La «Torino noir» vista e narrata da Milo Julini

La rapina della notte di Natale 1884

Anche quest’anno proponiamo ai Lettori di Civico 20 News un Delitto di Natale. Lo facciamo ripescando dalle pagine del giornale Il Carabiniere dell’8 agosto 1885, n. 32, la descrizione di una delle operazioni condotte dall’Arma nella notte del Natale dell’anno 1884, a Torino, nella strada per Lanzo Torinese. Siamo alla Barriera di Lanzo, identificabile con l’attuale piazza Baldissera, e la strada per Lanzo corrisponde alle vie Stradella ed Errico Giachino, e procede affiancata alla Ferrovia per Lanzo che al tempo corre sul piano di campagna.

Sulla strada di Lanzo sorge l’osteria tenuta da un certo Scagliola, del quale il giornale descrive la tumultuosa notte di Natale.

Leggiamo:

L’oste Scagliola aveva chiuso il proprio esercizio essendo già ora tarda, quasi la mezzanotte.

Ad un tratto ode picchiare violentemente all’uscio.

- Chi è?

- Le Guardie di Pubblica Sicurezza, aprite.

- Ma che guardie! Andate, andate a letto, che è tardi.

E il buon oste si ritirò.

Uno della comitiva di quei giovinastri avvinazzati scagliò allora un sasso, ed un vetro dell’osteria andò in frantumi; quindi tutta intera la comitiva fingeva di fuggire, ma andò a nascondersi nella parte opposta del fabbricato.

Da ciò tratto in inganno, lo Scagliola apre l’uscio per accertarsi se in realtà se ne fossero andati, ma mancatogli il tempo di ritirarsi e richiudere, è attorniato da quei ribaldi col coltello alla mano: egli vistosi così alle strette, estrae il revolver per difendersi: n’è subito disarmato; ha però la fortuna di svincolarsi e fuggire al piano superiore gradando aiuto.

Alcuni inquilini animosi si uniscono a lui e tutti insieme scendono nell’osteria per affrontare i malviventi, i quali eransi ormai dileguati.

Avevano però lasciato traccie di loro, il cassetto del banco scassinato, e 60 Lire in biglietti di vario taglio involate.

La perdita di 60 Lire, oltre ai danni materiali: decisamente si prospetta un brutto Natale per l’oste Scagliola. Il cronista ha saputo evocare la difficile situazione dell’inizio della vicenda nella quale fanno il loro ingresso le forze del bene.

In questo mentre appunto passavano i carabinieri Leoni Vittorio e Artari Anacleto di pattuglia dalla stazione di Borgo Dora, i quali udito il fatto si posero tosto sulle tracce dei ribaldi, né andò che imbatteronsi in due individui sospetti, che, all’intimazione di fermarsi, si ribellano e cominciano a menar coltellate.

I due militari schermendosi destramente, non riportando altro danno che qualche buco nelle mantelline, li agguantano, li ammanettano e li traducono in caserma sequestrando il coltello col quale si era tentato di ferirli. Strada facendo incontrano un altro ribaldo ed arrestano anche quello. L’oste cui vennero presentati i tre individui li riconobbe per i suoi grassatori.

Il maresciallo Canaparo Angelo, comandante la stazione di Borgo Dora, sa così abilmente interrogare i catturati che da uno di essi ottiene confessione completa e rivelazione di altri quattro complici, uno de’ quali il mattino successivo egli, coadiuvato dal carabiniere Riboldi Carlo, riduce in potere della giustizia.

L’arresto di quattro componenti di una banda di rapinatori è un indubbio successo per i militari che li ripaga del loro Natale decisamente gravoso. La storia si conclude con il riconoscimento del loro impegno:

L’encomio solenne all’ordine del giorno della legione fu il premio meritato per sì splendida operazione di servizio che si ebbero il maresciallo Canaparo ed i carabinieri Riboldi, Leoni ed Artari.

Leggiamo la motivazione dell’encomio solenne: «Per le abili investigazioni praticate, mercé le quali, identificarono tutti i gli autori d’una grassazione a domicilio [rapina accompagnata da violenza, effettuata in una abitazione, N.d.A.], consumata in Torino la notte del 25 dicembre 1884, riuscendo ad arrestarne buona parte».

Quest’anno abbiamo optato per la rievocazione di questo episodio di quasi 150 anni or sono, dal sapore quasi deamicisiano. Per le prossime festività, di Capodanno e dell’Epifania, vedremo di evocare storie più truci e spietate.

 

Fonte.

Il Carabiniere, 8 agosto 1885, n. 32.

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Articolo pubblicato il 25/12/2023