Il futuro dei giovani
Il tavolo dei relatori

Al convegno intitolato “Sussidiarietà e... Formazione professionale” presenti le massime Autorità

Lunedì 5 marzo la Piazza dei Mestieri in via Jacopo Durandi 13 ha ospitato  il ministro Francesco Profumo, Roberto Cota, Piero Fassino, Claudia Porchietto, Giorgio Vittadini e Elena Ragazzi, al convegno intitolato “Sussidiarietà e... Formazione professionale”.

Ad accogliere il tavolo dei relatori è stato il presidente Dario Odifreddi. Centodiecimila unità sono le professionalità tecniche che mancano in Italia ogni anno. È partito da questo dato Francesco Profumo dalla Piazza dei Mestieri di Torino, centro di accoglienza e di formazione professionale. Il ministro dell’Istruzione ha poi sottolineato l’importanza della formazione tecnica e professionale da rilanciare.

“Con un percorso - ha riferito - che sia programmato, che consenta ai ragazzi di rendersi conto di quelle che sono le loro aspirazioni, in fondo l’obiettivo dell’orientamento è proprio questo, rendere consapevoli i ragazzi delle loro scelte e anche un po’ dei loro sogni”.

L’orientamento quindi per portare un po’ più giovani alle scuole professionali, strumento per rilanciare l’occupazione, secondo il ministro. Da anticipare di un anno rispetto alla scelta e da sostenere con gli allievi più grandi che spieghino ai più giovani attraverso un linguaggio comune, il significato di un certo mestiere.

Profumo è intervenuto al convegno sulla formazione professionale, parlando della centralità dell’orientamento scolastico anche per ridurre il problema dei giovani con meno di trent’anni che non studiano e non lavorano e che in Piemonte sono più che in qualsiasi altra regione del nord. Al convegno non sono state affrontate solo le tematiche legate al tipo di istruzione necessaria che deve esserci per potere accedere al lavoro, ma anche di sussidiarietà, quindi di tutto ciò che ruota intorno alla vita dei più giovani.

È stata presentata un’indagine centrata sui ragazzi che frequentano i corsi alla Piazza dei Mestieri e quelli statali, sul fatto se ha un valore o meno la sussidiarietà, cioè la qualità della vita oltre che le lezioni. Risultato: la sussidiarietà è importante per l’educazione per il recupero del fare e dei mestieri. Il rapporto è stato curato dalla Fondazione per la Sussidiarietà e dal Ceris CNR e presentato dalla ricercatrice Elena Ragazzi. 

 Il campione dell’indagine ha coinvolto 768 allievi, per metà diplomati negli istituti professionali di stato (IPS) e per la restante metà, qualificati degli enti di formazione professionale (CFP) che hanno terminato il loro percorso nel 2008. Nell’indagine sono stati coinvolti 37 istituti professionali statali e 37 corsi di formazione professionale.

Secondo Dario Odifreddi :

“I ragazzi, una volta usciti dai nostri laboratori sono in grado di lavorare da subito... Un dato rilevante è che i giovani danno importanza all’attività di laboratorio, nei centri professionali come il nostro”.

Prima del convegno il ministro Francesco Profumo ha ampiamente visitato l’intera struttura della Piazza dei Mestieri in un percorso che ha attraversato i tanti laboratori:  di panificazione, del cioccolato, di pasticceria, di acconciatura e molti altri.

Ha piacevolmente interagito direttamente con i ragazzi che a loro volta hanno avuto la possibilità di comunicare al Ministro la loro contentezza di potere avere una struttura in cui l’insegnamento di un mestiere passa prima attraverso la pratica delle ore di laboratorio e poi attraverso la teoria.  

A Giorgio Vittadini, presidente della Fondazione per la Sussidiarietà, sono state affidate le conclusioni di un convegno arricchito da tanti qualificati interventi.

 

 

 

 

 

 

 

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Articolo pubblicato il 09/03/2012