LA TREMENDA VERITA’: racconto stilato nel 2005, ispirato dal brusio del pianeta
La Tremenda Verità, 100 × 70. Della serie "Vascelli". Acrilico su legno

1º capitolo di cinque: L'INIZIO DELLA FINE. Vecchio romanzo breve di una raccolta che ridisegna un beffardo destino della razza umana

L’estate era stata così rovente da sembrare opera di Lucifero. L’autunno, solcato da furibondi nubifragi e trombe d’aria mai viste aveva spazzato terre e raccolti, fasce costiere, strade, ponti e bassi insediamenti. Vi furono naufragi, frane, crolli e lutti dovuti a vasti allagamenti. Quindi, l’inverno era calato da nord ghiacciando le pianure ancora umide. Il gelo aveva imposto l’uso di ogni tipo di riscaldamento, mandando in crisi le centrali elettriche, e di seguito: porti, aeroporti, fabbriche, trasporti e ospedali. La popolazione impaurita si era aggrappata alle valutazioni legate ai notiziari.

Sperando in qualche buona novella, il telespettatore seguiva dibattiti scientifici che si davano battaglia su tutti i canali, duellando per la massima audience e ostentando ciascuno, individualismo e onniscienza.

La storia di queste stravaganze climatiche era iniziata verso la metà del secolo scorso, quando le varie rivoluzioni industriali, in breve tempo avevano cambiato abitudini e costumi, dando inizio a quello che, da benessere a basso costo, con l'andar del tempo avrebbe innescato il "bollore planetario".

Alcuni decenni prima, sopra le città industrializzate era apparsa una nuvola alla quale fu affibbiato il neologismo di smog. A quel tempo, aveva suscitato una certa impressione; erano ancora molti a ricordarsi di com’era il cielo quando quella cappa non esisteva ancora. Si trattava di pulviscolo generato dalla combustione di derivati estratti da petrolio e carbone che, all’inizio, permisero benefici quotidiani racchiusi in un esaltante termine: “evoluzione  scientifica”.

Nel frattempo, le nuove generazioni vennero al mondo già sotto la coltre di smog, e crescendo lo trovarono "cosa usuale", mentre la memoria dell’aria tersa e dei cieli stellati, si perdeva con i ricordi dei vecchi.

Lo smog era l’effetto collaterale di un processo industriale produttivo, del condizionamento del microclima domestico e della  motorizzazione di massa. Fenomeni che acceleravano di continuo, migliorando i manufatti e una certa parte di qualità della vita.

Quel progresso aveva tracciato il cammino dell’uomo per tutto il secolo scorso diffondendo l’economia di mercato in ogni angolo del pianeta. L’economia di mercato era basata sul concetto di sviluppo esponenziale e sull’accentramento dei monopoli produttivi ed economici in poche lobby geo-speculative. Gli spettri erano: la recessione, il crollo del sistema bancario e il tasso annuo d’inflazione.

La corsa allo sviluppo aveva sgretolato l’equilibrio delle leggi naturali che erano le radici della vita per tutto il pianeta, ma i nuovi giovani, rampanti dirigenti in carriera, non possedevano più le reminiscenze del passato che avrebbero consentito di riconoscere il deteriorarsi dell’armonia del mondo. Il successo individuale era l'unica meta. L’antica devozione all’Onnipotente era stata sostituita dalla lusinga del prodotto tecnologico, poiché l’uomo stava raggiungendo obiettivi in apparenza sempre più vicini al trascendente e al divino. Si trattò di un’illusione che favorì l’evoluzione degli avvenimenti che sarebbero sfociati in una tremenda verità: l’Olocausto annunciato dai testi antichi si era andato delineando lentamente, poi aveva accelerato fino al punto di non ritorno.

Eppure, non era stato ancora stato percepito da tutti.

Dopo l’epoca dei conflitti ideologici e dell’aumento di gas che impedivano l'uscita di raggi infrarossi e avevano avvolto il pianeta, l’inquinamento, compreso quello elettromagnetico, era stato accettato come prezzo quasi onesto in cambio dei vantaggi che rendevano la vita più agiata, moltiplicando le follie di un irreversibile paradosso. 

Quando il degrado ambientale e l’inasprirsi del clima furono collegati anche dagli scienziati scettici, allo stile di vita progredito, per contenere l’inquinamento furono prese goffe decisioni: traffico dei mezzi a targhe alterne, chiusura dei centri storici, razionamento dell’acqua a scopi non alimentari e serrata delle scuole. Pillole di disagio divulgate da un’informazione vigilata dall’Organismo di Controllo Centrale.

In realtà, gli allevamenti intensivi, l’urbanizzazione, l’abuso delle risorse naturali, il consumo del suolo e delle piante, e la motorizzazione di massa, innescarono la copertura del globo da parte di una fascia di anidride carbonica e di metano, principali cause dell’effetto serra e del riscaldamento in aumento esponenziale… Nel frattempo, i razzi che partivano sempre più di frequente per misteriose missioni spaziali, perforavano l'atmosfera.

La tremenda verità si sarebbe potuta evitare

Se ne parlò molto, ma si fece poco. Il tema della riconversione energetica divenne prolisso dibattito tra scienziati e politici che blateravano senza trovare accordo. La gente comune seguiva la dialettica dei notiziari ufficiali e le voci di alcuni dissidenti che continuavano a mettere in guardia. Si capiva che avevano ragione ma erano ridicolizzati dalle false notizie gestite dagli Stati. Il confronto non era ad armi pari e poi, per chi credeva alla cienza ufficiale, non occorrevano prove, ma per altri, nessuna prova sarebbe mai stata abbastanza. Sul pianeta erano in pochi tra tanti, coloro disposti a rinunciare a qualche comodità pur d’inquinare meno.

A quel tempo, fecero la comparsa fonti energetiche non inquinanti, ma erano più costose e andavano a interferire con i giganteschi interessi dei colossi petrolchimici. Le “fratellanze” del potere economico e industriale erano ancorate a un volano di attività connesse tra loro e impossibile da riconvertire.

Intanto, i notiziari aggiornavano sui fatti: entro pochi anni si sarebbero sciolti i ghiacci, gli oceani avrebbero sommerso arcipelaghi e fasce costiere, molte falde acquifere si sarebbero prosciugate e l’aumento della temperatura avrebbe causato massiccia evaporazione delle acque, originando uragani devastanti. Era ormai ovvio che la colpa era da ricondurre all’attività umana e non a cause naturali, ma la cosa non era certificata ufficialmente e poi, di terra emersa ne sarebbe rimasta abbastanza.

Nonostante alcuni incontri tra le potenze industriali e accordi degni di un farmaco placebo, nessun leader prese iniziative concrete per invertire la tendenza, anche per la perdita delle sovranità di molti Stati, a favore di lobby e logge massoniche che convogliavano il potere in poche, diaboliche mani.

Si stava riprendendo coscienza troppo lentamente del degrado dei fragili ritmi che, per milioni di anni, avevano garantito il replicarsi della magia della vita sul nostro splendido pianeta. Pareva impossibile che la scienza più avanzata non fosse in grado di elaborare qualche soluzione razionale, ma era così. Nel frattempo, infinite specie vegetali e animali si erano estinte, ma l’aspetto più drammatico era un altro, smisurato.

La tremenda verità era nota da tempo, scoperta da illustri studiosi e rivelata ai governanti, ma era stata taciuta ai miliardi d’abitanti, rabboniti da sussidi economici, depistati da false notizie, distratti e divisi da conflitti socio-ideologici, storditi da gingilli elettronici, assorbiti da programmi ipnotici, sedotti da robotizzati balocchi e circondati da un versatile benessere che riusciva a sfamare quasi tutti, sempre più lontani da un umanesimo consapevole del sé.

La verità era mostruosa. A qualche coscienzioso scienziato era montato il ghiribizzo di spifferarla, ma era morto in strani incidenti. Qualche blogger senza paura aveva provato a diffonderla su alcuni social network, ma dopo essere stato oscurato, di lui non si era saputo più niente. Nulla era ignoto ai software di controllo della popolazione. Con la scusa di badare alla sicurezza personale, gli abitanti erano tutti monitorati e chi pensava troppo, era identificato dalla traspirazione +7, dalla gestualità, dal THz emesso e dal fremito della pupilla.

Se la verità fosse stata resa nota, avrebbe scatenato una ribellione di massa, impedendo di mettere in atto l’estrema soluzione. L’agghiacciante verità sarebbe dovuta rimanere atroce menzogna. Chiunque avesse tentato di renderla nota sarebbe stato eliminato.

L’anidride carbonica, mutata dalla combinazione con i nuovi gas Aton e Thor aveva iniziato a cibarsi d’ossigeno e azoto, variando i subatomici, micrometrici equilibri tra il peso molecolare dell’atmosfera e la forza di gravità, la quale, a causa della massa calcolata secondo la formula: Fgrv = (GME1 -1/3 %ET)/dª+ ∑J , risultava < 4dºa-h2 C di G.

L’atmosfera stava cedendo i gas più leggeri alla Costante Gravitazionale, perdendo massa. L’innalzamento dello 0° termico a quote più elevate, ne era il segnale più percepibile. La distanza Delta-dª, tra il centro d’applicazione delle forze di trazione della gravità planetaria, e la somma di compressione delle particelle sospese, pari a un valore medio di 28,8 KPA, si stava dilatando.

L’aria stava svanendo nell’infinito, volava via. Il pianeta, privo della copertura di ozono si sarebbe essiccato e infine, solo l’ossido di carbonio, gas dal peso atomico più elevato, sarebbe rimasto a sottile testimonianza delle scellerate attività d’una razza estinta. Triste Olocausto cosmico dovuto a una somma di cause fisiche e chimiche, ma originato dalla teoria dello sviluppo continuo orizzontale e non dalla riconversione circolare delle risorse, quel riciclaggio ignorato dalle lobby monopolistiche che avevano deciso le sorti del pianeta.

L’estrema soluzione non poteva essere che una sola, chi doveva sapere era già avanti da tempo, ma non ci sarebbe stato mai posto per tutti.

Alle 11:00 di domenica 25 settembre uscirà il 2º capitolo della saga:

IL GRANDE INGANNO.

A presto…  Sempre che ce ne rimanga il tempo… 

Link: https://www.civico20news.it/sito/articolo.php?id=45804

 

 

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Articolo pubblicato il 22/09/2022