Victor Vegan: come riscrivere la storia del calcio italiano

L’attore e regista chivassese è autore di innovativi documentari sportivi, frutto di approfondite ricerche, che hanno riscosso interesse anche oltre oceano

Loris Davide Fiore, in arte Victor Vegan, è nato l’8 ottobre 1966, alle ore 20:30 per poter vedere subito il programma televisivo Scala Reale.

Le sue prime parole sono state “mamma, acqua e c’mon England”. Non a caso è da sempre appassionato al calcio inglese e, di conseguenza, alle squadre italiane made in U.K. che in ordine cronologico sono il Club Internazionale di Foot-ball (1889), il Genoa F.C. (1896), il Milan F.C. (1899) e il Roman (1901).

A Victor il germe del tifo per il Toro e il Casale lo hanno iniettato il papà, lo zio e il nonno, che aveva militato nella seconda squadra nel periodo 1928/29.

Altra sua passione è il montaggio cinematografico: prima che a leggere e a scrivere, a cinque anni ha imparato a cambiare sequenze di Stanlio & Ollio, tagliando e rimontando con lo scotch filmini super 8.

Interessato alla teo-filosofia delle religioni, attore e regista di film sul calcio, Victor ha realizzato i mediometraggi Ashurà: storia di passione e di martirio e La memoria dei giusti, il lungometraggio Freedom To Believe-Jerusalem e precedentemente Firmamento Nerostellato-Notes of passion e Da dove tutto ebbe inizio-Where it all began, documentario e docufilm col quale ha vinto vari premi per i suoi complessi contenuti.

Nella sua produzione si alternano dunque film a contenuto squisitamente religioso ad altri che analizzano i momenti iniziali della vita delle squadre di calcio e, spesso, gettano una nuova luce su particolari ancora poco noti oppure caduti nell’oblio e mettono in discussione ricostruzioni successive, oleografiche e autocelebrative, ma insussistenti.

Questo sforzo di Victor per riscrivere la storia del calcio italiano sulla base di inoppugnabili documenti e non di gratificanti leggende, gli è stato riconosciuto da un’intervista di ESPN.com.br., il più grande network sportivo in Sudamerica, che l’ha intitolata Scopri come un regista cerca di cambiare la storia del calcio in Italia.

Questa intervista, condotta da Rafael Valente e Vladimir Bianchini entrambi di San Paolo (Brasile), ricorda come le ricerche di Victor, condotte con modestia e quasi per passatempo, hanno destato l’attenzione della dirigenza della squadra inglese Sheffield Foot-ball Club 1857. Lo Sheffield, che da poco tempo aveva ottenuto dalla Fédération Internationale de Football Association (FIFA) l’iscrizione come club più vecchio del mondo, si è interessato alle ricerche di Victor. Ha voluto così premiarlo con la tessera di associazione ad honorem per la sua volontà di far luce sulla storia della squadra.

Al momento Victor si sta occupando della Coppa Lipton.

Ci spiega che: «Ultimamente, insieme allo storico e coordinatore scientifico del Palermo Museum, Giovanni Tarantino, stiamo raccogliendo documenti che trattano dell’epopea di Sir Thomas Lipton. Questi, da amabile sfigato, è diventato un miliardario filantropo con le piantagioni di tè indiano inventandosi dal nulla dopo aver fatto tantissimi lavori.

Vinse molte sfide, dalla nautica al football, vero precursore dei mondiali e della Coppa dei Campioni, ma con lo sguardo anche a realtà dilettantistiche e ai tornei a lui dedicati».

Quello della coppa Lipton è un mondo ancora tutto da approfondire. 

Victor si è lanciato in questa impresa e sta già realizzando un nuovo documentario, accompagnato da un progetto editoriale.

Per la parte fotografica è affiancato da Marco Morelli di Popolo, nipote di quel Vittorio che fu uno dei rifondatori del F.C. Torino nel 1906 e già attivo nel F.C. Torinese. Marco ha ereditato dal suo antenato numerosi e rari cimeli.

Per la parte documentaristica collabora lo storico Roger Stirland, marito di Helen, la pronipote di Herbert Kilpin, allenatore e calciatore inglese, fondatore, giocatore e primo allenatore del Milan.

Con l’augurio di buon lavoro a Victor, ricordiamo che, sempre in ambito calcistico, nel maggio 2018 ha scritto con Fabrizio Calzia il libro 1898 Il primo scudetto. Se ne è parlato al programma Dribbling su Rai 2.

Partecipando allo Sport Film Festival di Palermo, nel 2017 ha vinto un premio speciale della Medicina Sportiva. Nel 2018 in Colombia, al Tercer Tiempo Festival Mundial de Cine Futbolero, ha vinto un primo posto ex aequo per “somma di nomination”. Nello stesso anno ha partecipato in Australia al Wordfilmfestival contest online e ha ricevuto l’alloro per il documentario Where it all began.

Nel 2019 il Tercer Tiempo Festival Mundial de Cine Futbolero ha fatto diventare il suo documentario un materiale didattico in uso nelle scuole colombiane.

Nel 2020, nel mese di agosto, ha viaggiato per il Regno Unito e quattro mesi dopo ha iniziato il montaggio del documentario Grazie a Dio per il Football. Nel 2021 ha realizzato la versione inglese del docufilm colt titolo Football By The Grace Of God, entrambe visibili online su RUMBLE.

Mentre i suoi film continuano ad essere selezionati e inviati a vari festival in giro per il mondo, scopriamo che parte dei ritrovamenti di Victor sono citati in vari libri, dall’Argentina alla Svizzera.

È il caso di Massimo Prati col libro Les Suisses pioneers du football italien, edito da Editions Mimesis e in uscita a novembre nei paesi francofoni.

Lo ha citato anche Joaquín Millán Dellachiessa col libro che sta scrivendo sull’emozionante storia di Padre Bartolomé Grella e del Club Atlético Patronato de la Juventud Catòlica, squadra di calcio argentina.

Concludiamo con questo messaggio di Victor: «Sì alla rivalità sportiva, no all’odio becero e alla violenza in tutti i frangenti», messaggio che alla luce dei recenti avvenimenti dell’Indonesia viene ad acquistare un particolare valore.  

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Articolo pubblicato il 05/10/2022