Torino: arte farmaceutica dall’epoca romana ad oggi
Farmacia Anglesio a Torino

Di Luca Guglielmino (Prima Parte)

Introduzione. - Sappiamo molto bene che Torino era abitata dai Taurini, popolazione celto-ligure che viveva probabilmente alla confluenza di Po e Dora Riparia (odierna Vanchiglietta, secondo il Cognasso - Storia di Torino - ed. Martello 1969) in quella che Polibio - Storie III - 60 - denominò Taurasia o capitale dei Taurini, famosa perché, essendo alleata dei Romani, resistette tre giorni ad Annibale che pare provenisse dal col Clapier in val di Susa. Tito Livio, Ab urbe condita XXI, 38 ci parla di Taurini Semigalli come popolo più vicino ad Annibale quando scese in Italia. Probabilmente però tale abitato si trovava più in alto (il Palazzo Comunale è almeno 100 metri sul livello del Po e infatti un tram che percorre via Po da Piazza Castello verso il fiume, va in discesa) a causa della malaria anche se può darsi che Vanchiglietta fosse usata come scalo di piroghe per i commerci, non essendoci strade.

Costoro avevano certamente una loro medicina esercitata dai Druidi che conoscevano molte erbe e rimedi erboristici come valeriana e vischio ed essendo sacerdoti pagani usavano pure la magia.

Vedo un loro retaggio nella medicina ormai quasi scomparsa delle valli occitane e delle zone franco-provenzali.

In Occitania ove abitavano tribù celtiche come i Brigantii (Briançon) e i Segusini (Susa), nonché appunto i Taurini che abitavano fuori dall'Occitania ma erano legati alle altre tribù nominate per usi e costumi, vi era, almeno fino a tutti gli anni '80 del XX secolo, una medicina popolare che si perdeva nella notte dei tempi.

Lou bidzun (vocabolo comune anche al franco-provenzale) o resina di larice ma anche di pino, veniva usato per fare pomate, laz erba quë souanhën (le erbe che curano o officinali in occitano), genziana, genzianella, achillea, arnica ecc., il vischio (visc, vesc, vi), usato dagli antichi celti come una panacea sacra e di cui ci parla Plinio

Vi era poi il ricorso a maghi e guaritori, certamente anche questo molto antico, legato anche a superstizioni e magie.

In epoca romana prevale certamente la razionalità e Giulio Cesare nel 58 a.C. costruisce un castrum sul luogo ove sorgerà Torino, sulla via delle Gallie e quindi fonda una prima colonia denominata Iulia Taurinorum nel 44 a.C. che poi ebbe una seconda deduzione nel 27 a.C. come colonia Iulia Augusta Taurinorum. Il fatto di una doppia colonia risale agli studi del Promis che rilevò di fattura più antica i resti di mura a sud ovest, mentre altri autori hanno rilevato due sistemi di centuriazioni, uno precedente e l’altro successivo.

Il castrum aveva, secondo la riforma augustea, dei medici militari con formazione specifica, privilegiando i romani l’esercito sui civili. L’istituzione di quello che diremmo oggi “il medico della mutua” risale solamente ad Antonino il Pio. I castra stativa o permanenti, erano posti vicino a corsi d’acqua non malarici. All’interno del castrum vi era un valetudinarium o ospedale militare.

I medici usavano pure fitofarmaci come il centaurio per curare ferite e infiammazioni e studiavano la medicina greca. Pare che le piante medicinali venissero coltivate all’interno dei castra e vi erano anche gli antenati dei farmacisti, detti curatores operis.

Esisteva comunque tutta un’organizzazione sanitaria militare divisa per specialità: cavalleria, legionari flotta e una struttura ove figuravano pure diverse gerarchie di medici con compiti diversi e chirurghi e infermieri.

Apotheca e apothecarius sono termini successivi al castrum, usati a partire dalla colonia e dal suo ampliarsi e nel medioevo col senso greco di magazzino ove si custodivano dei prodotti delicati come farmaci e veleni, termine ancora usato oggi in zone tedesche, slave e in alcune regioni francesi. 

Con il Medioevo Torino ha poca importanza, ne hanno di più Chieri, Vercelli, Asti, per citare alcune città. Nel 1400 Torino aveva 4.000 abitanti e prima anche meno, mentre i centri citati rasentavano i 10.000 abitanti.

Asti fin dal medioevo era libero comune con una classe mercantile di proprietari terrieri e di mercanti prestatori di denaro attraverso le “casane” dietro garanzie terriere e costoro erano noti in tutta Europa.

Chieri già nel XV secolo era famosa e ricca per la tessitura di lana, cotone e canapa in quanto i grandi proprietari terrieri si riciclarono nel ramo tessile e sempre a partire da questo secolo s’insediarono a Chieri molti ebrei e la comunità divenne una delle più fiorenti.

Vercelli come diocesi era sì suffraganea di Milano ma era importantissima e fu fondata nel III o ove il primo vescovo degno di nota è S. Eusebio, Padre della Chiesa ed evangelizzatore anche oltralpe perché inviò missionari fino ad Embrun ove nel IV secolo venne fondata la Diocesi, introdusse il culto di Maria e importò diverse icone da Costantinopoli e s. Massimo a Torino fu in seguito un suo seguace. Vercelli dal 1228 al 1341 fu sede di Università perché da Padova, per motivi politici, molti studenti erano intenzionati a trasferirsi altrove e i delegati del Comune di Vercelli, Alberto Bondono e Guglielmo Ferrario, firmarono una charta studiorum o capitolato, ove Vercelli metteva a disposizione 500 alloggi, pagava lo stipendio a 14 professori di cui uno di teologia che fu il primo a insegnare tale materia in Italia perché fino a quel momento era insegnata solo alla Sorbona.

Torino cessa di essere poca cosa a partire dall’epoca di Amedeo VI detto il Conte Verde che al tempo fu sovrano di grande prestigio. Infatti, essendo imparentato con la corona di Bisanzio, essendo Giovanni V Paleologo suo cugino, decise, assieme a genovesi, veneziani, borgognoni, francesi e al re d’Ungheria, una spedizione crociata contro i Turchi Ottomani. Giovanni V al ritorno dall’Ungheria venne rapito dai Bulgari a scopo di riscatto.

Amedeo VI affittò navi a Marsiglia, Genova e Venezia e nel 1366 vinse gli Ottomani a Gallipoli (Turchia Europea) in uno scontro ove le truppe di terra si coordinarono molto efficacemente con le navi. I Turchi non avevano navi e non avevano fortificato Gallipoli. Poi, dopo essere sbarcato a Costantinopoli ove ottenne un cospicuo finanziamento dalla basilissa Elena, andò a Varna e la assediò, facendo liberare Giovanni V Paleologo che, al ritorno a Costantinopoli, promise di mettere fine allo scisma tra le Chiese di Occidente e Oriente. Certamente Amedeo VI fece mosse propagandistiche: sconfisse i Turchi, liberò l’Imperatore di Bisanzio, ne ottenne la conversione che però fu solo personale. In tal modo divenne un sovrano di peso in Italia, tanto che nel 1372 fu messo a capo della lega antiviscontea e nel 1373 sconfisse il Visconti a Montichiari.

Nel 1381 fu mediatore nella Pace di Torino a seguito della guerra di Chioggia tra Genova e Venezia. La pace fu siglata nel castello di Torino (Piazza Castello). Va pure detto che nel 1360 concesse statuti e franchigie a Torino con il famoso Codice della Catena, oggi conservato nell’Archivio Storico della Città, in cambio della dichiarata fedeltà della Città verso di lui, cui rese omaggio.

Torino, almeno per il momento, si sottraeva all’orbita degli Acaja, cugini dei Savoia.

È la prima volta in cui, in tale codice, compare il toro come stemma di Torino, un toro rosso che cammina verso lo stemma di Savoia. Sembrerebbe anche che Amedeo VI cominciasse a pensare di installarsi anche al di qua delle Alpi ove comunque aveva già avuto successi nel saluzzese, nel cuneese e verso la Lombardia. Di certo Torino aveva una posizione strategica nel controllare le vie di comunicazione stradali e fluviali. I tempi saranno maturi con Emanuele Filiberto, che vinti i francesi a S. Quintino nelle Fiandre, rioccupò il Piemonte (perso da Carlo il Buono) sotto l’egida spagnola, a seguito della pace di Cateau-Cambrésis del 1559. Negli anni successivi la capitale fu spostata da Chambéry a Torino.

Finita questa lunga introduzione che è piuttosto un’ambientazione per capire i vari momenti storici vissuti dalla Città di Torino, possiamo addentrarci in argomento.

Luca Guglielmino

Fine della Prima Parte - Continua

Stampa solo il testo dell'articolo Stampa l'articolo con le immagini

Articolo pubblicato il 26/04/2022