Villa Il Meleto

Il rifugio incantevole di Guido Gozzano (di Alessandro Mella)

La maggior parte delle persone che si recano ad Agliè, grazioso paesello nel cuore del Canavese, vi si portano per visitare il bel castello ducale sabaudo che vi sorge.

Tuttavia, a poca distanza, nella campagna ed in mezzo ad un paesaggio rurale incantevole, si può scoprire anche un’altra perla davvero imperdibile.

Il luogo si raggiunge facilmente partendo proprio da Piazza Castello, proseguendo su Via Principe Tommaso e Via Principe Amedeo. Quindi, dalla periferia del paese, si gira a destra e si entra in Via Meleto.

Si tratta, in effetti, proprio dell’antica villa detta “Il Meleto” che fu residenza estiva del poeta Guido Gozzano ed ove questi scrisse alcuni versi magnifici e celeberrimi.

La casa fu oggetto di intensi lavori di cambiamento avviati nel 1904 grazie all’intraprendenza di Guido, desideroso di darle un aspetto in stile “liberty francese” secondo il gusto del tempo.

La struttura, di origine ottocentesca, appartenne al senatore Massimo Mautino che successivamente la lasciò in eredità alla figlia. La stessa che poi divenne madre dell’illustre poeta e che ne custodì a lungo i ricordi prima di spegnersi nel 1947 dopo aver ceduto la residenza mantenendo, tuttavia, il diritto ad abitarla a vita:

È morta la mamma di Guido Gozzano. È mancata stamane in via Nizza 57, la signora Deodata Mautino Gozzano, mamma di Guido, l'indimenticabile poeta. Figlia del senatore Massimo Mautino, la signora Gozzano era nata ad Agliè, nel Canavese, il 20 maggio 1858: era rimasta vedova nel '900 e da allora aveva dedicato tutta la vita ai figli. D'altronde, chi non ricorda la mamma di Guido Gozzano? La piccola persona, avvolta in uno scialle nero, come in un saio monacale, la fronte alta e cerea, incorniciata da capelli d'argento, si inquadrava perfettamente nella settecentesca villa di Agliè: «il Meleto».

È questa una doviziosa dimora agreste, con un rigoglioso frutteto e prati e bosco, ed un laghetto, con un'isola in mezzo, collegata alla riva da un ponticello rustico, ed una coppia di cigni che vanno lenti.

È il mondo di Guido Gozzano, è l'isola di «Primavere romantiche» (…). A notte tarda, le finestre della sua casa, ad Agliè, si illuminavano e rimanevano tali sino al mattino: la «gaia brigata» degli amici di Guido conveniva ai trattenimenti dove si svolgevano conversari, dizioni di versi, improvvisazioni e prove di recite teatrali.

In ciò eccelleva la signora Diodata, filodrammatica appassionatissima, che i fedeli di Guido avevano chiamata «la Duse del Canavese».

Poi vennero i giorni tristi, Guido la lasciò, la piccola signora avvolta nello scialle nero si rinchiuse in sé. il Meleto fu venduto e la casa avita (…) passò ad altri eredi. La signora Diodata visse sempre più solitaria con i suoi ricordi, «fra le vecchie cose di pessimo gusto», coperte dalla polvere del tempo. (1)

L’abitazione, su più piani, è assai graziosa. Quello terreno si percorre passando di stanza in stanza, senza corridoio come s’usava un tempo. Entrando rapisce l’antico telefono e poi il susseguirsi di locali ricchi di bellezze, opere d’arte, gli oggetti narrati dal poeta, il famoso busto di Napoleone, il ritratto di Vittorio Emanuele II, ed in ultimo la magnifica biblioteca che, anni fa, raccolse l’attenzione e l’ammirazione anche di Vittorio Sgarbi.

Al piano di sopra sorgono gli appartamenti, tra i quali la stanza di Guido ove riposava e spesso scriveva dopo le passeggiate nel podere allora assai più ampio dell’attuale muro di cinta.

All’interno dello stesso colpisce l’incantevole giardino che in primavera si colora di magnifiche tinte floreali.

Dopo la morte della madre di Guido la casa passò a vari proprietari fino all’acquisto della benemerita attrice Edvige Gatti Facchini che si dedicò, con rara passione, al recupero di cimeli e mobilio originali. Un ulteriore restauro venne poi portato a compimento dalla famiglia Conrieri subentrata nella proprietà. (2)

La quantità di cimeli, i giardini, gli arredi ed ogni dettaglio del “Meleto” permettono di calarsi nell’atmosfera dell’epoca, nei colori che Guido ed i suoi ospiti potevano vedere ed amare, nella delicatezza di quel luogo incantevole.

Non si può andare ad Agliè senza esplorare questo magnifico scrigno di arte e cultura il quale, come tutto purtroppo, subì il peso delle chiusure imposte al tempo della pandemia covid:

AGLIÈ (obu) «Biancheggia fra le glicini leggiadre l’umile casa ove ritorno solo», così il poeta Guido Gozzano fa riferimento a Villa Il Meleto nella sua poesia «L’analfabeta». Dimora di uno dei maggiori esponenti del crepuscolarismo e immersa nella campagna alladiese, la Villa di Gozzano è un museo che permette ai visitatori di girovagare tra le stanze e nel giardino del letterato, respirando un’aria poetica.

Dopo l’anno appena trascorso, però, anche Il Meleto ha sentito il peso delle chiusure forzate, tant’è che «non abbiamo potuto riaprire immediatamente - spiega Lilita Conrieri, una delle proprietarie della villa - bisogna fare dei lavori per mettere in ordine la casa e il giardino.

Speriamo di finire tutto per l’estate, in modo da poter accogliere nuovamente i visitatori». I giorni di apertura saranno dal venerdì alla domenica, con orario 10-12 e 15-18:30, l’ingresso sarà contingentato e, in base al numero di persone che arriveranno, si vedrà se procedere con una prenotazione online.

Come ogni settembre ci sarà il concorso letterario Nazionale il Meleto di Guido Gozzano, giunto alla sua undicesima edizione che, grazie a una giuria di esperti, conferirà i premi per il miglior racconto e migliore poesia su argomento libero, mentre miglior tesi di laurea e saggi sulla figura di Guido Gozzano.

«Lo scorso settembre eravamo riusciti a organizzarlo in presenza - aggiunge Lilita Conrieri - la mia speranza è che si possa ripetere anche quest’anno».

Non resta quindi che attendere i mesi estivi per poter imboccare Via Meleto e immergersi nell’atmosfera aristocratica della casa-museo del poeta. (3)

La bellezza di questo luogo merita indubbiamente una sosta dal momento che, grazie ai proprietari, esso rende possibile un viaggio nel tempo tra le atmosfere crepuscolari di un grande ed inimitabile protagonista della nostra letteratura.

Alessandro Mella

NOTE

1) La Nuova Stampa Sera, 212, Anno I, 23 dicembre 1947, p. 1.

2) Parte delle notizie sono tratte dal pannello esplicativo posto all’ingresso della villa.

3) Il Canavese, 18, 5 maggio 2021, p. 66.

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Articolo pubblicato il 12/10/2022