Deep Web - L'Internet invisibile

Il lato oscuro della rete, dai gruppi rivoluzionari agli assassini a pagamento

Esiste un lato di Internet che la maggior parte della gente non conosce.
L'utente medio viaggia solo sui siti che già conosce e quelli consigliati ritenuti affidabili, affidandosi in caso di bisogno ad uno dei molteplici motori di ricerca presenti sulla rete. Ma che il motore sia Google o Virgilio, Yahoo o Ask piuttosto che Lycos o AltaVista... il risultato che otteniamo è parziale. Molto parziale. Praticamente insignificante.

Per rendere meglio l'idea, prendiamo ad esempio il più utilizzato e più conosciuto (nonchè il più quotato in borsa) di questi motori: Google.
Google indicizza all'incirca 2 miliardi di documenti, mentre si stimano le dimensioni effettive della rete almeno sui 550 miliardi di documenti, quindi meno dell'uno per cento, almeno secondo uno studio a cura del Bright Planet. E parliamo di 12 anni fa. Recenti stime parlano addirittura di un rapporto 1 a 500 tra il web "alla luce del sole" e quello nascosto, sepolto all'interno di pagine raggiungibili solo tramite link protetti e browser specifici che rendono "anonima" la navigazione sul web.

L'anonimato è un requisito indispensabile prima di pensare minimamente di avvicinarsi soltanto a questo mondo.

Scendendo nei primi livelli --"scendere" va inteso come livello di difficoltà nel rintracciare e accedere a questi siti-- si trovano documenti e gruppi di discussione a volte anche interessanti tagliati fuori dai normali circuiti del web, come ad esempio certi siti e blog (nonchè anche Facebook) oscurati in alcuni paesi estremisti come la Cina. Purtroppo, assieme a tante cose interessanti si trova ovviamente un sacco di immondizia pseudo-insurrezionalista e materiale pedo-pornografico, nonchè istruzioni per creare virus informtici o anche esplosivi e fumogeni artigiali (il famoso "Manuale dell'Anarchico" aggiornato) e i soliti materiali protetti da copyright... anche se questi ultimi a dire il vero sono facilmente rintracciabili anche nei motori di ricerca comuni e in siti e forum che operano alla luce del sole.

Addentrandosi ulteriormente le conoscenze informatiche necessarie a proseguire aumentano: già nei livelli più bassi è lotta aperta tra hacker e cracker... i primi che si definiscono artisti dell'hack, ovvero violazioni "con stile" di programmi e banche dati. Hacker che ovviamente ci tengono a differenziarsi dai più illegali e truffaldini fratelli cattivi che crackano sistemi protetti solitamente per guadagnarci qualcosa. Chi entra in questa parte della rete lo fa a suo rischio e pericolo: se per i primi livelli e sufficiente installare un browser che renda anonima la navigazione, più si scava in profondità e più sono necessarie conoscenze e mezzi per "carpire" password e indirizzi nella rete, difendendosi ovviamente da occhi indiscreti pronti a frugare e/o saccheggiare i dati sensibili del malcapitato di turno.

Oltre questi livelli ancora si scende nel sottobosco pericoloso per davvero, non a livello informatico. Siti dove è possibile comprare droga, armi e più in generale qualsiasi cosa immaginabile, letteralmente. Organi umani e animali rari, dati confidenziali e informazioni personali su chiunque esso sia e dovunque esso si trovi. Per non parlare dei “contratti” con killer o malviventi disposti a tutto per una semplice transazione bancaria, dallo spionaggio industriale ai cacciatori di teste e giù giù per lo scannatoio fino ai più impensabili e civilmente improponibili servizi di cui essere umano possa insanamente pensare d'aver bisogno... pagati non in dollari, né in euro che sterline oppure yen... ma nella peculiare moneta di scambio di questo mondo, i Bitcoin.

Ovviamente affianco a molti siti web da manicomio criminale è possibile anche trovare un mare di cose interessanti e perfettamente legittime, a partire dai siti di Anonymous, gli archivi completi di Wikileaks, gruppi rivoluzionari di ogni paese, documenti tecnici informatici particolari, documenti su sperimentazioni scientifiche, animali e umane, software di complessa realtà virtuale, ecc ecc... quindi lo scotto della sua estrema pericolosità trova contrappeso in un certo qual senso con l'accesso a database altrimenti virtualmente invisibili nei canali convenzionali.


Come sempre in fatto di tecnologia, questo Internet invisibile è soltanto un mezzo. L'uso di cui farne oppure rinunciare spetta a noi, a nostro rischio e pericolo.

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Articolo pubblicato il 20/02/2012