Tommaso Porta: Un eroe civile dimenticato dalla Storia

Di Alessandro Mella

Sono tante le vicende che l’oblio ha sepolto nei gironi danteschi della storia. A volte queste riemergono, per caso per lo più, attraverso chi si assume l’onere e la responsabilità di tornare a raccontarle anche quando presentano qualche nebulosità. E questa vicenda in parte ha qualcosa di particolare, il contesto politico che forse concorse a determinarne lo sbiadirsi nella memoria collettiva.

Per approcciarsi alla storia, del resto, occorre spogliarsi dei filtri ideologici personali, degli orientamenti, per riuscire a contestualizzare e capire senza farsi travolgere dalle passioni individuali.

Tommaso Porta fu uno di quei giovani nati e cresciuti negli anni del regime fascista e della retorica invadente ed invasiva che formò una generazione di ragazzi e ragazze che non avevano conosciuto un’Italia diversa da quella di Mussolini. Alcuni di questi riuscirono ad emanciparsi, ad affrancarsi da quegli schemi, ed a maturare una coscienza individuale tali da portarli a combattere nella Resistenza ed altri, invece, restarono ancorati a quelle idee fino ai giorni crepuscolari e drammatici della Repubblica Sociale Italiana.

Ma vi furono anche quelli che non vissero abbastanza per trovarsi di fronte a quel bivio e la cui prematura e sventurata scomparsa impedì di conoscere, capire e vivere qualcosa di diverso. Anzi a volte la loro scomparsa fu lottizzata dal regime senza difficoltà nel clima generale del momento. Molti atti di eroismo, dunque, furono dimenticati perché associati all’orientamento ideologico, vero o presunto, di chi li aveva compiuti. Occorre, dunque, separare il giudizio storico sui fenomeni politici e sociali come il fascismo da quello delle singole persone e dei loro atti individuali. Come gli esempi nobilissimi di Giorgio Perlasca o del commissario Giovanni Palatucci insegnano.

Tommaso, dunque, era un giovane di Volpiano (Torino) nato e cresciuto in una famiglia di modeste disponibilità economiche così che, tornato dal servizio di leva onorato orgogliosamente nei bersaglieri, il nostro era diventato il principale sostegno dei suoi parenti al momento della malattia del padre.

Un ragazzo laborioso, instancabile, diviso tra i campi e le difficoltà della vita rurale e, come tanti di quegli anni, iscritto alla Gioventù Italiana del Littorio. (1)

Conosceva bene la dura vita in campagna il nostro Tommaso ed anche quanto fossero fragili le poche risorse su cui i contadini potevano contare. Così quando una notte, era quella tra il 15 ed il 16 gennaio 1938, prese fuoco un fienile in via Circonvallazione a Volpiano, ne cui pressi probabilmente abitava, corse subito sul posto per dare una mano in quella situazione che poteva assumere contorni terribili se il fuoco fosse fuggito andando ad attaccare altri stabili vicini.

Tommaso salì sul tetto e pur non avendo nozioni di pompieristica comprese subito che la prima cosa sensata da fare era isolare le vie attraverso cui il rogo avrebbe potuto spostarsi ed allargarsi ed iniziò, quindi, a lavorare duramente per raggiungere lo scopo in attesa dell’arrivo dei soccorsi da Torino.

Ma quando qualcuno fece per lanciargli da basso un’asta da usare come leva, forse per innalzare i listelli sulle travi, egli perse l’equilibrio e cadde nel fieno ardente sprofondando mentre, disperatamente, tentava di tirarsi fuori da quella brace che gli bruciava il corpo e nella quale progressivamente scivolava in preda al dolore fisico. (2)

Le prime cure del medico condotto, appena estratto da quell’orrore, non bastarono dal momento che le ustioni parvero subito gravissime ed allora si decise di condurre con urgenza il Porta all’Ospedale Molinette ove iniziò la sua terribile lotta per la sopravvivenza.

L’agonia fu purtroppo lunga ma dopo qualche giorno Tommaso si spense tra il compianto generale. (3)

Il federale Gazzotti e le autorità locali si prodigarono per sostenere la famiglia e farsi carico delle spese del funerale che fu assai solenne.

Del resto, simili eventi non facevano che offrire spunti utili alla propaganda ed alla retorica del regime che cavalcò questa vicenda per dar fiato alle trombe del partito come si evince dai toni dalle cronache del tempo. (4)

Qualche mese dopo dal Quirinale giunse il riconoscimento che il re Vittorio Emanuele III volle concedere a quel giovane. La medaglia al valor civile alla memoria, d’argento, con questa motivazione:

Alla memoria di PORTA Tommaso, manovale, il 16 gennaio 1938 in Volpiano (Torino). Sviluppatosi nel fienile di una casa colonica un incendio che minacciava di propagarsi ad alcune abitazioni vicine, accorreva con altro volonteroso e, salito sul tetto dell'edificio, si prodigava nelle operazioni di isolamento e di spegnimento del fuoco. Per un improvviso cedimento del tetto precipitava però nel locale in fiamme e riportava gravissime ustioni, in seguito alle quali perdeva la vita, vittima del suo generoso ardimento. (5)

Anche La Stampa di Torino volle dar notizia, unitamente ad altri, di questo conferimento. (6)

Il regime diede un’impronta politica ad un eroismo che di politico non aveva nulla. Ad un atto di generosità e di coraggio che rendeva onore solo a quel bravo giovane morto drammaticamente per aiutare gli altri. Oggi il sacrificio di Tommaso Porta merita memoria per l’atto a prescindere dalla retorica della caduta dittatura. Le cronache del tempo ci parlano di un ragazzo inserito nel contesto sociale, culturale e politico del tempo ma questo non giustifica la rimozione del ricordo. Egli fece quel che qualunque galantuomo avrebbe dovuto fare. In una situazione estrema si prodigò per gli altri esponendosi al pericolo fino a diventarne vittima.

Ed è questo il lato commovente di questa storia, l’aspetto per cui la figura di Tommaso Porta non dovrà essere dispersa nel grande calderone della Storia.

Alessandro Mella

NOTE

1) I giovani fascisti restavano tali fino al compimento del ventunesimo anno di età quando, come tutti i cittadini, divenuti maggiorenni potevano iscriversi direttamente al partito. Condizione indispensabile per accedere a molti servizi ed al pubblico impiego come da circolare Starace del 1932.

2) Cade in un fienile in fiamme mentre presta opera di soccorso. Vittima del suo coraggioso comportamento e del suo altruistico slancio è stato l'altra notte Il Giovane Fascista Tommaso Porta, di 23 anni, abitante a Volpiano. Verso le ore zero trenta della notte del sabato in una casa rurale della via di Circonvallazione di Volpiano, per cause che non è stato possibile stabilire, è scoppiato improvvisamente un incendio sotto una tettoia ove era deposta della paglia. L'Incendio prendeva subito delle proporzioni allarmanti perché si estendeva ad un vicino fienile che in breve diveniva una torcia ardente e minacciava di appiccare il fuoco anche alla casa vicina. Per fortuna in poche ore con l'aiuto dei carabinieri prontamente accorsi e dei pompieri giunti da Torino, l'incendio poteva esser domato prima che prendesse maggiori proporzioni. I danni non superano infatti le sette mila lire. Il fatto è stato reso ben più doloroso però dalla triste sorte toccata al Giovane Fascista Porta, che tra i primi era accorso spontaneamente e si era prodigato con volontaristico slancio nel tentativo di arginare il dilagare delle fiamme. Salito sulla tettoia che si trova di fianco al fienile che ardeva, il Porta si accingeva a liberare un tratto del tetto per impedire il propagarsi delle fiamme, quando, mentre dal basso gli lanciavano un'asta di legno perché se ne servisse come leva, il giovane perdeva l'equilibrio e cadeva proprio nel fienile in fiamme. Con uno sforzo supremo il Porta riusciva a districarsi dal braciere che lo avvolgeva, ed ove era sepolto fino alla vita nella paglia che cedeva sotto il suo peso. Raccolto dai presenti il giovane veniva subito trasportato all'ospedale locale ove il dott. Vescovi lo visitava e lo faceva ricoverare con prognosi riservata, avendogli riscontrate delle bruciature di primo, secondo e terzo grado, con carbonizzazione dei tessuti muscolari delle mani, al viso, alle gambe, ai piedi ed alle braccia. L'audace giovane versa tuttora in pericolo di vita. La disgrazia è ancor più angosciosa perché il Porta è l'unico sostegno della famiglia: infatti il padre del giovane ha subito di recente una grave operazione ed una sorella è inferma. L'unico che lavorava nella famiglia era appunto il Tommaso Porta che purtroppo è rimasto vittima del suo coraggio. (La Stampa, 14, Anno LXXII, 17 gennaio 1938, p. 2).

3) La morte del G. F. Porta all'ospedale delle Molinette. È morto la scorsa notte, alle ore 24, all'ospedale delle Molinette, dove era stato ricoverato, il giovane fascista Tommaso Porta, vittima del suo coraggioso slancio durante un incendio a Volpiano. Il drammatico episodio che è costato la vita al giovane Porta, come si ricorderà, avvenne nella notte fra il 15 e il 16 gennaio. Poco dopo la mezzanotte una casa rurale nella via di Circonvallazione di Volpiano, si sviluppava un impressionante incendio. Il Porta, accorso spontaneamente, con slancio degno di lode e alto senso altruistico, si adoperava con i primi sopraggiunti nel tentativo di arginare il dilagare delle fiamme. Salito su una tettoia a fianco al fienile, il giovane fascista si accingeva a liberare un tratto di tetto quando, per afferrare un'asta di legno che gli avevano lanciato dal basso e che doveva servirgli da leva, perdeva l'equilibrio e cadeva proprio nel fienile in fiamme. Con uno sforzo supremo il Porta riusciva ancora ad alzarsi e, fra le fiamme che l'avvolgevano, tentava di porsi in salvo. Ma la paglia, sotto il suo peso, cedette e a stento, assai malconcio, poté essere tratto dalla spaventosa posizione. Il Porta aveva riportato gravissime ustioni per cui era stato necessario il suo ricovero all'Ospedale delle Molinette. Il Federale, che si è continuamente interessato del Giovane Fascista, a nome della Federazione e della G.I.L., ha espresso alla famiglia il suo cordoglio. I funerali avranno luogo martedì mattina a cura della Federazione e la salma sarà trasportata a Volpiano per essere tumulata in quel cimitero. Il segretario del Fascio di Volpiano e il Podestà sono giunti ieri a Torino. Il Porta, prima a morire ha espresso il desiderio di essere vestito colla camicia nera. (Ibid., 26, Anno LXXII, 31 gennaio 1938, p. 2).

4) I funerali a Volpiano del Giovane Fascista Porta. Tutta Volpiano era ieri presente ai funerali del Giovane Fascista Tommaso Porta che è stato vittima del suo coraggio e del suo altruismo. Nei quindici giorni che sono seguiti alla disgrazia il giovane Porta ha dato prova di una fermezza di carattere veramente eccezionale; mai un lamento è uscito dalla sua bocca anche nelle ore dolorose delle medicazioni. E' state un esempio di eroica giovinezza e di forza. Il suo ultimo desiderio di essere sepolto con la Camicia nera è stato esaudito; la salma vestita della divisa di Giovane Fascista è stata trasportata dall'Ospedale delle Molinette a Volpiano dove è stata deposta in una camera ardente preparata in una sala del Municipio. Alle ore 15,30 il mesto corteo si è mosso dalla sede del Comune. Ai funerali erano presenti il Segretario Federale Piero Gazzotti che ha voluto esser presente a queste estreme onoranze per il giovane Porta, il vice Comandante della GIL colonnello Levito, il centurione Lotti, ispettore di Zona, il Podestà conte Ripa di Meana, il Segretario del Fascio tenente Favero ed altre personalità. Dietro alla salma arano i genitori sconsolati per la tremenda sciagura che li ha colpiti ed i parenti, precedevano le corone del Fascio, del Municipio, dei parenti ed una dei compagni di leva. La salma è stata portata a braccia dai giovani che quest'anno presteranno servizio nell'Esercito, e sul feretro era il cappello da bersagliere del giovane scomparso. Tutte le organizzazioni fasciste eran schierate lungo le vie del paese, che è stato percorso dal mesto corteo. Dopo la benedizione della salma, il Federale ha compiuto il rito dell'appello fascista. Tutta la popolazione ha risposto ad una sola voce tonante «Presente». Il Federale, che ha voluto che i funerali fossero fatti a cura della Federazione, ha portato ai familiari dell'eroico giovane un aiuto in denaro ed ha assicurato tutto il suo appoggio per questa famiglia che e stata privata cosi crudelmente del suo unico figlio su cui basavano le speranze dei vecchi genitori. (Ibid., 28, Anno LXXII, 2 febbraio 1938, p. 5).

5) Gazzetta Ufficiale del Regno d’Italia, 246, Anno LXXIX, 26 ottobre 1938, p. 4467.

6) Medaglie d'argento e di bronzo conferite a coraggiosi Roma, 26 ottobre. S. M. il Re Imperatore, su proposta del Ministro per l'Interno, ha conferito la medaglia d'argento al valor civile, in premio a coraggiose e filantropiche azioni compiute, fra gli altri, ai seguenti: Venesia Lorenzo, vice caposquadra della M.V.S.N. (Torino); alla memoria di Gasperini Alessandro, Canelli (Asti); alla memoria di Pranzato Pietro, contadino, Strevi (Alessandria); Dutto Virginio, maresciallo dei Carabinieri Reali, Strevi (Alessandria); alla memoria di Porta Tommaso,: manovale, Volpiano (Torino); alla memoria di Iseglio Pietro, pescatore, Settimo Torinese (Torino) (…). (La Stampa, 255, Anno LXXII, 27 ottobre 1938, p. 2).

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Articolo pubblicato il 07/11/2022