Uno studio sulle politiche per la montagna
L'ingresso di Palazzo Lascaris

Il convegno Promosso dal Comitato per la qualità della normazione e la valutazione delle politiche

Serve una strategia condivisa e trasversale per la montagna piemontese, che superi le settorialità, con un’attenzione ai fabbisogni e alle opportunità, molto differenziate su scala locale.

 

Questa è una delle principali indicazioni emerse durante il seminario sulla valutazione delle politiche regionali a sostegno del territorio montano nel periodo 2000-2006, che si è tenuto lunedì, 27 febbraio, a Palazzo Lascaris.

 

Promosso dal  Comitato per la qualità della normazione e la valutazione delle politiche, il convegno è stata l’occasione per presentare uno studio sui risultati delle politiche di sviluppo della montagna, realizzato dall’Ires Piemonte su incarico del Nucleo di valutazione e verifica degli investimenti pubblici della Regione Piemonte.

 

I lavori sono stati aperti dal vicepresidente del Consiglio regionale, Roberto Placido, e dal consigliere Nino Boeti, presidente del Comitato per la qualità della normazione e la valutazione delle politiche regionali.

 

Dallo studio, presentato dal ricercatore Ires Stefano Aimone, è emerso che dei 6,8 miliardi di euro di spesa pubblica piemontese nel periodo 2000-2006 2,6 miliardi sono ricaduti in area montana. Si tratta di una cifra pari al 39% del totale, che rappresenta un’elevata intensità di spesa pro-capite, se si pensa che la popolazione in quell’area raggiunge il 19% del totale regionale. I fondi destinati alle opere olimpiche 2006 in Piemonte hanno sfiorato i 2,3 miliardi, di cui oltre la metà si è concentrata in montagna, con una netta prevalenza per l’Alte Valle di Susa.

 

A livello di settori, la spesa si è concentrata per il 55% sulle opere pubbliche. Le opere olimpiche con l’aggiunta degli interventi per il turismo rappresentano 1,43 miliardi di euro, il 54% circa del totale. Al netto delle Olimpiadi, hanno assunto rilevanza anche gli investimenti in agricoltura, pari a 352 milioni di euro (13% del totale), grazie soprattutto al Programma di sviluppo rurale (Psr).

 

I territori che hanno percepito più interventi sono l’alta collina sud e la fascia appenninica, le valli cuneesi, con una spiccata capacità di attrazione di risorse delle Valli Gesso, Vermenagna e Pesio, e la Valle di Susa.

 

In termini ambientali si è verificata una spesa importante per interventi materiali, che possono incidere negativamente sul paesaggio e generare traffico, anche se l’introduzione della valutazione di impatto ambientale ha contenuto gli effetti negativi connessi alle Olimpiadi. Risulta poi consistente la spesa per interventi di tutela del territorio e per la messa a punto di misure agroambientali e forestali.

 

È infine emersa la necessità, in un quadro di razionalizzazione delle risorse, di selezionare per il futuro le priorità di azione anche in linea con gli obiettivi europei fino al 2020 e in particolare: puntare sui servizi essenziali alla popolazione, tutelare il territorio e valorizzare le risorse naturali, favorendo al contempo politiche culturali e di riscoperta del patrimonio locale, che vantano costi ridotti rispetto agli interventi infrastrutturali ma buone ricadute nel lungo periodo.

 

Al termine della presentazione sono intervenuti anche l’assessore regionale alla Programmazione  Giovanna Quaglia e Roberto Vaglio, in rappresentanza dell’assessore alla Montagna Roberto Ravello.

 

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Articolo pubblicato il 29/02/2012