Congresso CGIL: L’esordio di Giorgia in mezzo ai lupi

Incontri frequenti con il sindacato con un ” ascolto serio e senza pregiudizi

Tra qualche fischio e le note di “Bella ciao”, lei ha ringraziato per l'invito, anche chi la contestava e, con l'agenda ed ha illustrato il suo programma.

Tra i fatti più significativi della scorsa settimana, si ricorda l’intervento del premier Giorgia Meloni al congresso della CGIL. Erano scontati qualche fischio, così come i preannunciati abbandoni della sala, insieme all’intonazione di Bella ciao.

Ma lei non ci casca e persevera. Ringrazia per l’invito, anche chi la contesta e, con l’agenda di Giorgia sotto il braccio, sciorina il programma e riesce perfino a ricevere un flebile applauso quando depreca l’assalto alla CGIL.

La sua presenza a Rimini, non è solo atto dovuto ma certamente sentito e lungimirante.

Il “diplomatico” Landini invita ad ascoltare tutti per “mettersi nelle condizioni di negoziare le riforme di cui il mondo del lavoro ha bisogno”, lei   risponde allo slogan dei contestatori: “Non sapevo che Chiara Ferragni fosse metalmeccanica.”

Landini ha fatto una scelta coraggiosa, una scelta che però ha dato il via  a un presidio di protesta organizzato da alcuni rappresentanti del sindacato che non hanno gradito di non essere stati interpellati  sull’invito al Presidente. La minoranza si è esibita in caciara  con il mantra di Cutro e dei peluche, mentre attaccava  il governo per le sue politiche. Tutto da copione.

 “Abbiamo scelto di fare un congresso aperto, di parlare con tutti”, ha ribadito il temerario  segretario. “E’ il momento di imparare anche ad ascoltare, è importante per noi come organizzazione sindacale: non è solo altruismo, ma la miglior condizione per chiedere il diritto di essere ascoltati”. “Il mondo del lavoro”,  prosegue “deve esser messo nelle condizioni di negoziare le riforme di cui ha bisogno”. Inoltre Landini sostiene che nella  presenza di Meloni si  intravede “una forma di rispetto e di riconoscimento dell’organizzazione che siamo, che non vuole essere spettatore, ma protagonista del cambiamento del nostro Paese”.

E Meloni conferma il rispetto reciproco,  mentre, sorridendo,  esordisce dicendo   “Mi sento fischiata da quando ho 16 anni. Potrei dire che sono Cavaliere al merito su questo”.

Il presidente del Consiglio, ha poi esposto il suo programma, parlando dei salari che non crescono da trent’anni, puntando sulla crescita economica,  per abolire la povertà  non  creando lavoro per decreto,  come si è tentato di fare negli ultimi anni. Tentato, appunto, ma non risolvendo nulla con il reddito di cittadinanza che verrà abolito e il cui errore è quello di avere messo nel calderone chi può lavorare e chi non lo può fare. Non è per decreto statale  che  si crea lavoro e salari adeguati,  bensì  le aziende e i loro lavoratori, mentre lo Stato deve fare le regole.

Giorgia Meloni ha poi elencato gli obiettivi della riforma fiscale e il riconoscimento del principio del merito: ”Lavoriamo per consegnare agli italiani una riforma complessiva che riformi l’efficienza della struttura delle imposte, riduca il carico fiscale e contrasti l’evasione fiscale, che semplifichi gli adempimenti e crei un rapporto di fiducia fra Stato e contribuente”.

No al salario minimo che favorirebbe i soliti, si ad ammortizzatori sociali universali. La fissazione per legge di un salario minimo rischia di non diventare una tutela aggiuntiva ma sostitutiva. Si finirebbe di fare un altro favore alle concentrazioni economiche. “Vogliamo retribuzioni adeguate. La soluzione, a mio avviso, è estendere i contratti collettivi a vari settori e intervenire per ridurre il carico fiscale sul lavoro

Comunque, nonostante i risparmi, fino a 1.150 euro dalla riforma del fisco varata  dal Consiglio dei ministri, secondo la simulazione, condotta dalla Fondazione nazionale commercialisti sulla base appunto di tre aliquote, Landini ha mantenuto il dito puntato sul governo:

«Nei prossimi giorni è necessario avviare un confronto ed una mobilitazione, e non escludiamo nulla, dalle manifestazioni di piazza ad azioni di sciopero», e  prosegue «Noi non condividiamo la delega del governo sul fisco: e questo non è solo il nostro giudizio, ma anche di Cisl e Uil - continua Landini - Nei prossimi giorni ci incontreremo per decidere quali iniziative intraprendere. Il governo ha presentato una delega che non ci convince, non l'ha discussa con noi».

Meloni non demorde e si sofferma su un tema sempre oscurato in passato, cioè la glaciazione demografica.

Per affrontare questo problema, ritiene che la sfida sia quella di un piano economico e culturale complesso, per rilanciare la centralità della famiglia con il sostegno al lavoro femminile conciliando il più possibile  l’attività di cura- casa-lavoro.

Promette incontri frequenti con il sindacato , con un ” ascolto serio e senza pregiudizi”.

Alla fine pur ricevendo pochi applausi dalla platea, Giorgia Meloni ha instaurato una prassi che guarda al futuro, lasciando dietro di se gli steccati e coloro che si ritengono ancora alfieri del nulla.

Avere vision, pagherà?

 

 

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Articolo pubblicato il 21/03/2023