ed ecco allora come la filosofia gioca un ruolo determinante nella politica: la filosofia ((dal greco φιλοσοφ?α, composto di φιλε?ν (filèin), "amare", e σοφ?α (sofìa), "sapienza") è  amore per il sapere . A differenza delle altre discipline il suo campo d’oggetto non è limitato e circoscritto nella materia, poiché esso è la conoscenza.

 

La parola filosofia indica un nesso fondamentale fra il sapere e l'amore, inteso non tanto nella sua forma passionale (anche se l'eros, il desiderio, per Platone, è il movente fondamentale della ricerca filosofica), ma in una accezione più vicina al sentimento dell'amicizia.

 

Aristotele dedica una parte importante della sua Etica Nicomachea (libri VIII e IX) alla discussione della philìa, tradotto tradizionalmente con "amicizia".

Per Aristotele la forma più nobile di amicizia è quella che non si basa solo sull'utile o sul dilettevole, ma sul bene. Il filosofo, sarebbe dunque l'"amico del sapere", cioè del conoscere, non per usarlo come mezzo o solo per piacere intellettuale, ma come fine a sé stesso. Cosa significa?

 

Significa che il filosofo è innamorato della ricerca della verità, significa che egli è spinto da questa ricerca a interrogarsi sull’uomo,sulla vita e sull’esistenza, ponendosi anche domande che si spingono oltre gli elementi contingenti dell’esperienza sensibile (metafisica), significa che egli in nome di questa ricerca non vende le sue virtù per questioni venali o di potere, significa che il filosofo,in quanto amante disinteressato del sapere e della ragione è in grado di cogliere l’idea del Bene.

Una delle classiche accuse che si sono rivolte alla filosofia è di essere un sapere considerato astratto.

 

Vorrei a questo proposito riportare una frase di Cartesio (René Descartes):

“La filosofia non è un tempio, ma un cantiere.”

 

Con questa frase si risponde in merito a chi considera la filosofia un sapere astratto. Vediamo il perché: il saggio, il filosofo, nel senso greco del termine, non è l'uomo perso nelle sue riflessioni teoriche; egli possiede invece l'abilità di farne un uso concreto, pratico: la filosofia come “stile di vita”, saggezza intesa come “saper vivere”, in una unità di teoria e prassi tipica dell'epoca greca nella quale appunto nasce.

Il tema è trattato approfonditamente da Pierre Hadot in una delle sue opere principali, “Che cos'è la filosofia antica?”, nella quale illustra quanto lontano fosse il pensiero greco dalla costruzione di sistemi ideali astratti ed avulsi dalla realtà.

 

Dopo aver spiegato perché il vero politico non può essere estraneo alla filosofia, ci tengo qui di  seguito ad elencare alcuni  campi d’indagine della filosofia pratica  (essa si divide infatti in teoretica e pratica). Noterete la veridicità di quanto essa sia non tempio ma cantiere!

 

E’Aristotole a definire per primo la filosofia pratica:

“E’ giusto anche chiamare la filosofia (philosphian) scienza della verità, poiché di quella teorica è fine la verità, mentre di quella pratica è fine l’opera (ergon); se anche infatti i (filosofi) pratici indagano come stanno le cose, essi non considerano la causa per sé, ma in relazione a qualcosa ed ora.”

 

Fa parte della ricerca della filosofia pratica :

 

Ø    Etica o morale: è il campo d'applicazione pratico della filosofia per eccellenza. Il suo oggetto è l'uomo in quanto essere sociale: essa in particolare si occupa di determinare ciò che è giusto o sbagliato, distinguendo il bene dal male in base a una determinata teoria dei valori o assiologia. L'etica è intesa anche come la ricerca di uno o più criteri che consentano all'individuo di gestire adeguatamente la propria libertà e di determinarne i limiti opportuni.

Ø    Filosofia del diritto: si tratta di una disciplina intermedia fra filosofia e diritto, che si occupa di definire i criteri attraverso cui si forma il sistema delle norme che regolano la convivenza umana, e i principi in base ai quali un sistema giuridico può essere riconosciuto come valido e vigente. 

Ø    Filosofia della politica: oggetto di questa disciplina sono le istituzioni nella loro formazione, soprattutto per ciò che riguarda i fattori che regolano l'instaurazione e il mantenimento del potere nei confronti di coloro che vi sono sottoposti. 

Ø    Filosofia della storia: la filosofia della storia si occupa della problematica classica del significato della storia e di un suo possibile fine teleologico. Essa si chiede se esista un disegno, uno scopo, un obiettivo o un principio guida nel processo della storia umana. Altre questioni su cui si interroga questa disciplina sono se l'oggetto della storia è la verità o il dover essere, se la storia è ciclica o lineare, o se esiste in essa il concetto di progresso.

 

Non voglio in questa sede elencare tutti i campi d’indagine della filosofia , ma ho voluto metterne in evidenza alcuni della filosofia pratica per far emergere il vero significato e la veridicità dell’affermazione cartesiana: “La filosofia non è tempio, ma cantiere”.

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Articolo pubblicato il 24/04/2012