Torino, il toro e i Taurini

Quale può essere l’origine del toponimo Torino (di Luca Guglielmino)

Torino è diversamente elevata sul livello del mare: le zone più basse si trovano a 204 metri s.l.m e ad esempio, il Palazzo del Comune si trova a 239 metri e 245 è Piazza Statuto, mentre 265 è Piazza Chironi. Ad est le vie sono in discesa verso il Po. Ne deriva che il nucleo fortificato poteva trovarsi in Vanchiglietta, alla confluenza di Dora e Po o più in alto e indietro, onde controllare il traffico fluviale ed eventualmente l’itinerario per i valichi alpini.

I Celti. Come già i popoli dell’età del bronzo (esempi noti sono i castellieri istriani) costruivano le loro fortezze o –dunum, sempre in siti più elevati e a controllo delle vie d’acqua. Esempi sono Lugdunum (Lyon), Augustodunum (Autun), Verodunum (Verdun) o Singidunum (Belgrado).

Tra l’altro Zemun, sopra Belgrado e tra Danubio e Sava era Taurunum.

Non è escluso che Brione, vicino Val della Torre e Bruno (AT) abbiano origini celtiche, recando nel nome originario il -dunum di fortezza. Un Taurodunum esiste oggi in Germania (Riedlingen) e ne esisteva pure un altro nel Canton Vallese che nel 563 venne sommerso e distrutto da una frana. Se consideriamo bene quanto oggi abbiamo di visibile in materia, Lyon (Lugdunum) venne edificata dapprima sulla collina di Fourvière, poco sopra la confluenza di Saona e Rodano più a valle e in posizione dominante, ove poi venne edificata la città romana. Il nucleo originario di Belgrado sorge in prossimità della fortezza di Kalemegdan, alla confluenza di Sava e Danubio, ove poi vennero costruiti un castrum romano e uno bizantino (tra le vie Kneza Mihaila e la Pariska).

Torino quindi, come città dei Taurini, (poteva essere Taurunum-Taurasia) in mancanza di chiari rinvenimenti archeologici, potrebbe essersi trovata in Vanchiglietta ma anche più in alto (Sassi, dirimpetto a Dora e Po) oppure ove poi sorse il castrum romano. Infatti, se immaginiamo l’abitato senza i palazzi di oggi, il castrum romano doveva trovarsi a un 35-40 metri sopra il livello dei fiumi e poteva benissimo controllarli. Un po’ difficile è credere che i Taurini vivessero in Vanchiglietta, data la paludosità del territorio infestato da malaria e altre malattie tipiche di tali zone. Può anche darsi, anche se è poco probabile, dal momento che l’archeologia ha dato diversi manufatti di tale periodo in zona collinare e di seguito in Val Cerrina, che il primo nucleo di una città taurina sorgesse appunto su un poggio dirimpetto alla confluenza di Dora e Po.

Visto infine, che sia Verdun che Autun erano castra prima celti (dunum) e poi romani e che queste sorgono a controllo delle vie d’acqua della Mosa e dell’Arroux, visto che i castra romani fanno seguito esattamente alle fortezze celtiche, anche Torino, con tutta probabilità, sorgeva sulla superficie di quello che sarà poi il castrum romano, subito prima di Augusta Taurinorum. Più che le strade, quindi, le popolazioni celtiche controllavano le vie d’acqua e i passi alpini che pur conducevano a itinerari in pianura che nulla avevano delle successive strade romane.

Idronimi e toponimi - Dour, in bretone, significa acqua e il bretone è lingua di ceppo celtico moderno che deriva però dalle parlate celtiche antiche. Dora quindi significa acqua ed è vocabolo diffuso in diverse parti d’Europa: *duria come Duero o Douro in Portogallo e Durance o Dour o Dor in Francia.

L’idronimo, siccome è molto diffuso, potrebbe addirittura avere origine preindoeuropea. Tra gli idronimi abbiamo pure il Po, che all’epoca dei Taurini era denominato, nel suo corso superiore, Bodincus, dalla base indoeuropea *bhedh- (fondo, profondo) + inko (ligure: letto) o fiume dal letto profondo. Ma ciò dimostrerebbe anche le influenze liguri nel Piemonte meridionale mentre i Taurini erano Celti (denominati poi Galli da Romani). I Liguri, infatti, avevano legami con popoli come Baschi o Rezi e non erano Celti. Eridano è un nome paramitologico dato al Po dai Greci e ripreso poi dai poeti romani e in epoca barocca o ancora come nome di dipartimento, sotto l’amministrazione francese post-rivoluzionaria.

Plinio il Vecchio, nella sua Historia Naturalis, libro III,22, cita il sito di Bodincomagus o mercato sul Po o Industria, in provincia di Torino, nel comune di Monteu da Po. Dice Plinio: “… poiché intorno alla sorgente di questo fiume ci sono molti pini selvatici, che in lingua gallica si chiamano pagi, il Po prese tale nome, mentre nell’idioma dei Liguri lo stesso fiume si chiama Bodincus , che vorrebbe significare senza fondo. Questa notizia è convalidata dall’esistenza sul Po della città di Industria, il cui nome antico era Bodincomagus, posta proprio dove la profondità del fiume inizia a farsi notevole…”

Un toponimo misto di indoeuropeo, ligure e celtico. Infatti, ad esempio, Excingomagus, nome celtico di Exilles deriva da *excingo che significa eroi o soldati avanzanti in schiera e quindi luogo fortificato ove si riuniscono soldati e *magus: mercato. Tra i Celti i corsi d’acqua, fonte di vita, erano spesso considerati al femminile come dee ma venivano percepite come le terre bagnate dal fiume e non come il fiume stesso. Erano pure divinità guaritrici e profetiche.

Il toponimo *taur/tawr è diffuso in tutta Europa e anche fuori e ciò potrebbe deporre per origini preindoeuropee. Tale radice designa le alture e talvolta il rapporto con il nome animale di toro però con radice *tarv, che potrebbe essere una metafora oronimica e quindi dare il nome a un’altura a forma di toro o creduta tale, sulla base di antichi culti pagani. I monti Tauern o Tauri (Alti e Bassi) in Austria, ebbero il nome dal popolo dei Taurisci e rami di tale popolo dal Norico, si portarono in Francia e in Italia Settentrionale. In Francia sono frequenti toponimi come Turée, Teurée, Turenne, che designano le colline, dalla radice celto-gallica *tor-tur. Nelle Hautes-Alpes (intese come zona tra Gap, Embrun e Briançon (l’odierno dipartimento è molto più esteso), molti toponimi posseggono la radice *tol/toul/tul/tour/tur/taur con il senso di altura; così: Chalets de la Taure, Col des Thures, Hameau des Tourengs (nel 1529 Turins), Col de Tourette, Hameaux de Tournoux, Hameau des Turins… Touret designa invece un monticello appiattito alla sommità. Molte volte esistono cognomi che provengono da toponimi, come Touron. Le voci celto-galliche come tur sono passate nell’occitano meridionale o nel catalano come turon o collinetta, altura. Il Tauro e l’Antitauro sono catene montuose dell’Anatolia in prossimità della Galazia, regione a sud di Ankara, ove nel III sec. a.C si stabilirono I Celti migrati attraverso i Balcani, poi detti Galati, cui S. Paolo indirizzò la famosa lettera. Ma anche nel sud Italia la radice taur come altura è presente presso Taormina o in Puglia (Taurisano). Ciò depone probabilmente per un’origine preindoeuropea.

Secondo il prof. G. Taverdet- “Noms de lieux en Bourgogne- éd. Christine Bonneton- maggio 2007 e per gli esperti della Société des Sciences Historiques et Naturelles de l’Yonne, *thury deriverebbe da Turra radice celtica (che si ritrova nel cimbrico, nell’irlandese e nel bretone) che ha dato origine a numerosi microtoponimi e vive ancora nel patois borgognone ove Tureau significa altura e qui esistono i boschi dei Tureaux vicino ad Auxerre, diversi Thoires, Thorey, Thorigny, Thurey, Toury-Lurcy, Tharot ecc.

Sopra il Moncenisio si trova il forte della Turra che è appunto un’altura alla cui base sorge il forte da essa riparato. Il monte Torena nelle Alpi Orobiche deriva appunto dal celtico *taur, monte. In Spagna, il toponimo Tùron indica pure luogo elevato: Tùron en Malaga, rio Tùron, Tùron en Granada, Pico Tùron, rio Tùrones….

In tutta la Catalogna abbonda il toponimo Turò a indicare alture fino ai mille metri; se in catalano turò è un monticello, in guascone esso diventa turon. E torniamo a legarci all’occitano meridionale. Charles Rostaing, nel suo Essai sur la toponymie de la Provence, éd. Jeanne Laffite, Marseille, 1994, parte da un possibile preindoeuropeo *tor, altura, una voce perdurante nel provenzale con significato di collina, elevazione; ciò porterebbe a una base prelatina di tipo *taur, da cui pure il francese turel, collina e il pirenaico orientale turon o touron, monte arrotondato.

Nel francese antico, toponimi come toron, tureau, turel, designavano anche un semplice saliente del terreno. La radice celta o preindoeuropea *taur darebbe quindi origine al latino torus con il senso di elevazione del terreno e torus-i in latino, significa pure rialzo di terra e Virgilio, Eneide 6, 674 ci parla di tori riparum o rive erbose, alte a mò di letto per riposare anche se Vitruvio lo dà architettonicamente come toro alla base di una colonna. Ma toro in latino è taurus.i. Ma in celto-gallico rimane *taur sia come altura che come monte.

Così l’antesignana di Torino, un’altura su cui vi era un forte che dominava la congiunzione Dora-Po. Molte volte compare il toponimo ad Taurinos con il nome dei suoi abitanti all’accusativo plurale retto da ad (presso), usando così il nome del popolo per designare il luogo. Inoltre, Taurini potrebbe non tanto designare un etnonimo, quanto semplicemente una condizione di tali abitanti, catalogati semplicemente come montanari così che certamente la loro estensione territoriale arrivava ben oltre Torino, spingendosi verso i passi alpini. Castrum Taurinensis, Iulia Taurinorum ed infine Iulia Augusta Taurinorum sono le denominazioni romane successive del sito. Potrebbe pure essere stata un’altura a forma di toro. Taurasia, toponimo riportato da Appiano, contiene *taur come altura preindoeuropeo e celtico+asia che era la segala, molto usata dai Liguri e anche dai confinanti Taurini probabilmente pure vocabolo celtico. Rimane a tal punto l’interpretazione poetica di Virgilio che comunque conosceva molto bene la Valle del Po. La IV Georgica, v.371 sgg. recita:” …con due corna dorate sulla fronte taurina/l’Eridano, che nessun altro fiume (che non ha rivali) attraverso la fertile campagna/sfocia impetuoso nel mare purpureo”.

Volto taurino e corna dorate sono simbolo di potenza e fertilità. Ma le corna dorate potrebbero essere proprio la Dora alla confluenza con il Po appunto sulla fronte taurina di Augusta Taurinorum. Le Georgiche furono scritte tra il 38 e il 26 a.C e Augusta Taurinorum fu fondata tra il 28 e il 27 a.C e il primo anno d’Impero di Augusto fu il 27. Si sa che Virgilio era in pratica un poeta di corte e indubbiamente lodava ogni atto compiuto da Augusto. L’Eridano per Virgilio è il re dei fiumi ed è quindi noto sia per le sue violente inondazioni che per dare fertilità alla campagna. Non pare quindi casuale che i Libri Consiliorum del 1433 riportino un toro con le corna bianche che poi saranno il simbolo di Po e Dora.

Torino avrebbe potuto benissimo denominarsi Taurodunum ma né Polibio né Livio ne riportano il nome. Solo Appiano parla di Taurasia denotando comunque una commistione alimentare celto-ligure, come se il sito fosse sotto un doppio influsso culturale e linguistico. Le Alpi che circondano da distante l’insediamento non contano nel determinare il toponimo. Infatti, tutti gli esempi riportati sono riferiti a un singolo toponimo mai collettivo come una catena di monti. Un luogo elevato su Po e Dora dove fin dall’epoca preromana si svolgevano attività economiche (fornaci, mulini) e dove i trasporti di piccolo cabotaggio erano forniti da piroghe o barche. Un nome collettivo di popolo certamente, ma non di luogo, là ove Polibio evidenzia un nucleo militare centrale e Livio un nucleo amministrativo, mettendo in rilievo due epoche romane diverse come mentalità e ciò malgrado la nota dispersione degli abitati celtici.

Luca Guglielmino

Seconda puntata - Continua

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Articolo pubblicato il 13/01/2023