Al Corriere della Sera, smarcarsi dal pensiero unico su temi che possano urtare “certe” sensibilità può costare caro
Monica Ricci Sargentini

La sospensione della giornalista Monica Ricci Sargentini

Abbiamo appena celebrato il 25 aprile. Il tema dominate, a prescindere dai dissidi pro Ucraina o a favore della Russia, dovrebbe consistere nel riconoscere la libertà come bene supremo. Invece, in pratica, ancora ai nostri giorni, succedono fatti e comportamenti che negano radicalmente la libertà di espressione e, nel nostro caso, colpiscono chi della libertà, per professione e convinzione, ne fa una questione di principio. Questi i fatti.

 

La giornalista del Corriere della Sera, Monica Ricci Sargentini critica un articolo di Saviano sulla prostituzione e viene sospesa. Ma pesano su lei anche le critiche precedenti al Ddl Zan.

Dobbiamo rammentare a certi “vestali dei sacri principi” che non può esserci democrazia senza libertà d’informazione. Lo sanno i governi, lo sanno gli editori, lo sanno i giornalisti.

 

Invece è accaduto a Monica Ricci Sargentini, giornalista del Corriere della Sera sospesa per tre giorni dalla testata per aver osato criticare il pensiero di Roberto Saviano.

Il fatto, ci riporta ad epoche che credevamo per sempre superate, e svela quanto fragile sia nel nostro Paese il rispetto dei punti di vista altrui, soprattutto quando contrari alla mentalità dominante.

 

E’ anche giunta la solidarietà espressa alla giornalista dal Comitato di redazione (Cdr) di via Solferino e dall’Associazione stampa romana. Il provvedimento preso dalla direzione del quotidiano diretto da Luciano Fontana e dall’azienda Rcs, rappresenta una decisione senza precedenti.

 

Monica Ricci Sargentini è stata sospesa per tre giorni - lavoro e stipendio - dalla direzione e dall’azienda per avere approvato un’iniziativa di protesta contro il giornale, in difesa della legge Merlin che regola la prostituzione.

L’allegato Sette del Corriere, diretto da Barbara Stefanelli, aveva pubblicato un’opinione di Roberto Saviano in favore del riconoscimento e della regolamentazione della prostituzione.

 

Contro di lui si erano schierate alcune associazioni femministe e si è schierata senza mezzi termini la giornalista, che ha inviato mail di fuoco alla stessa Stefanelli e a Luciano Fontana: «Mi chiedo come un giornale di tale diffusione e importanza in Italia possa difendere un’informazione tanto parziale, superficiale e dannosa. Da dove arriva tanta misoginia al Corriere della Sera e a chi lo dirige?

L’articolo di Saviano che avete ospitato nelle vostre pagine è scandaloso per contenuto e per superficialità e ritengo la testata responsabile di diffondere cultura da carta straccia, solo per conformismo ammantato di radicalità rivoluzionaria. Come si può paragonare la legalizzazione della marijuana alla legalizzazione della prostituzione. Ma sì, certo, siamo carta igienica noi donne in fondo». 

 

La tesi espressa da Saviano è assai gettonata in un certo mondo liberal: «…perché criminalizzare un fenomeno non lo elimina, regolamentarlo, invece, tutela chi vi è coinvolto», con riferimento al “sex work”. 

La direzione del Corriere della Sera nella formale lettera di richiamo inviata alla giornalista, afferma che la sua esternazione «danneggia l’immagine del giornale» e crea «problemi al sistema informatico, intasato dalle mail di protesta» 

 

Monica Ricci Sargentini si è rivolta a un legale per replicare al richiamo, e le è stata inflitta, come detto, una sospensione per 3 giorni dal lavoro e dallo stipendio.

 

Le reazioni del mondo del giornalismo non si sono fatte attendere. Come si fa a punire una giornalista che, sia pure con toni veementi e accalorati, ha difeso una legge dello Stato, la 75/1958, meglio nota come legge Merlin?

Va peraltro ricordato che la Consulta anche alcuni anni fa (sentenza 20 dicembre 2019, n.278) ha ribadito la conformità costituzionale di quella normativa.

 

Ricci Sargentini ha interpretato la legittima e spontanea opinione di tantissime donne e femministe che non ritengono opportuna la legalizzazione della prostituzione.

Ed è giusto che, sul piano professionale, paghi per questo?

 

Solo perché a finire nel suo mirino è un  editorialista del suo quotidiano?

 

Il valore costituzionale della libertà di manifestazione del pensiero soccombe di fronte a logiche aziendali e d'élite?

Anche i giornalisti del Corriere della Sera, hanno scritto a Luciano Fontana una lettera stringata ma dai toni perentori: «Caro direttore, ti scriviamo riguardo alla lettera e al provvedimento disciplinare conseguente che hanno raggiunto la collega Monica Ricci Sargentini e che oggi sono diventati di dominio pubblico. Li riteniamo gravi e inusuali sia per la collega che per la storia del Corriere e dei rapporti tra la Direzione e la redazione. Ti chiediamo quindi di far ritirare la sanzione ex art.7 L.300/70 che giudichiamo inappropriata per la collega e lesiva per l’immagine stessa del giornale e della sua redazione. Un saluto, Comitato di redazione (Cdr)».

 

L’Associazione della stampa romana chiede la revoca della sanzione, mentre stupisce che l’Associazione lombarda dei giornalisti non si sia ancora espressa.

 

Scavando dietro la notizia apparente, non appare affatto campata per aria l’ipotesi che Ricci Sargentini non stia pagando per questa sua presa di posizione, ma per altre esternazioni contro il Ddl Zan e l’utero in affitto, che avrebbero infastidito forze di governo e certo mondo giornalistico che conta.

 

Smarcarsi dal pensiero unico su temi così delicati può costare caro. Evidentemente non si può escludere che le cose siano andate così.

 

Ma se anche non fosse questo il movente, si tratta comunque di una vicenda che non può lasciar tranquilli quanti, nel nostro Paese, hanno realmente a cuore la libertà d’informazione e credono ancora che ci si possa confrontare con tutti, senza dover pagare per le proprie legittime opinioni, tanto più se espresse nel sacrosanto esercizio della professione giornalistica e quindi del diritto di cronaca e di critica.

Cosa potremo ancora aspettarci in un momento così difficile e per molti Paesi tragico, in tema di obiettività dell’informazione, dai giornaloni che sono  molto sensibili ai richiamo del Potere?

 

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Articolo pubblicato il 27/04/2022