Le avventure di monsignor Ruffino durante la seconda guerra mondiale
Don Italo

Ruffino ha ricordato aneddoti struggenti che hanno incantato il folto pubblico

“Celebriamo oggi un protagonista di una delle pagine più tragiche della Seconda guerra mondiale, un periodo difficile che ha avuto la sua luce nella guerra di Liberazione. Un personaggio straordinario della nostra città e della nostra regione”.

 

Questo ha dichiarato, nella Sala Viglione di Palazzo Lascaris, il vicepresidente del Consiglio regionale Roberto Placido aprendo nell’Aula consiliare di Palazzo Lascaris la presentazione del libro “Bianco rosso e grigioverde.

 

Un cappellano militare: tre mesi in Russia e venti mesi in attesa della Liberazione” di Italo Ruffino (Fògola editore).

 

L’autore del libro, ormai alle soglie dei 100 anni, ha parlato tratteggiando con straordinaria lucidità il racconto del suo ministero di cappellano militare volontario tra i soldati italiani che operavano in condizioni impossibili sul fronte russo nel ‘42/’43.

 

Dialogando con il generale Franco Cravarezza (in rappresentanza di Assoarma) Ruffino ha raccontato, leggendo dalla sua agenda originale del 1942, di un soldato agonizzante che nel momento dell’estrema unzione dichiarava:

 

“Dite ai miei genitori che muoio contento per aver servito la mia patria”.

 

Leggendo poi la pagina del 17 dicembre 1942 (giorno dopo lo sfondamento):

 

“Oggi dobbiamo celebrare la messa per la morte di don Felice, chiamato il santo dell’81° reggimento, che diceva che si doveva dimostrare di saper morire qui con loro affinché così sappiano che li amiamo”.

 

Ruffino ha continuato con aneddoti struggenti, che hanno incantato il folto pubblico, parlando anche dell’amore che si cercava di far sentire ai soldati russi feriti, in quanto anche loro “figli di Dio”.

 

All’iniziativa, organizzata dall’Assemblea legislativa con la collaborazione di Assoarma e del Centro culturale Pannunzio e con l’autore, hanno anche partecipato Marco Castagneri (storico) che ha spiegato gli eventi che hanno caratterizzato la campagna di Russia e commentato filamati d’epoca e Pier Franco Quaglieni, direttore generale del “Pannunzio”, che ha parlato di “omaggio alla tempra e al coraggio del soldato italiano costretto in una guerra ingiusta e di aggressione”.

 

 L’attore Mario Brusa ha letto brani del libro.

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Articolo pubblicato il 15/03/2012