La «Torino noir» vista e narrata da Milo Julini

Donne devianti del 1899

Nella Cronaca de La Stampa del 16 settembre 1899 troviamo una serie di notizie che coinvolgono donne di varia età e che appaiono poco rassicuranti per la malvagità di cui danno prova.

Le abbiamo riportate, disponendole secondo l’ordine crescente di età delle protagoniste e non seguendo quello del quotidiano. Iniziamo con quella che il titolo definisce «Una ragazzina fuggitiva e discola».

Leggiamo:

Ieri, alle ore 18, due Guardie Rurali(*) scorsero innanzi alla casa n. 256, sullo stradale di Moncalieri, una ragazzina la quale, attorniata da molte persone, raccontava di essere orfana e scacciata da una famiglia di Roaschia (Cuneo), che l’aveva ritirata in casa, e che da un mese a questa parte viveva della carità pubblica errando di paese in paese.

La piccina, che è certa Viale Margherita, d’anni dieci, nata precisamente in detto Comune, fu da quegli agenti accompagnata al Municipio, donde si provvide per un provvisorio ricovero per la notte.

Ma le Guardie stesse, con loro sorpresa, seppero dalle Suore Trappiste, nel cui istituto, in regione San Vito, la piccina era ricoverata, che la Viale era fuggita verso le 18 di ieri dal loro Istituto.

La fuggitiva e discola ragazzina venne in seguito consegnata ad un incaricato mandato dalla superiora a ritirarla.

Promette bene, la piccina!

Se questa prima notizia non viene ad assumere valenze giudiziarie, ma può soltanto destare sorpresa per l’incredibile fantasia simulatrice della bambina, la seconda riguarda una vera e propria truffa, attuata da una intraprendente signorina ancora minorenne:

Il genio inventivo di una truffatrice diciassettenne. - L’altro giorno, verso le ore 18, una giovinetta si presentava nel negozio della modista signora Grisoni Felicita, in via Lagrange, N. 1, e dicendosi inviata dalla sua padrona - una baronessa abitante al n. 7 di piazza San Carlo - pregò di consegnarle sei cappellini di lusso da portare a casa alla padrona perché potesse misurarli e sceglierne uno di suo gradimento.

La signora Grisoni accondiscese premurosamente alla richiesta, e messi sei cappellini in altrettante scatole, ne consegnò tre alla sconosciuta e tre ad una sua giovane commessa, a cui diede incarico di riportare poi indietro quelli non scelti dalla baronessa.

Le due giovani uscirono dal negozio, ma giunte che furono in piazza San Carlo, invece di entrare al N. 7, la sconosciuta pregò la compagna dl andare con lei fino in via Garibaldi da una sarta, a cui doveva parlare per conto della baronessa.

La giovine commessa la seguì infatti fino alla casa indicatale. Quando furono giunte, la sconosciuta la pregò di attendere per pochi istanti sulla porta ed entrò.

La commessa ne attese il ritorno, ma poscia, insospettita ed impazientita dalla lunga attesa, entrò a sua volta nel portone per fare ricerca della compagna.

Questa, però, era nel frattempo sparita da un’altra uscita che dà verso via Bellezia.

La giovine commessa, convinta allora di essere stata abilmente giocata dalla sconosciuta, corse a narrare l’avvenuto alla signora Grisoni, la quale corse a sua volta, a denunciare la truffa alla Questura.

Questa avviò delle indagini e ne scoprì l’autrice in persona di certa Casalotto Maria, d’anni 17, nella cui casa vennero infatti trovate le tre scatole contenenti i tre cappellini della signora Grisoni.

Anche se Maria Casalotto è stata rapidamente identificata e arrestata dalla Polizia, il cronista le riconosce quello che definisce «genio inventivo». È probabile che la ragazza avesse lavorato presso qualche atelier del settore della moda e sapesse quindi trovare le parole giuste per convincere una modista ad affidarle i suoi cappellini. Ci sorge poi la curiosità se li avesse rubati per venderli e ricavarci del denaro oppure soltanto per il piacere di indossarli, magari nei suoi incontri con qualche corteggiatore, ma a questo punto ci lasciamo prendere la mano dal ricordo di Dorina, la protagonista di “Addio giovinezza”, la commedia di Sandro Camasio e Nino Oxilia del 1911 divenuta operetta e film. E non è certo il caso.

Veniamo ora alla terza notizia, riguardante due donne anziane che il cronista - usando il linguaggio dell’epoca - non esita a definire «vecchie».  

Rissa tra due vecchie. - Ieri, verso le 11 ½ sul corso Vittorio Emanuele II, accadde una scena che mosse le risa ed il disgusto in quanti vi assistettero.

Due vecchie, certe Lucia Lanzone e Giovanna Bertoglio, entrambe oltre la sessantina, rivali… in amore, si incontrarono e si affrontarono, e, dopo aver esaurito un vocabolario che è facile immaginare, si accapigliarono, mordendosi, graffiandosi e percuotendosi come due furie.

La gente che assisteva alla scena non pensava neanche a separare le contendenti, le quali dovettero ricorrere alle cure della farmacia Bertinaria.

La più malconcia nella lotta fu la Bertoglio che grondava sangue dal capo per vari colpi di pietra. Altro che amor giovanile!

Il quadro impietoso tracciato dal cronista nasce non tanto dalle tardive pulsioni amorose delle ultrasessantenni quanto dal triste spettacolo di incredibile aggressività offerto ai passanti, i quali in verità non sono intervenuti per non perdersi il divertimento gratuito...

Molti lettori dell’epoca avranno a questo punto commentato: «Na cita, na fiëttin-a, doe veje, un-a pess che l’àutra!». In effetti, anche se si tratta di casi isolati, quello che emerge è un quadro inquietante, tale da ricordare il proverbio georgiano «Se la donna fosse cosa buona, Dio ne avrebbe una».

Concludiamo con qualcosa di più piacevole: sempre a proposito di donne, nello stesso giornale compare questo simpatico comunicato, sotto il titolo: «Sport - Regate di donne».

[...] Domenica 17 corrente, alle ore 15,30, avranno luogo le regate femminili, rimandate in causa del cattivo tempo di venerdì, 8 andante, cole seguente programma:

Jole a due vogatrici con timoniera.

Sandolini montati in piedi, con giro di boa e passaggi nei cerchi.

Esperimento di nuoto, sul dorso, sistema cav. Zucconi, per la celebre nuotatrice Lucia Peirano.

Gare di nuoto promosse dalla Società Rari Nantes.

Jole ad una vogatrice con timoniere.

Giuochi nelle botti a sorpresa (novità assoluta).

Concerto musicale. [...]

Una notizia che evoca quell’immagine deamicisiana che molti preferiscono fornire della nostra città quando si parla di tempi passati.

(*) Le Guardie Rurali (o Campestri) dal 1849 affiancavano le Guardie Municipali per far osservare i regolamenti di Polizia rurale e indagare su reati contro la proprietà nelle campagne. Erano anche incaricate della tutela di strade, viali e passeggi nonché del patrimonio rurale cittadino.

© 2023 CIVICO20NEWS - riproduzione riservata

Stampa solo il testo dell'articolo Stampa l'articolo con le immagini

Articolo pubblicato il 05/08/2023