Torino - "Un'altra via è possibile" di Gerardo Di Fonzo

Immagini e impressioni di un artista della fotografia, e non soltanto

Sono partito da poco da via Bologna, la mia destinazione è Cambiano , al fondo di Lungo Po Antonelli devo svoltare a sinistra su ponte Sassi per la mia direzione, quando sono al di là del fiume decido di fare una piccola sosta, parcheggio l’automobile prendo con me la fotocamera e faccio una passeggiata lungo la riva del fiume.

 

Siamo nell’autunno duemilaundici sono circa le tredici, il pomeriggio si propone con un cielo terso mentre nell’aria invisibili fluttuano i profumi della natura che si prepara al lungo letargo invernale. In quel momento prendo di impulso a scattare delle fotografie, mi lascio ancora prendere dall’entusiasmo come fosse la prima volta, scatto molte fotografie non riesco a saziarmi. Immagino e scatto ripetutamente, mi muovo di lato a sinistra a destra, indietreggio torno in avanti, cerco di migliorare la soggettiva.

 

Quando mi si para davanti ponte Sassi, sopra rumorose freneticamente passano distratte le automobili, ritmate dal semaforo con i loro contenuti umani, mentre sotto lo scorre lento dell’acqua da i ritmi alla natura, anche gli umani qui hanno un orologio che non necessariamente impiega sessanta minuti per compiere un’ora. Sono travolto con piacere da questa sensazione, i tempi si dilatano e riesco ad udire il crepitio delle foglie al procedere dei passi, tutto è come se fosse surreale, ma appagante.

 

Quando guardo attraverso il mirino della fotocamera, il ponte Sassi, gli scatti si susseguono ad un ritmo frenetico, in breve riempio tutte le memorie che ho con me, devo tornarci mi dico non ho concluso quello che cominciava a presentarsi come un nuovo progetto fotografico. Quel giorno raggiunta l’automobile, metto in sicurezza la fotocamera e porto a termine i miei impegni professionali, quando torno in studio la curiosità di vedere i files va subito soddisfatta.

 

Collego il lettore delle schede al Mac scarico i primi files, mi si rivelano nella loro originalità, quella percezione del surreale è rafforzata dalle fotografie. La mia testa entra in viaggio virtuale e li in quella dimensione individuo un’altra via anche lei possibile. Tutto il mio tempo libero e non solo quello, diventa per me una sorta di mania monotematica.

 

Stringo il mio progetto intorno ai ponti del Po e dedico a loro quattro mesi li frequento assiduamente li studio, li fotografo, passo davanti al monitor molto tempo per la messa a punto dei files, quando sono a metà dello studio mi rendo conto che stà diventando un bel lavoro, lo sottopongo ad alcuni miei confidenti di cui ho stima per la loro professionalità e competenza, mi incoraggiano e nonostante anche loro siano dei fotografi non manifestano invidie ma apprezzamenti compiaciuti mi esortano a continuare.

 

Ci sono il mio racconto per immagini deve procedere e nel lungo trascorrere dell’ inverno mi sottopongo a lunghe passeggiate sui camminamenti del Po nonostante il freddo pungente dell’inverno duemilaundici - duemiladodici.

Concludo con ben tre sopralluoghi per ultimo il Ponte Regina.

 

Ci siamo il corpo di tutto il lavoro conta più di sessanta tavole distribuite in modo non eguale su i dieci ponti che da Moncalieri vanno fino a San Mauro. Le tavole una volta stampate le monterò su di un supporto rigido e a settembre a chiudere l’anno dall’inizio dello studio le esporrò sotto gli stessi ponti.

 

Lo strutturerò in questo modo, le opere saranno montate su cavalletti, sotto le arcate di ogni ponte le sue, alla loro sinistra in piccolo i ponti precedenti e quindi sulla destra in piccolo i ponti successivi. La mostra sotto i ponti durerà un solo giorno.

 

Testo e immagini di Gerardo Di Fonzo

 

 

 

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Articolo pubblicato il 10/04/2022