L’azzeramento del turismo russo avrà un impatto gravissimo sull’Italia

Il turismo in Italia soffre per le disdette dei russi: prima per il Covid e Sputnik, il vaccino non riconosciuto, ora per la guerra. Quali rimedi?

La guerra in Ucraina ha avuto delle conseguenze estremamente gravi sull’Occidente e, come vedremo, in modo particolare sull’Italia.

Il settore del turismo è già stato pesantemente colpito dalla pandemia. E adesso, le sanzioni contro la Russia hanno contribuito a rendere ancora più complicata la situazione del settore. L’Istat rivela che l’azzeramento del turismo proveniente dalla Russia sarà estremamente grave per l’Italia e lancia l’allarme in merito alla situazione.

Stando all’Istituto nazionale di statistica, ci sarà un “azzeramento inevitabile” della domanda russa. Questo “avrà un importante impatto sui ricavi del settore”.

Cortina d’Ampezzo, Sorrento, Versilia, Costa Smeralda, solo per stare in Italia. Saint Moritz e Costa Azzurra se ci si sposta appena fuori dai nostri confini. Tra le tante conseguenze economiche che questa guerra porta con sé, oltre alla drammatica perdita di vite umane, ci sono anche le pesanti ripercussioni dovute al crollo del turismo russo in Italia e in Europa.

Leggendo la nota dell’Istat. “I turisti russi sono da tempo tra quelli con la maggiore capacità di spesa (145 euro di spesa pro-capite giornaliera nel 2018, al quarto posto in seguito a giapponesi, cinesi e canadesi) e tra quelli più inclini a privilegiare le strutture alberghiere di lusso (più del 40% delle presenze dei cittadini russi nel 2019 erano registrate in questo tipo di struttura)”.

L’Istat ha ricordato che il turismo dalla Russia ha comportato una “fonte di domanda vivace nell’ultimo decennio, con un picco di quasi 8 milioni di presenze nel 2013. La prima crisi del 2014, sempre con l’Ucraina, con le sue conseguenze di sanzioni economiche e la svalutazione del rublo avevano provocato un calo delle presenze dei russi in Italia che però, a partire dal 2017, erano tornate a crescere fino ai circa 6 milioni del 2019. Con gli effetti dell’emergenza sanitaria le presenze sono crollate a circa un milione nel 2020 e hanno avuto un ulteriore calo nel 2021 pari a circa il 40%”.

Perché non bisogna pensare solo ai ricchissimi, agli oligarchi, disposti a spendere cifre stratosferiche per un soggiorno nei luoghi della Dolce Vita. Oltre a loro, c’è una corposa fascia di visitatori con elevata capacità di spesa che ama le nostre località di villeggiatura, i cosiddetti “big spender” (al pari di cinesi e americani), attratti dalla moda, dall’arte, dal cibo e da tutto ciò che è made in Italy.

A dare la spinta al turismo russo in Italia fu, tra l’altro, la vacanza in Sardegna di Vladimir Putin alla fine di agosto del 2003: lo zar fu ospite di Silvio Berlusconi nella stessa villa in cui nel 2002 avevano già trascorso qualche giorno in riva al mare le sue due figlie adolescenti.

I primi effetti si stanno vedendo già sulla Pasqua. Una raffica di disdette si sta abbattendo sull’Italia, con grida d’allarme da Nord a Sud. Roma, Venezia, Verona, la riviera romagnola… La guerra sta piegando ulteriormente il settore turistico, dopo due anni drammatici a causa della pandemia.

Per caso il governo sta correndo ai ripari promuovendo la nostra offerta turistica in altre parti del mondo?

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Articolo pubblicato il 16/04/2022