Il nostro ruolo nell’universo …

… ci lega ad esso a filo doppio.

Quanto segue si riferisce all’incontro n° 74 del 08.02.2022 che è stato suddiviso in 7 articoli. Questo è il n°4.

-------------------------

Attraverso i legami vitali con ciò che ci circonda fuori e abita dentro di noi possiamo fare tutto ciò che serve. Il modo di farlo è relativo a ciascuno di noi, coerentemente con il proprio stato d’essere e le necessità di fare proprio quelle esperienze.

-------------------------

 

Quindi partendo dalla assoluta certezza che tutto quello che abbiamo fatto, giusto o sbagliato che sia ai nostri occhi, alla nostra coscienza o al giudizio degli altri, un senso ce l’ha, cominciamo a comprendere che senso abbia, che senso abbia in relazione a noi o, viceversa, che cosa è che dentro di noi mantiene attiva quella relazione come se fosse essenziale per la nostra vita.

 

Che cosa succede facendo così? Una cosa assolutamente semplice e naturale. Tutto quello che non è tenuto in piedi volontariamente con la nostra energia si atrofizza, poco per volta viene assorbito o riassorbito nel contesto generale, senza che diventi nuovamente un elemento attivo a spese altrui mandando costantemente stimoli e richieste anche quando nessuno si rende conto che ciò stia avvenendo. Ogni oggetto che noi abbiamo portato nelle nostre vicinanze e accolto, lo abbiamo caricato di valori che continua a mantenere attirando e assumendo da noi l’energia per farlo ed occupando parte non solo della nostra mente, ma del nostro intero organismo fino ai limiti di quei 16 metri di diametro del nostro campo di influenza complessivo, del campo in cui avvengono tutti i nostri scambi interni attraverso il respiro e nel quale emaniamo tutti gli impulsi di varia natura provenienti dalle nostre attività vitali.

 

Così come sta succedendo nelle nostre case, in cui ci circondiamo di cose, così abbiamo fatto nel nostro interno. La nostra essenza è circondata da cose di cui abbiamo popolato il nostro interno per una qualsiasi ragione. Giusto o sbagliato che sia, non ha alcuna importanza. Oggi c’è, ha una ragione di essere come anche una ragione per levarsi di torno. Poco per volta i miliardi di cose che ci tengono prigionieri si riducono alle poche essenziali. Qualcuno mi ha detto che così facendo finiamo per non vivere più, non proviamo più niente, non abbiamo più emozioni, stimoli. Già! Non facciamo più questo, non facciamo più quello! Già! Ma è di quelle cose che vogliamo continuare a riempire la nostra vita? Se è così, se la risposta è sì, se vogliamo veramente continuare così, benissimo! Si può tranquillamente (si fa per dire) procedere così, senza che nessuno possa disturbarci più di quanto lo faccia già ora, se non per quello che comporta quella strada. Ma se tutto questo comincia ad andarci stretto e comincia a non avere più molto senso, beh, allora qualcosa si può e si deve cominciare a fare. Noi tutti, insieme, tutto il mondo, siamo andati a sbattere contro un bel muro che in parte ci siamo trovati, ma in gran parte ci siamo costruiti e continuiamo a rinforzarlo con le nostre manine, con una capillarità e perfezione degna di un certosino. Stiamo edificando questo muro mettendo tutti i mattoni che riteniamo essenziali per renderlo sempre più solido e sicuro. Voglio la sicurezza, et voilà un mattoncino, voglio la sicurezza a scuola, et voilà un altro mattoncino, ma anche tra casa e scuola, et voilà un altro mattoncino. Alla fine non riusciamo più neppure a respirare senza assicurarci sul fatto di poter respirare. E non usciamo neppure più dalla casa che abbiamo costruito con i mattoncini, con quei mattoncini! Anche se diciamo che sono gli altri ad impedirci di uscire, dobbiamo ricordarci che gli altri sono stati delegati da noi stessi a farlo prima di noi, per noi o in vece nostra. Sono stati delegati a dirci come farlo. Dovremo ricordarci che a tenere in piedi questo modo di operare siamo solo e soltanto noi. Se noi non continuiamo a reggere tale gioco e ci togliamo dalla base che lo regge, quel gioco crolla su sé stesso. In questi ultimi trenta anni abbiamo fatto di tutto e di più per mantenerlo in piedi e non ci siamo resi conto del costo che prima o poi avremmo dovuto pagare per questo divertimento. E adesso che ci è stato servito il conto siamo tutti lì a farci qualche domanda sul come sia potuto avvenire tutto ciò. Ci è arrivato il conto energetico, figuriamoci quando ci arriveranno i conti di tutte le altre cose di cui abbiamo allegramente usufruito pensando che fossero a costo zero o gratuite. Questa è la regola di comportamento di ogni essere umano. Non c’è qualcuno che abbia più colpe di un altro, se mai ci fossero delle colpe “coscienti”. Tutti siamo coinvolti più o meno allo stesso modo e abbiamo approfittato della situazione senza aver sentore che prima o poi il conto sarebbe arrivato. Beh, adesso è arrivato! E sulla storia dei tentativi di non pagare il prezzo facendo ciò che ho appena detto, cioè conoscere sé stessi, e quindi conoscere ed accettare le dinamiche che partono da noi e costruiscono quello che c’è intorno a noi, cercare di uscirne fuori cominciando a meditare è semplicemente come aspettare che arrivino tutte insieme le bollette da pagare al momento che smetti di meditare. Che si sia occidentali o orientali, e in qualunque modo perpetrate, quando esse bussano alla porta sono da pagare entro la scadenza indicata. Ed è necessario pagarle sapendo bene che dentro quelle bollette ci sono anche tutti gli interessi per le cose che abbiamo evitato di prendere in considerazione per lungo tempo. Pensate a quante ne ho accumulate in questi 72 anni. Esperienze di meditazione ne ho fatte anche io fino ad una trentina di anni fa. E fino a quella data ho fatto anche molte altre esperienze. Da quella data ad oggi ne sto facendo ancora e non è detto che siamo meglio o peggio di quelle fatte prima. Perché qualunque cosa fai il rischio è implicito. Una sola cosa mi è successa però in questo punto di snodo: anziché tentare di trovare sempre nuove soluzioni a cose che come tecnico ero stato abituato a fare, ho cominciato a guardare che cosa potessi togliere da tutta questa miriade di cose che servivano solo a controllarsi a vicenda per farne funzionare una anziché l'altra, oppure dovendone aggiungerne altre, oppure, oppure, oppure … scoprendo che in certi frangenti se vai in bicicletta nel traffico cittadino percorri un lungo tratto di strada alla stessa velocità di un’auto potentissima dal peso di due tonnellate e mezzo. E in certi momenti è perfino meglio scendere dalla bicicletta e camminare. Perfino stare fermo se serve. Infatti se l’aria è troppo inquinata qualsiasi sforzo diventa controproducente fino alle estreme conseguenze. Quindi non significa diventare inerti, passivi, o non fare delle cose, ma cominciare a scoprire che cosa realmente ci muove, che cosa realmente vogliamo e che cosa realmente ci mettiamo a fare per avere ciò che vogliamo davvero in relazione a quello che siamo ed abbiamo scoperto di noi. Per fare questo, credetemi, è inutile che cerchiate dei libri. Perché quello che serve è scritto dentro ciascuno di noi in maniera inequivocabile e accessibile senza bisogno di mediazioni. Anche se noi ci sbagliassimo nel seguire e fare ciò che proviene da noi stessi, quello che riteniamo un errore alla lunga si rivelerà diverso perché, come abbiamo detto, attraiamo a noi, attraverso l’attrazione gravitazionale del nostro movimento, ciò che è coerente con noi in maniera polare inversa. Quindi il più delle volte quello che ci serve lo incontriamo attraverso un apparente errore, nel suo apparente contrario polare, come suggerisce il detto: “sbagliando si impara”. Ma tutti vogliono evitare di sbagliare. In realtà non si tratta mai di errore ma di una metà della cosa intera. Se si accetta di farne l’intera esperienza si trova anche l’altra metà e così si comprende l’intero senso della cosa.

§

 

-------------------------------------------------------------------

In ogni tentativo di comprendere cosa ci stiamo a fare qui esiste un punto di partenza imperturbabile indipendente da ogni spiegazione che tentiamo di darci. Siamo talmente allenati in questo sport (darci spiegazioni) che lo abbiamo eletto a “nostro sport preferito”. In esso ci cimentiamo costruendo religioni, teorie, situazioni, opportunità e così via.

Per non smentire tale consuetudine familiare, propongo “alla vostra cortese attenzione” un’altra elucubrazione mentale visiva che ci possa mantenere in “allenamento” … oppure …

 

Ecco quindi le quattro fasi attraverso le quali possiamo individuare come sia possibile una trasformazione con cui comprendere e partecipare al dispiegarsi della vita:

 

  1. – prima fase: come agiamo ora (stato dell’arte)

 

Da un punto di origine le nostre esperienze si susseguono nel tempo.

Il nostro sforzo è quello di mantenere queste esperienze nel campo che riteniamo positivo per noi. Non sempre questo ci riesce e qualche volta non possiamo evitare di sconfinare in campo negativo; tuttavia, mettendoci tutta la nostra energia e volontà, riusciamo ad uscirne fuori per un certo tempo. Ovviamente per farlo consumiamo le nostre risorse fino ad esaurirle. In questo tipo di attività “sportiva” c’è chi riesce meglio di altri a fare più esperienze o esperienze più importanti. Però c’è una controindicazione: non si può sempre e solo ispirare e trattenere aria; si finisce per scoppiare!

 

 

2– seconda fase: il primo passo per andare oltre

Il primo passo per evitare che il superallenamento induca il suo contrario, ovvero lo scadimento improvviso delle prestazioni come avviene per un cavallo da corsa quando cede di schianto, è rappresentato dal permettere che le cose possano mostrarsi come sono, in tutti i loro aspetti positivi e negativi.

 

 

Questa situazione ci aiuta a comprendere che la parte negativa delle cose non è letale come generalmente temiamo; è semplicemente una diversa componente essenziale della stessa cosa che credevamo fosse solamente positiva. Infatti noi continuiamo ad esistere nonostante e grazie a tali situazioni e incominciamo ad imparare a “respirare qualche sprazzo di vita”.

Impariamo a ispirare ed espirare attraversando un momento di calma prima che la funzione si inverta. È il momento in cui iniziano a maturare le esperienze.

L’essere umano comincia a svegliarsi dallo stato animale-biologico.

 

 

3- terza fase: cominciare a rendersi conto di cosa accade

Nella terza fase egli comincia a rendersi conto che il tempo passa e le cose continuano a ripetersi passando attraverso l’alternarsi di fasi positive e negative senza però rivelarsi totalmente. Infatti, mentre il tempo passa, si rivelano solo aspetti positivi o solo negativi, e quindi non si riesce mai a capire bene cosa stia realmente succedendo in quanto non si vedono ancora tali aspetti contemporaneamente …

 

 

… questa è la fase in cui si riescono ad avere le prime intuizioni relative al fatto che gli aspetti positivi e negativi della stessa cosa sono legati tra di loro. Le cose ancora non si chiudono … però se non ci comportiamo più nel solito modo automatico e accettiamo una prima conversione … accade che …

 

 

…si permetta la chiusura del cerchio e quella cosa può finalmente rivelarsi totalmente nei suoi aspetti positivi e negativi nello stesso tempo. Infatti …

 

4 – quarta fase: le cose si vedono esattamente come sono

 

 

… ogni cosa o situazione parte sempre dallo stesso principio rivelando contemporaneamente aspetti positivi e negativi. Allo stesso tempo, nello stesso modo, nascono situazioni sempre più grandi in cui sono comprese tutte le altre …

-------------------------------------------------------------------

 

§

 

Allora vuol dire che sì, è giusto, sbagliando si impara! Accettando di vedere dove ti conduce quello che apparentemente è un errore, quando lo lasci sviluppare interamente, si rivela TUTTO e quindi corretto. Non ci può più essere errore o fraintendimento. Comprendete ora perché diventa la più grande meditazione che possiamo mettere in atto? Perché in questo modo noi diventiamo UNO con TUTTO. E tutto quello che ci circonda dentro e fuori di noi in questo modo diventa UNO con NOI.

 

Al solo fine di farci comprendere le cose e il senso della vita.

 

---------------------

Prosegue nei prossimi articoli

 

foto, schemi e testo

pietro cartella

 

 

Stampa solo il testo dell'articolo Stampa l'articolo con le immagini

Articolo pubblicato il 13/08/2023