Lo ribadisce Gioventù Universitaria di Torino
Il Rettorato del Politecnico ha giustificato tale decisione affermando che in questo modo verrà garantita agli studenti una formazione migliore sul piano qualitativo, anche se molti elementi attendibili fanno pensare che le motivazioni di tale provvedimento siano altre, per esempio, il fatto che il Politecnico di Torino, un po' a causa dei tagli ministeriali e un po' a causa delle fatiscenze interne, non sia in grado di gestire l'organizzazione delle strutture e del corpo docenti dell'Ateneo torinese; resta il fatto che tale decisione penalizza per l'ennesima volta gli studenti condizionando la loro libertà nella scelta di un determinato percorso formativo.
"Gioventù Universitaria - ha sottolineato un portavoce - intendere ribadire, come già avvenuto in passato, la propria posizione sulla legge 264 del 1999 che stabilisce l'accesso a numero programmato alle Università: i tagli ministeriali non devono essere un pretesto per introdurre il numero chiuso, considerato che tramite esso gli atenei tendono troppe volte a nascondere le proprie carenze strutturali e organizzative, oltre ad alimentare ulteriormente i privilegi di caste e poteri privati che dal 1999 ad oggi lucrano sulla formazione dei giovani".
In alternativa al numero chiuso, il Movimento propone che ogni studente possa scegliere liberamente il percorso di studi al quale iscriversi, a patto che però consegua un rendimento adeguato al percorso formativo, rendimento che deve essere valutato con metodi oggettivi al termine di ogni anno accademico e in base al numero di esami sostenuti.
Stampa solo il testo dell'articolo Stampa l'articolo con le immagini
Articolo pubblicato il 05/03/2012