Ripensando a Voltaire

Libere riflessioni sulla libertà d'espressione e sulla trasparenza del Libero Pensiero

Quando con la violenza dei fatti o delle parole imponiamo il nostro modo di pensare, impedendo che altri liberi pensatori possano esprimere le proprie idee, compiamo un autentico atto criminale.

Non è solo una affermazione campata in aria per dar sfogo al senso di impotenza che coinvolge molti Autori che vedono censurate le proprie idee sui media istituzionali o sulle piattaforme digitali di varia natura, è un'autentica denuncia di violenza sulle parole e sul libero pensiero.

I disidenti ci sono sempre stati e ci saranno sempre, ma nessuno potrà mai giustificare la violenza contro la loro libertà d'espressione.

L'Italia, in particolare, ha combattuto aspre battaglie a favore della cosiddetta Democrazia, quando, e forse qualche lettore se lo ricorderà, bastava essere contrari a una ideologia o esprimere un cauto dissenso verso le Istituzioni per essere puniti con olio di ricino o manganello .

Questo non può e non DEVE più succedere!

Tuttavia le forme plateali di prepotenza stanno cedendo il passo a forme più larvate e più subdole di violenza che si manifestano come espressioni di censura o di palese ipocrisia.

Impedire che ad un tavolo di discussione si possa manifestare dei dubbi concreti e circostanziati su tematiche di tipo sociale, come è recentemente avvenuto al Teatro Ambrosio di Torino, dove si sarebbe dovuto tenere un convegno “Le origini dell'arcobaleno”…, è un gesto stupido, inqualificabile e indegno. 

Cosa temevano i “dissidenti”?

Che venissero declinate delle critiche al pensiero unico ???

La stupidità di questi atteggiamenti è dimostrata anche dalla biologia.

Quando viene ridotta la bio-diversità, come nel caso delle aziende di prodotti biotecnologici che stanno monopolizzando il mercato mondiale per offrire prodotti geneticamente modificati, molto resistenti e… stranamente sterili…  otteniamo un DANNO biologico perché imponiamo arbitrariamente e abusivamente una selezione artificiale in sostituzione di quella naturale.

Sostituirsi alla Natura significa non rispettare i tempi biologici di adattamento ai cambiamenti ambientali, significa ridurre le varietà, impoverendo la Terra di quel patrimonio biologico di specie differenti che sono state anche selezionate dall'Uomo, con metodi naturali e non ingegneristici, quindi selezionando prodotti nuovi con i tempi della Natura.

Se poi consideriamo che le nuove forme transgeniche sono in gran parte sterili… forse potrebbe anche sorgere la perversa idea che la cosa sia voluta dalle aziende produttrici, per poter impedire ai coltivatori di utilizzare i semi, preventivamente messi da parte.

Ridurre la Biodiversità è un processo biologico che impoverisce la specie, ridurre il contraddittorio ideologico azzera la libertà di pensiero.

Il “ Disegno ” sembra palesarsi con evidenze che si manifestano a velocità esponenziali, solo l'ingenuità o forse l'indolenza, ci impediscono di vedere.

Quando la dittatura digitale, di ovvia matrice politico-economica, si manifesterà in modo ancora più evidente (come se non fosse già sufficientemente manifesta), sarà, ovviamente, troppo tardi.

Citando il grande filosofo illuminista, Francois-Marie Arouet, meglio conosciuto come Voltaire:

Quando la verità è evidente, è impossibile che sorgano partiti e fazioni. Mai s'è disputato se a mezzogiorno sia giorno o notte.

Il più grande dei crimini, almeno il più distruttivo e di conseguenza il più contrario al fine della natura, è la guerra; ma non vi è alcun aggressore che non colori questo misfatto con il pretesto della giustizia.

A Voltaire è attribuita erroneamente anche la citazione: “Non sono d'accordo con quello che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto a dirlo” . Questa frase è stata infatti usata per la prima volta da Evelyn Beatrice Hall, saggista conosciuta con lo pseudonimo di Stephen G. Tallentyre. Tuttavia ritengo che Voltaire avrebbe potuto anche sottoscriverla.

Quello che forse non viene ancora sufficientemente compreso è che il cosiddetto contraddittorio non deve essere considerato un atteggiamento pleonastico da Bastian contrario ( Bastian contrario è un'espressione idiomatica della lingua italiana che indica colui che assume per partito preso le opinioni e gli atteggiamenti contrari a quelli della maggioranza ), piuttosto dovrebbe essere considerato, se seriamente documentato, un arricchimento alla discussione che pone ipotesi contrarie al pensiero corrente ma che potrebbero essere assolutamente vere.

Se così non fosse penseremmo ancora ad una Terra piatta e al centro dell'Universo, non conosceremmo verità differenti da quelle citate nella Bibbia e ignoreremmo il fatto che siano in atto lentissimi processi di Evoluzione biologica, di Deriva dei continenti o di Espansione dell'Universo .

Le domande contengono molto più delle risposte, le domande sono da sempre, sempre le stesse. Le risposte cambiano continuamente, grazie unicamente alle nuove teorie, spesso in odore di palese complottismo. 

Il grande Luciano De Crescenzo con la sua pungente e invidiabile ironia fece una acutissima dichiarazione:

Il Punto Interrogativo è il simbolo del Bene, così come quello Esclamativo è il simbolo del Male. Quando sulla strada vi imbattete nei Punti Interrogativi, nei sacerdoti del Dubbio positivo, allora andate sicuri che sono tutte brave persone, quasi sempre tolleranti, disponibili e democratiche. Quando invece incontrate i Punti Esclamativi, i paladini delle Grandi Certezze, i puri dalla Fede incrollabile, allora mettevi paura perché la Fede molto spesso si trasforma in violenza.

In conclusione, i grandi pensatori, non solo quelli che ho citato, ci invitano a non essere troppo assertivi, dogmatici o rigidi nelle nostre posizioni. Questo non significa necessariamente che la cultura debba essere “liquida”, significa invece che dovremmo essere sempre disposti a considerare un possibile cambiamento di paradigma e soprattutto a benedire coloro che rompono gli schemi, frantumando le obsolete certezze.
Senza questa dolorosa operazione di metamorfosi intellettuale saremmo forse rimasti sugli alberi a mangiare banane, e a combattere contro violenti predatori.
La casta dei predatori opera su Piani altri, ha fattezze diverse ed è ancora più pericolosa di un tempo. 
Non tutto quello che appare è vero e sicuramente non tutte le “voci fuori dal coro” sono urla di paranoici individui che denunciano complotti inesistenti. 
Coloro che pensano diversamente potrebbero portare un nuovo raggio di luce, e purtroppo, come nel caso di Campo dei Fiori, a volte quella Luce si trasforma in fiamma criminale.

 

Fotografie di Giancarlo Guerreri

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Articolo pubblicato il 12/06/2023