Sanremo (IM) - Lettera aperta di Giuliana Tofani Rossi alla Presidente Giorgia Meloni

"I fatti della storia vanno raccontati per come sono avvenuti"

Riceviamo dalla nostra affezionatissima lettrice sanremese questa ampia e documentata disamina di un periodo particolare che vuole un'interpretazione storica e non semplicemente un orientamento politico che nulla concede alla realtà dei fatti.

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"Presidente Giorgia Meloni, non mi sono mai interessata di politica e, non conoscendo la storia,  ero simpatizzante dei partigiani. A Torino, ho persino partecipato  alla fiaccolata del 24 aprile. Poi mi sono documentata e ora sono una convinta mussoliniana. Non posso dire di essere fascista,  visto  che non esiste più il partito fascista.

 

Presidente Meloni,  i fatti della storia vanno raccontati per come sono avvenuti e non come vogliono  i comunisti. Nel  periodo 1919 – 1920  (biennio rosso),   nelle  città e nelle campagne italiane  esplose  la crisi del carovita, cavalcata dai socialisti filo bolscevichi e  dagli anarchici che speravano di abbattere il sistema liberale e instaurare la dittatura del proletariato  come in Russia. Vi furono scioperi, saccheggi di negozi e gravi disordini duramente repressi dalle Autorità con numerosi morti e feriti. Sostenere che le squadracce fasciste repressero con violenza le proteste dei lavoratori usando  manganello e olio di ricino, non è la verità.

 

Dopo la morte di Mussolini, Winston Churchill scrisse che “Lui” aveva salvato il popolo italiano dal bolscevismo in cui avrebbe potuto sprofondare nel 1919, per portarlo  in una posizione in Europa quale l’Italia non aveva mai avuto prima.   Nel libretto  "Mussolini nei giudizi di amici e avversari" sono  riportate  frasi di stima e apprezzamento rilasciate dalle più importanti  personalità dell’ epoca. Tutti sono concordi nel sottolineare che Mussolini è stato  uno  statista di primissimo ordine, una  figura gigantesca paragonabile a Cesare e a Napoleone.  Papa Pio XII, che lo conosceva bene, ha sottolineato  la Sua bontà   dimostrata nell'aiutare anche i nemici.  Mussolini non sarebbe finito in Piazzale Loreto se avesse fatto uccidere i suoi nemici, anziché mandarli nelle belle isole italiane.

 

Dire che  Mussolini è stato un   “dittatore”,  è una grossolana  bufala. Mussolini non poteva essere un dittatore  perché  l’Italia era un Regno in cui regnava  Vittorio Emanuele III di Savoia detto il “Re Soldato”. Il 30 ottobre 1922, fu il Re che diede a Mussolini l’incarico  di formare il governo. Fu un governo  di coalizione che accumunava, fascisti, estrema sinistra, nonché partiti e correnti antisistema. Il 25 luglio 1943 il Re, in 20 minuti, revoco’ l’incarico  a Mussolini e lo sostituì con Pietro Badoglio. 

 

E’ un falso storico dire che Mussolini, fece “sciogliere” con legge il partito comunista e gli altri partiti. Non ci fu alcuna legge che sciolse i partiti, i quali   preferirono non presentarsi alle elezioni, sapendo che  avrebbero preso pochissimi  voti perché non erano  in grado di competere con le idee rivoluzionarie del fascismo come la "Carta del Lavoro"  del 21/04/1927. 

 

Tantissime  sono state le grandi opere del ventennio: l’IRI, la bonifica dell’agro pontino nel Lazio, la creazione di nuove città come Latina, Sabauda, Pomezia, Aprilia, Pontinia, Guidonia, Colleferro, Carbonia. I Patti Lateranensi permisero di ristabilire le relazioni interrotte il 20 settembre 1970 tra il Regno d’Italia e il Vaticano. Questi accordi, firmati l’11 febbraio 1929 (giorno dedicato alla Madonna di Lourdes), furono molto laboriosi. Contenevano un trattato, una convenzione finanziaria, che prevedeva un risarcimento di un miliardo e 750 milioni di lire in favore della Chiesa, e un concordato.

 

Viene raccontato agli italiani  che il 25 aprile 1945,  il popolo si sollevò a fianco dei partigiani, per  mandare via i tedeschi. Scorrendo i giornali dell’epoca si vede che il 25 aprile del 1945 non è  successo niente.

 

La verità è che i partigiani comunisti  scesero  dalle montagne, dove si erano rifugiati,  immediatamente  dopo la partenza dei tedeschi. La "macelleria messicana"  di Piazzale Loreto,  è la prova inconfutabile della  barbarie partigiana, attuata, a guerra finita,  con  esecuzioni  spietate ed affrettate, non solo di coloro che erano fascisti,  ma di chiunque  fosse additato come fascista o parente di un fascista.  Nessuna   umanità e  legittimità, ma una  feroce mattanza. Molte donne, tra cui tantissime ausiliarie della Repubblica Sociale Italiana,   prima di essere uccise,  furono seviziate e  ripetutamente stuprate da esseri immondi che rispondevano a capi stranieri come Stalin e Tito.

 

Va detto che, in guerra,  occorre che ci siano soldati che portano armi in vista, che abbiano uniformi e distintivi. I partigiani italiani non possono avere il riconoscimento di unità combattenti.  I vincitori mai riconobbero ai partigiani, alle dipendenze dei servizi segreti alleati, lo stato di combattenti anche se furono profumatamente pagati,  e abbondantemente riforniti.

 

In fede.

 

Giuliana Tofani Rossi

 

 

 

 

 

 

 

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Articolo pubblicato il 11/04/2023