Ucraina. Chi sta guadagnando miliardi di dollari da questo conflitto?

Almeno a Pasqua, oltre alle barbarie, si fermi il cannibalismo speculativo

Ogni guerra rappresenta l’espressione delle barbarie e l’invasione dell’Ucraina con le azioni conseguenti non evade dal copione che è vecchio quanto il mondo.

Le scene che vediamo e ascoltiamo dalle molteplici e univoche trasmissioni, ci riportano alla mente le immagini drammatiche e tristi della seconda guerra mondiale. Tutto sembra adombrato, la stessa civiltà sembra spenta, come le tante vulgate che in oltre settant’anni ci facevano credere che, almeno qui da noi, non ci sarebbero più state guerre, perché gli accordi, le negoziazioni e le istituzioni internazionali, avrebbero sempre potuto attivarsi.

Nessuna ragione può giustificare la morte cruenta di un bambino, di un ragazzo, il pianto di una madre, di una nonna, di un anziano rimasto senza la casa frutto di una vita di lavoro e sacrifici.

Le crudeltà non giustificano però il predominio del pensiero unico, l’oscuramento della ragione ad opera di presuntuosi detentori unici della democrazia e più volte esportatori armati della stessa.

Le trasmissioni televisive e i giornali a grande tiratura predicano che dobbiamo essere allineati: il demonio russo, l’angioletto americano, il diavolo e l’acqua santa.

Abbiamo un ministro degli esteri che, oltre a non aver dimestichezza con la diplomazia, si prodiga in scomuniche, usando frasi perentorie che rimarranno scolpite nella pietra, anche quando questa guerra sarà finita, quando invece dovrebbe andare alle cause per cercare una mediazione anzichè buttare benzina sul fuoco.

Il dovere di un ministro, ma anche del primo ministro, in un momento così drammatico sarebbe quello di porsi domande e trovare mediazioni, soluzioni, non frasi ad effetto sull’uomo nero sovietico. Battersi nelle sedi opportune per far emergere la specificità dell’Italia, invece di voler, a parole il cessate i fuoco, ma poi dover capitolare.

Cosa si domanda il cittadino inerme?

Continua a nutrire timori sul futuro immediato quando ascolta i soloni che sentenziano che la guerra sarà lunga. Il potere di acquisto al consumo, è ormai calato dell’8%, come il valore dei risparmi e lui teme per il futuro. Invece di riscontrare iniziative di mediazioni autorevoli da parte dell’Europa, ascolta predicozzi sulla stretta dei consumi energetici in vista dell’autunno e tentativi già in partenza fallimentari del governo per trovare soluzioni a breve termine.

Lo stesso governo che contestualmente si allinea ad invocare severe sanzioni contro la Russia, oltre alla chiusura delle forniture di prodotti essenziali per la vita degli italiani, dal gas ai foraggi, tanto per citare qualche esempio.

Mentre si preoccupa per il futuro della sua  famiglia, cosa vede e si domanda questo cittadino?

C’è chi sta guadagnando miliardi di dollari da questo conflitto. Ed ha ragione, perché la risposta semplice gli dirà: Russia, Stati Uniti, Qatar, Arabia Saudita e non ultimo il Regno Unito.
Il gas dalla Russia parte con lo stesso flusso di un mese fa, parola del ministro Cingolani, ma la Russia sulle eccedenze incassa prezzi tripli, se non più, rispetto a prima e noi paghiamo, sanzioni o non sanzioni, in caso contrario il flusso cesserebbe in pochi minuti.

Gli oligarchi dai loro paradisi, non soffrono per il sequestro di un panfilo che possono ricomprarsi con le plusvalenze di un giorno. Per cui su questo terreno i condizionamenti a Putin, neppure esistono.

Gli Stati Uniti vendono il loro petrolio e il loro gas oltre tre volte il prezzo di prima, se non più e noi paghiamo e ci inchiniamo alle follie di Biden che oltretutto, non ci fornisce nulla in aiuto, nessun regalo, sconto, tutto al prezzo attuale e noi paghiamo.

Così anche per Qatar e altri produttori, fra i quali non marginale anche il Regno Unito, dove Boris Johnson fa un passo avanti e due indietro perchè i bilanci della BP sono ogni giorno più esaltanti.
Chi ha interesse a far tacere le armi?

Al momento nessuno di questi Paesi, tanto prodighi a concionare, imporre le proprie scelte all’Europa ed aggiustare i propri bilanci elettorali e non solo, a casa propria.

Gli appelli del Papa vengono emarginati, così pure altre iniziative di mediazione che non siano quelle, peraltro inconcludenti da parte dii paesi totalitari, quali Cina e Turchia.

Ogni parola pesante contro il demone sovietico sortisce un solo risultato. Mediazione ancora più lontana e miliardi di euro di più in cassa degli “amici” di cui sopra e di meno nelle tasche già vuote della povera gente, attirandoci gli strali e forse non solo quelli, da parte di Putin, in quanto diventiamo un  paese cobelligerante.

Non ultimo il vergognoso mercato delle armi ove l’Italia, tradizionalmente primeggia.

Qualcuno le paga a chi le fabbrica. E chi?

Ancora una volta noi, e da lunga tradizione. Come ai tempi della Valsella che con le mine antiuomo, ha causato morti e invalidità permanenti, nelle zone povere del mondo, mentre un signore di Torino incassava i lauti dividendi.

Alcuni distinguo stanno arrivando nei confronti della dissolutezza e miopia dell’’UE da parte di Germania, Austria, e Polonia, ma non basta.

Se credessimo nella Pace, quale bene supremo, per rispetto innanzitutto dei nostri concittadini, dovremo mettere al bando i politicanti da avanspettacolo che non solo in Italia reggono le file della speculazioni e sottostanno al ricatto politico delle lobby americane.

Ci si affidi, bando alla spocchia, a coloro che in passato erano di casa al Cremlino, non per incassare tangenti, come qualche leader dei nostri giorni.

Angela Merkel e Silvio Berlusconi sono rimasti gli ultimi personaggi credibili e capaci che potrebbero risolvere la situazione perché conoscono bene il diavolo russo, ma anche il cannibalismo speculativo degli altri.

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Articolo pubblicato il 18/04/2022