La Francia nel caos

Da diverso tempo il nostro vicino transalpino vive nel caos di una pseudo guerra civile. Dopo l'indifferenza più totale i media scoprono che i nostri cugini sono al "collasso" sociale.

In terra d'Oltralpe, da diversi giorni, imperversa la guerra civile. O per lo meno questo ci vogliono far credere i nostri media. 

In realtà, la situazione era già da qualche anno tesa e pronta ad esplodere. Nei mesi scorsi molte città della Francia erano già state messe a ferro e fuoco.

Il fallimento della politica di Macron è solo la punta di un iceberg ben più profonda, radicata nella società francese.

Una società falsamente inclusiva. Forzatamente antirazzista. Una Nazione disposta ad accettare ogni sorta di etnia africana, a patto che non si mischi nei quartieri ricchi delle città. 

Gli stranieri e i musulmani vanno bene, che mutino pure il tessuto sociale francese a loro immagine, in accordo che ciò avvenga solo nelle loro zone, nelle loro "banlieue".  Non tocchino i grandi ricchi del centro, solo i francesi poveri o del ceto medio impoverito. 

I bianchi poveri devono accettare i nuovi diktat del politicamente corretto. Devono supinamente accogliere ogni sorta di delinquente africano e islamico, pena, l'accusa di razzismo e l'ostracismo della società "per bene". Quella stessa "società" che risiede anche da noi, nelle zone ZTL, di orientamento "medio-progressista", come si direbbe in un film di Fantozzi.

Ma veniamo ai giorni nostri. Quello che stiamo assistendo nella Francia attuale è il fallimento di decenni di politiche buoniste. Falsamente inclusive. Politiche che puntano a ghettizzare tutti, nel nome di un uniformismo sociale che azzeri identità e differenze. 

Spesso è moda degli ultimi tempi citare la Roma antica come esempio di società multirazziale. 

Questi pseudostorici prestati al politicamente corretto dimenticano che Roma era prima di tutto un modello di Civiltà. Elemento fondamentale per potersi uniformare. 

Inoltre, i nostri Antenati erano fortemente rispettosi delle singole identità. Non solo tutelavano col diritto le singole libertà religiose, ma persino gli usi e costumi dei singoli popoli inglobati. I quali accettavano autonomamente i costumi dei nostri Patres latini. Senza alcuna imposizione. 

Ora, rapportato a Roma antica, l'attuale Europa è la negazione di tutto ciò. 

L'attuale modello di inclusione regge su falsi miti ideologici, figli del nefasto libertarismo sessantottino. 

Gli ‘apostoli’ di Marcuse crearono quella società a "uomo unidimensionale" tanto scongiurata dal loro maestro.

Le élite finanziarie capirono che l'anarcocomunismo del '68 poté essere riconvertito in anarcocapitalismo. Il quale, senza più controllo alcuno, poteva abbattere ogni barriera, senza distinzione. Con la scusa dei diritti delle minoranze si poteva plasmare il mondo nuovo retto dalla finanza e dal mercato.

Ora, una parte della popolazione francese si è rivolta contro il proprio Stato. Questo dimostra che il Paese si trova nelle prime fasi di una guerra civile. Quello stesso Stato che voleva disintegrare la propria popolazione ora si ritrova assediato dagli stessi problemi che ha generato in periferia. Questa è anche l’opinione espressa da Eric Zemmour, leader del partito di destra ‘Reconquista’, in un'intervista alla stazione radio locale Europe 1.

Egli ritiene che il movimento di protesta abbia un carattere sociale, etnico e razziale. La maggior parte dei rivoltosi sono immigrati che compiono pogrom e saccheggiano negozi.

Semmour ritiene che la politica migratoria perseguita da Parigi negli ultimi 20 anni sia stata un fallimento. A suo avviso, la politica è dannosa per gli interessi dei nativi del Paese.
Il politico è convinto che solo un leader forte e determinato possa affrontare la crisi del Paese, causata da un gran numero di migranti. Egli rimprovera alle autorità liberali di aver permesso un tale afflusso di migranti dall'Asia e dall'Africa in Francia, i quali, ora sono in grado di distruggere e incendiare le città francesi.
Il Paese si ritrova all’ennesimo giorno di disordini, scatenati dall'uccisione di un adolescente di origine algerina da parte delle forze dell'ordine.
Al momento uno dei luoghi più caldi del Paese è Marsiglia. La polizia ha dovuto usare i gas lacrimogeni contro i manifestanti e ha arrestato i saccheggiatori.
Chiaramente la motivazione etnica e religiosa non è sufficiente per spiegare quanto sta succedendo. In mezzo ai rivoltosi vi sono anche bianchi impoveriti del ceto medio francese, anche loro vittime, esattamente come gli immigrati, del sistema di sfruttamento e di spoliazione delle identità messo in atto dagli esecutivi progressisti e liberali.

Da notare che il sistema francese va in crisi quando il ruolo della Francia viene ridimensionato nelle rispettive ex colonie, o terre d’oltremare. Accadde nel 68’ con l’esecutivo De Gaulle durante la crisi algerina; accade ora che la Wagner Group si sostituisce nelle ex colonie africane amministrate disastrosamente durante gli esecutivi Sarkozy, Hollande e Macron.

Che forse dietro questi disordini ci sia lo zampino della vecchia classe militare francese? Sempre più insofferente rispetto alle umiliazioni subite in Africa e all’islamizzazione interna, a cui, silenziosamente, ma con dolore, assistono i generali eredi dei Bonaparte e dei De Gaulle.

 

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Articolo pubblicato il 03/07/2023