Baldissero Torinese e la chiesa di Santa Maria della Spina

Un titolo che ci riporta nella Spagna cistercense medievale

Baldissero Torinese è un paese situato sulle colline fra Andezeno e Superga. Si tratta di un territorio complesso, che comprende un'area formata da considerevoli alture (denominate in piemontese “brich”), che raggiungono quasi i 700 metri, e da depressioni coincidenti con i corsi d'acqua del rio Dora e del rio Baldissero.

Nel Medioevo il paese consisteva in una piccola borgata chiamata Baldicherium Cheriensium. Le prime notizie risalgono al XII secolo, quando Federico Barbarossa lo concede in feudo al Vescovo di Torino. Molti saranno i signori di Baldissero, tra cui la viscontessa Bartolomea Aicardi, figlia di un precedente feudatario la cui linea genealogica si estingue nel 1322. In un documento del 1252 i signori locali giurano fedeltà al Comune di Chieri, nel testo si citano un castello ed un ricetto, confermati dal catasto del 1327. Nel secolo XV Baldissero è concesso a Giacomino della Porta; si ha notizia di una lite, avvenuta di fronte alla Duchessa Iolanda di Savoia, fra un tale Ambrogio "de Vignate" e il Comune di Chieri, per il castello e il territorio di Baldissero, che saranno assegnati a Chieri.

Baldissero viene poi diviso da Chieri alla fine del XVII secolo: viene eretto a Comune nel 1694, anno in cui è dato in feudo a Giuseppe Antonio Benso di Mondonio, che l'anno successivo lo vende a Giovanni Battista Fontanella, signore di Santena. Secondo lo storico Grossi, nel 1791 la popolazione di Baldissero ammonta a poco più di tremila persone. La vocazione del luogo era soprattutto agricola e vi si coltivavano grano, meliga e vite.

Del suo passato medioevale non è rimasta traccia in architettura, mentre il XVIII secolo vede la costruzione della parrocchiale di Santa Maria della Spina, dedicata all'inizio a San Bartolomeo.

“Santa Maria della Spina” è un titolo antichissimo, forse nato in Spagna, dove un santuario cistercense custodiva una spina della Corona di Gesù, fondato dal Beato Nivardo di Chiaravalle, fratello di S. Bernardo (che ebbe la direzione della missione cistercense inviata nel 1147 nella Vecchia Castiglia per fondare il monastero di S. Pietro di Spina).

La chiesa di Baldissero viene edificata tra il 1715 e il 1725, sul sito dell’antico “castello visconteo”, torre di difesa distrutta dal condottiero Facino Cane alla fine del Trecento. La costruzione viene finanziata dalla nobile famiglia dei conti Fontanella, che ne mantengono il giuspatronato fino al 1797; la sua consacrazione solenne avviene il 5 giugno 1774, officiata dall’Arcivescovo di Torino, Mons. Francesco Luserna Rorengo di Rorà (1).

Opera di un ignoto progettista, è un bell’esempio di tardo barocco piemontese, con una struttura esterna severa che contrasta con la forma più elegante del campanile. Al suo interno si incontrano due opere seicentesche: un Crocifisso ligneo all’altar maggiore ed una pala che raffigura San Domenico e Santa Chiara ai piedi della Vergine con il Bambino. A sinistra dell’altare, una tela di Pietro Fea raffigura la Presentazione al tempio. Ai lati della navata centrale si aprono due cappelle, dedicate alla Madonna del Rosario e a San Giuliano di Brioude (1), patrono di Baldissero (festeggiato il 28 agosto), dipinto in vesti di legionario con il paese e la “chiesa nuova” sullo sfondo.

Sul portale, all’interno, c’è una “cantoria” costruita nel 1851 per accogliere l’organo costruito dalla ditta Bossi di Bergamo, che conta 636 canne.

Note

(1) Francesco Luserna Rorengo di Rorà (Campiglione, 11 novembre 1732 – Torino, 14 marzo 1778). Figlio di Gaspare Luserna Rorengo, marchese di Rorà e conte di Castiglione, e di Anna Maria dei conti Filippi, discende da una illustre famiglie nobili piemontesi, si laurea in gioventù in teologia ed in lettere. Nel 1764 è eletto vescovo di Ivrea, ma il suo incarico dura solo quattro anni, in quanto viene proposto dal Re di Sardegna alla sede arcivescovile di Torino. Per primo nota il violinista Giovanni Battista Viotti mentre suona a una festa di paese e lo invita a trasferirsi a Torino per seguire gli studi musicali. Guida l'arcidiocesi torinese dal 1768 al 1778; il 21 settembre 1772 consacra, inaugurandola, la completata chiesa di Santa Pelagia in Torino. Proposto per la porpora cardinalizia, ma ormai malato e minato nel corpo e nello spirito, si spegne a Torino il 14 marzo 1778.

(2) San Giuliano di Brioude (Vienne, III secolo – Brioude, 304), martire. È venerato come santo dalla Chiesa cattolica. La Bibliotheca Sanctorum riporta: «Giuliano di Brioude, santo martire. Di questo celebre martire esistono due passiones, una abbastanza antica ed attendibile, anche se non si può attribuire a un teste oculare, l'altra [...] infarcita di elementi leggendari [...]». Egli fa parte dei grandi santi di Gallia con san Dionigi, san Privato, san Saturnino, san Marziale di Limoges, san Martino di Tours e san Ferreolo di Besançon.

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Articolo pubblicato il 13/06/2023