«Arte e consapevolezza», a Torino

Inaugurata la Mostra collettiva presso "Lo Scarabocchio - Saletta d’Arte"

A Torino, presso Lo Scarabocchio - Saletta d’Arte, curata dal Gruppo Associativo Artistico Culturale ART-TO, in via Domodossola n. 44, in Borgata Parella, il giorno 9 aprile è stata aperta la Mostra dal titolo «Arte e consapevolezza», organizzata da Ciro Spinapolice, presidente di ART-TO.

Dopo gli onori di casa della pittrice Laura Lepore, componente di ART-TO, l’artista Gian Luigi Braggio ha proposto alcune considerazioni personali sulla tematica dell’esposizione, “Arte e consapevolezza: un giardino dell’anima”.

«Parlare di Consapevolezza legata all’arte sembra una contraddizione e, almeno in parte, non si può negare che lo sia. - così ha esordito Braggio - Ogni opera d’arte visiva, letteraria, teatrale, musicale, cinematografica eccede l’intenzione dell’artista, esprime una visione del mondo libera da qualunque regola e anche dal linguaggio. È vero, usa un linguaggio specifico, ad esempio la pittura, ma l’arte non è soltanto un fatto estetico espresso sulla superficie visibile: una tensione esistenziale trascende la materia, la ferisce, la buca, lascia scaturire l’energia della vita che così non resta intrappolata nelle forme, ma esce dal quadro e si comunica a noi che osserviamo.

L’artista “suona” il suo strumento come se fosse un’estensione del suo corpo. Non ha bisogno di pensare, il subconscio suona per lui. L’artista e il suo strumento sono una cosa sola. L’esercizio continuo ha fatto il miracolo: mente, cuore, occhio, mano si muovono all’unisono.

Nel momento in cui inizia la fusione i pensieri si sciolgono. Risuona qualcosa dentro di noi. No, noi non c’entriamo. Restiamo sorpresi, meravigliati, trasportati da qualcosa che non sappiamo definire perché è troppo grande. Qualcuno lo chiama Essere, altri lo chiamano Dio, ma che importa: è il miracolo della bellezza che ci rendi umani, perché dargli una definizione?

Ci tuffiamo nel mare per conoscere il mare, una nuotata vale più di mille discorsi! Ne facciamo esperienza. Lo tocchiamo, lo percepiamo con tutto noi stessi. Ne siamo immersi. Infatti, non sono i pensieri a darci conoscenza: dobbiamo entrare in rapporto diretto con le cose, entrare l’uno nell’altra, diventare una cosa sola, soltanto dopo i pensieri potranno significare davvero qualcosa e perderanno quel solito aspetto di contenitori vuoti, simulacri di presunzione e di pura apparenza.

Entriamo in contatto profondo con noi stessi e diventiamo Consapevoli. L’arte ci aiuta a farlo regalandoci frammenti di umanità, piccoli spiragli di lucentezza che in fondo ci fanno sorridere! E così, senza sforzo, iniziamo a prenderci cura del nostro piccolo giardino dell’anima, un’isola felice dalla quale espandere il nostro abbraccio a tutte le persone intorno a noi, alla natura, al mondo».

Ha poi preso la parola il professor Enzo Papa, critico d’arte, per analizzare le opere in esposizione alla luce della tematica della mostra. Ha citato l’affermazione del critico Angelli «L’Arte grande è sempre simbolica, anche senza la consapevolezza dell’artista» e quella fatta in punto di morte dal pittore Arturo Tosi (1871-1956) «Io non avrei mai immaginato di fare con la mia arte tutto quello che i critici hanno scritto di me», per giungere all’affermazione che ogni artista crede di essere consapevole di aver fatto una certa cosa e ne ha fatta completamente un’altra. A questo proposito, il professor Papa ha ricordato alcuni gustosi aneddoti derivanti dalla sua lunga esperienza nel campo artistico.

I vari interventi sono stati inframmezzati dall’esecuzione di brani di musica classica eseguiti con   perizia dal violinista Gabriele Furfaro, allievo del Conservatorio.

Gli artisti che espongono le loro opere nella Mostra «Arte e consapevolezza» sono Natalia Alemanno, Riccardo Alessandro, Corrado Alderucci, Mirco Andreis, Patrizia Bonazelli, Antonio Branca, Gian Luigi Braggio, Daniela Casadidio, Maria Grazia Fiore, Laura Lepore, Samantha Lo Presti, Patrizia Marchisio, Rosanna Masoero, Lorella Massarotto, Elio Pastore e Tiziana Pisano. Artista ospite è Martino Bissacco.

Fra le opere in mostra, soprattutto dipinti, ho notato due sculture di Mirco Andreis, un artista che propone “creazioni uniche; sculture di luce che evocano scenari postmoderni, incubi di un futuro rugginolento. Il fascino della macchina, l’amore per i materiali vissuti, l’approccio nostalgico; benvenuti nel mio ossidato universo distopico”, come si legge in un catalogo della sua produzione dal titolo Meccanismi.

Andreis propone allo Scarabocchio “L’origine dell’universo” realizzata nel 2021 con metallo, vetro e parti elettriche: l’ostrica, simbolo di ricerca delle qualità interiori, rappresenta la capacità di trasformare le difficoltà in una occasione di crescita ed arricchimento. La luce al suo interno simboleggia la fonte di energia primordiale racchiusa nell’animo di ogni essere umano. Una ricchezza interiore che deve essere necessariamente condivisa.

Una seconda opera, del 2019, è la prima di una serie di rappresentazioni astratte, rumorose e rugginolente. Esse raffigurano un probabile futuro verso cui l’umanità si dirigerà nel caso in cui non vengano prese immediate misure riparatorie dal punto di vista ecologico e socio-politico. Questa visione vuole servire da monito per spronare le coscienze al cambiamento in un momento storico in cui le cose possono essere ancora modificate.

La Mostra «Arte e consapevolezza» rimarrà aperta fino al 30 aprile.

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Articolo pubblicato il 14/04/2022