Beppe il matto e Gianni Rinco parlano di sindacati
Il Matto

Prosegue la disamina simpatica e pungente del momento storico

                                                                                    

 

        RIFORMA DEI SINDACATI

                      Beppe tenta di spiegare a Gianni, perché i sindacati così come sono non vanno bene:

 

I licenziamenti per l’appartenenza a un SINDACATO sono in effetti licenziamenti politici.

I SINDACATI sono effettivamente figli della POLITICA in quanto esistono i SINCACATI di destra di sinistra e di centro, quindi SIDACATI POLITICIZZATI. Non penso che questo sia nel’interesse dei lavoratori (siano essi operai impiegati o di commercio) ma nel’interesse dei PARTITI.

Chi presta la sua manod’opera alle dipendenze di una impresa deve sentirsi parte del’impresa stessa, e adoperarsi per svolgere al meglio le sue mansioni, poiché e pagato per questo, e non per fare POLITICA Certo SAREBBE BELLO se l’impresa (per suggellare il patto di appartenenza) a fine anno, facesse partecipi ai dividendi degli utili, ( in minima parte ) anche gli operai, non usando la politica DIO E’ PER TUTTI E OGNIUNO  E’ PER SE’.

Perciò non servono tanti SINDACATI POLITICIZZATI (che creano dissidi tra gli stessi lavoratori per via delle proprie idee politiche) ma un UNCO SINDACATO Scevro dalla POLITICA e che difenda VERAMENTE i diritti dei lavoratori, sulla base di queste cinque riforme che Formano la piattaforma per il benessere di tutti gli ITALIANI

Perciò stabilito che deve esistere UN SOLO SINDACATO unico e forte per la difesa dei  lavoratori  di tutte le categorie, e che difenda in modo EQUO anche l’interesse delle IMPRESE poiché senza imprese, non esistono neanche i POSTI DI LAVORO.

Stabilito quanto soprascritto, ABBIMO UN SINDACATO UNICO E FORTE Poichè in ITALIA cì sono circa venti milioni di lavoratori, e tutti devono contribuire al mantenimento del’organizzazione sindacale,( per cui  non c’e bisogno di tesseramenti ) e siccome i sindacati salvaguardano i diritti di tutti i lavoratori e impiegati gli stessi devono contribuire al mantenimento DEL’ORGANIZZAZIONE SINDACALE con un prelievo indolore dalla BUSTA PAGA di cinque o dieci euro al’anno (cifra puramente indicativa) ma che fa la bellezza di cento o duecento milioni di euro al’anno, penso sufficiente al mantenimento DEL’ORGANIZZAZIONE SINDACALE che si amministra con trasparenza, e che a fine anno il disavanzo lo evolve alle strutture di supporto dei lavoratori (poiché sono soldi loro) come ad esempio, asili nido parchi giochi o altro.

Beppe-----Ai capito Gianni perché i sindacati così come sono non vanno bene?

Gianni-----ho capito e penso che sia una cosa che si possa fare, in quanto sembrerebbe che  non lede gli interessi di nessuno anzi sembrerebbe nel’interesse di tutti. Ma devi tener conto dei vertici dei tre maggiori SINDACATI  che dalla loro poltrona si sentono (e sono) dei PADRETERNI CHE QUANDO VOGLIONO tengono in scacco anche il GOVERNO Ma che secondo me,non tengono conto dei DIRITTI DEI LAVORATORI (poiché non si sono mai sognati di proporre una di queste cinque riforme) oppure vuoi dirmi che sono degli INBECILLI

Beppe-----Caro Gianni  non penso che sono degli imbecilli,e potrebbero anche optare per un SINDACATO UNICO  ( che è nel’interesse dei lavoratori) ma essendo POLITICIZZATI devono tener conto della volontà dei PARTITI di appartenenza, che hanno interesse a lasciare le cose così come sono. Indipendentemente dalla difesa dei DIRITTI DEI LAVORATORI CHE TUTELANO IN MINIMA PARTE. Infatti anno accettato la riforma delle PENSIONI DEL MINISTRO FORNERO senza strillare troppo, e poi minacciano SCIOPERI per L’ARTICOLO DICIOTTO  che al confronto è una bazzecola. Secondo me così come stanno le cose I SIDACATI SONO TIRATI AL GUINZAGLIO DAI PARTITI E DAI COVERNI e perciò fanno solo in minima parte GLI INTERESSI DEI LAVORATORI   d'altronde non possono fare diversamente  ESSENDO  POLITICIZZATI.                                                                                                                                              

                                                                                                                                    

 

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Articolo pubblicato il 10/04/2012