Il mondo oscuro dell’Ippica: una risorsa completamente sconosciuta all’erario

Alternativa Tricolore: "Monti intervenga così da recuperare imposte fino ad ora evase" "Lo stato , non intervenendo, dimostra di far finta di non vedere": lo affermano Luigi Cortese e Laura Costa, vertici della segreteria nazionale di Alternativa tricolore

"In questi giorni un cittadino ci ha segnalato - ha esordito Luigi Cortese - la situazione abbastanza incresciosa che si è  venuta a creare nel mondo dell’ippica;  abbiamo valutato appieno la situazione da lui raccontata abbracciandone la causa senza alcuna remore, poiché dal suo racconto che segue, si evince che i reati commessi sono molteplici, ma lo stato , non intervenendo, dimostra di far finta  di non vedere".

 

Cortese, Segretario Nazionale e la sua Vice Laura Costa, hanno poi chiesto  di pubblicare  integralmente l’appello ricevuto che noi sottoponiamo all'attenzione di tutti i lettori:

 

 “In merito alla cosiddetta crisi dell'ippica ed alle questioni che gli "ingegnosi" operatori del settore continuamente sollevano, occorre anche dare voce a chi, differentemente da coloro che  vogliono solamente  sfruttare i cavalli (oltre ai contribuenti!),li amano con dedizione, prendendo spunto, non solo da un ideale di giustizia per gli animali, ma anche  ad una visione finalmente libera e corretta del mondo che ci circonda.

 

           Poiché  si deve portare rispetto per coloro che si dichiarano appassionati, non si può imporre un divieto a persone  con idee diverse da chi ama gli animali, a persone  che  nel settore in questione  operano  in piena legittimità. Non si può imporre un divieto a causa di persone che nutrono un vero attaccamento a quest’animale, in sintonia con l’uomo e con la sua natura, ma non è neppure giusto vedere,soprattutto per di chi li ama, una strumentalizzazione di esso, vedendolo  sfruttato da anni per il  solo scopo di gioco, scommesse e facili guadagni.

 

Visto che da Dicembre le varie categorie dell'ippica chiedono oltre un centinaio di milioni di euro allo Stato, e quindi ai cittadini che pagano le tasse, mi chiedo come sia possibile pretendere che lo Stato si faccia carico delle spese di un settore ormai  dimenticato anche da coloro che lo hanno sempre finanziato, cioè gli scommettitori tradizionali: i tempi cambiano, i giovani non sono attirati da questi fenomeni, quindi la realtà economica dell’ippica è legata  solo ai sovvenzionamenti dello Stato.

 

Un ulteriore vergogna è quella di sentire appelli di alcuni parlamentari in favore dell'ippica, ritenuta più importante di altre problematiche sociali, come quelle dei maltrattamenti sugli animali e  la vivisezione (assolutamente inutile);al contrario, le "pistolettate" degli appartenenti alle categorie  sopra enunciate  non stupiscono più nessuno.

 

In ogni ippodromo ci sono innumerevoli soggetti che lavorano in violazione alle regole contributive, erariali ed anche di sicurezza.  Questi "galantuomini"  spesso però invocano le pensioni sociali o le cosiddette social - card, perché non hanno lavoro (ufficialmente),mentre  il comune operaio, da un giorno all'altro, si trova mutate le condizioni per il raggiungimento della pensione ,con relativa decurtazione dell'assegno, sottoposto a continui salassi per una tantum, addizionali regionali e comunali, aumento aliquote Irpef e chi più ne ha più ne metta.
        

Per quanto ancora  ci si può  attenere ai dati diffusi dalle associazioni ippiche? Perché non facciamo un riflessione? Sono stati paventati 50.000 posti di lavoro a rischio, ma forse neppure un'azienda di medie dimensioni (che produce reddito e paga le tasse), collocata sul mercato, ne ha tanti. In ogni caso esagerando in negativo, visto che si definiscono poveri e prevedendo teoricamente una retribuzione media  di euro 1.500 mensili (al lordo previdenziale e delle trattenute previste dai contratti di lavoro), ne conseguirebbe che - per il solo capitolo degli stipendi - l'ippica nazionale spenderebbe annualmente almeno 900.000.000 euro, ai quali devono aggiungersi le spese vive per la gestione degli impianti e soprattutto dei cavalli.

 

Ma davvero un ambito imprenditoriale che si può permettere oltre 1 milione e mezzo di euro ed oltre di sole spese, deve pietire solo 115 milioni per non dichiarare bancarotta, con chiusura e minaccia di macellare 15.000 animali? Forse è un mondo che non merita di lavorare in esclusiva, ergo avere Concessioni in esclusiva dallo Stato.

 

E le tasse le pagano proprio tutti, anche i proprietari? Allora perché dal 2008 tutti i grandi aiuti dati non sono stati rendicontati? E ancora perché si gonfiano i bilanci preventivi senza dare traccia di come sono stati spesi finanziamenti a fondo perduto, oltre, s'intende ,agli unici soldi cui avrebbero diritto (percentuale sulle scommesse, essendo l'ambito di cui trattiamo un monopolio di Stato)?

 

Ma l’Agenzia delle Entrate o chi per essa, che fa oltre che colpire il piccolo commerciante già martoriato di tasse e di continue verifiche?

 

Possibile che dove ci sono le più grosse losche manovre economiche e giri ingenti di euro nessuno vada a  controllare?

 

E la finiscano di dire che lo Stato  gli ha  sottratto in  quest'anno oltre 100 milioni  dovuti!

Il Decreto legge Mille - proroghe non prevedeva altri finanziamenti,visto il periodo di profonda crisi in cui è immersa la nostra Italia. Visto il momento di austerity, è corretto che l’ippica non  sia un hobby  finanziato dallo Stato,in quanto hobby per ricchi.

 

Infine, perché non si rendono noti i numeri dei cavalli impiegati? Se ad 8 mesi un cavallo è pronto per le corse, pur considerando un minimo per addestramenti e preparazione all'attività, chi ci spiega, con i numeri, quanti cavalli e per quanto tempo e con che cadenza di ricambio, calcano le piste ed ancora che fine fanno? (sembra inverosimile che un animale obbligato ad essere frustato in continuazione sia così indicato per bambini o soggetti diversamente abili, cui però l'ipocrisia dei loro commercianti vuol portare a credere).

 

Si può concludere che probabilmente il sistema deve essere tenuto in piedi per continuare a favorire tutto il commercio clandestino di carne.

 

E' chiaro che tutte queste considerazioni sono rivolte a prendere atto che il fenomeno, così come l'abbiamo conosciuto, non deve essere tenuto in vita solo con finanziamenti pubblici,; mentre lo Stato cerca di risparmiare eliminando le Province, perché dovrebbe sostenere degli altissimi costi per un'attività che non rende nulla, visto che i proventi se li spartiscono gli ippici, e le spese se le accolla la collettività ?

 

Ricordiamo i circhi,quando è intervenuta la televisione, quando la gente ha preso atto della brutalità con cui venivano gestiti e sfruttati gli animali!!! Essi  sono pian piano cambiati e si sono trasformati in fenomeni di nicchia, ma lo Stato non ha fatto come con l'Alfa Romeo (almeno li gli operai pagavano le tasse!).

 

Questa testimonianza sorge  per evidenziare ciò che deve essere cambiato nel sistema corse, per l'interesse di tutti, dando atto che esistono ancora veri appassionati ed operatori corretti anche nel mondo dell'ippica.”

 

            "Alternativa Tricolore - ha concluso Cortese -  accoglie e condivide il pensiero di questo cittadino, poiché riteniamo vergognoso da parte dello Stato finanziare hobby per ricchi con i soldi pubblici, sopratutto in un momento in cui goliardicamente si chiede agli Italiani da parte di Monti e il suo Governo di fare sacrifici (la beffa), dopo anni di sprechi e bustarelle dei politici del passato, ma anche del presente,  (il danno), senza avere né il  decoro,né il  coraggio,né il  dovere di tagliare i loro esosi stipendi".  

 

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Articolo pubblicato il 25/03/2012