Un leone per la leonessa d'Italia

Il monumento bresciano a Tito Speri (di Alessandro Mella)

Tra le molte glorie del nostro Risorgimento ci sono anche le fulgide Dieci Giornate di Brescia quando la città lombarda insorse contro gli occupanti asburgici. Ma tra gli animatori dell’irredentismo bresciano che seguitarono a lottare per l’Italia nei mesi e nei primi anni successivi ai fatti, emerse la bella figura di Tito Speri, nato proprio a Brescia nel 1825, resosi martire dopo esser stato giustiziato dalle milizie austriache.

Con il passare del tempo l’eroismo degli uomini e delle donne che avevano animato quegli anni gravi e solenni divenne sempre più un qualcosa da difendere e tramandare e con questo spirito la Società Reduci delle Patrie Battaglie iniziò a raccogliere, mediante sottoscrizione, i denari necessari ad eternare in un monumento il ricordo dello Speri.

La realizzazione della statua venne affidata allo scultore Domenico Ghidoni che volle immortalare l’eroe, in chiave verista, intento a guidare il popolo bresciano, armi in pugno.

Quando il ricordo marmoreo fu pronto, il comitato promotore si attivò con manifesti e sui giornali per dare il massimo risalto possibile all’evento tanto che questo ebbe vasta eco anche fuori dalla Lombardia:

MONUMENTO A TITO SPERI. Il Comitato bresciano comunica: Brescia nel giorno 2 settembre p. v. inaugurerà il monumento ad uno dei suoi cittadini più gloriosi - ad uno de' suoi figli che più meritano dalla patria — a Tito Speri, che eroicamente saliva al patibolo a Belfiore il 3 marzo 1853, condannato a morte per non aver voluto l’Italia schiava della tirannide austriaca.

È dovere dei popoli civili onorare coloro che lottarono, soffersero e morirono per la redenzione d'Italia, ricordare le virtù di quegli animi indomiti che non disperarono della patria anche quando la sua libertà parea sogno di menti deliranti, e l’amavano e la servivano allorché servirla ed amarla costava la vita.

E Brescia che sente profondo il culto delle memorie patrie, vuole, inaugurando il monumento a Tito Speri, che la cerimonia riesca solenne pari alle virtù dell'uomo che intende ricordare ed al sublime sacrificio che egli ha saputo compiere. (1)

Inaugurazione del monumento a Tito Speri. - Brescia, nel giorno 2 settembre p. v., inaugurerà il monumento ad uno dei suoi cittadini più gloriosi, ad uno dei suoi figli che più meritarono alla patria, a Tito Speri, che eroicamente saliva il patibolo a Belfiore il 3 marzo 1858 [rectius: 1853], condannato a morte per non aver voluto l'Italia schiava della tirannide austriaca. (2)

Alla cerimonia d’inaugurazione del 2 settembre 1888, regnante Umberto I, intervennero le massime Autorità del tempo e tutti i reduci viventi delle guerre risorgimentali si misero in formazione ai piedi di quel prezioso marmo per rendere omaggio al virtuoso esempio che aveva ispirato le loro avventure giovanili di tanti anni prima.

Tutta la piazza fu agghindata con manifesti, tricolori, bandiere d’arma, fiori, corone, festoni ed insegne.

La città volle, concretamente, rendere onore al suo illustre eroe:

TITO SPERI il suo monumento a Brescia. Ieri Brescia, Leonessa d'Italia, ha sciolto solennemente il suo sacro voto alla memoria dell'immortale patriota - Tito Speri -erigendogli un monumento. Questo si innalza nella piazza del 1849. Il Ghidoni ha rappresentato il grande patriota bresciano ritto in piedi in atto di incitare alla pugna i suoi concittadini e compagni d'insurrezione.

Mentre la mano destra indica il castello dove sta appiattato lo straniero oppressore, l'altra tiene stretta la carabina. La posa è semplicissima, ma quanto è caratteristico l'atto, come la vita si agita in quel corpo, e come eloquente è lo sguardo che palesa il coraggio e l'audacia dell'anima forte, intraprendente, battagliera dell'illustre rivoluzionario! Tito Speri è vestito all'italiana, col tradizionale cappello alla lobbia piumato, la giacca corta, i pantaloni larghi; ad armacollo porta la daga, esecrata nell'alta fascia che gli cinge i fianchi tiene una pistola.

Lo Speri, come il Ghidoni l'ha rappresentato, è il vero bresciano, intrepido alle barricate e che al battesimo del fuoco sente riaccendersi più vivo il desiderio di libertà e la speranza di non immolarsi inutilmente per il bene della patria.

il basamento è di sagoma semplicissima; nessun ornato disturba l'occhio, che ama posarsi sulla statua; soltanto nel dinanzi vi è una palma e la scritta: A TITO SPERI 1858.

Malgrado gli scarsi mezzi, il Comitato ha fatto molto; moltissimo ha pur fatto lo scultore.

I giornali bresciani, in questa occasione, dedicano tutte le loro colonne al patriottico avvenimento, narrando la vita, le opere e la morte del martire italiano, riferendo talune delle sue lettere edite e inedite scritte negli ultimi tre giorni, raccontando gli aneddoti più interessanti di quella vita tutta spesa nella ricerca della verità e nell'amore della patria (…). (3)

TITO SPERI (Dalla Tribuna). Il giorno 2 settembre, la forte Brescia pagò un tributo sincero al patriottismo, inaugurando un monumento al suo invitto figlio, Tito Speri, una delle più pure glorie dalla rivoluzione italiana.

Il monumento, bell’opera d'arte del giovane scultore Ghidoni, bresciano, sorge nella storica piazza del 1849, ove per dieci giorni i cittadini della Leonessa d'Italia, con un eroismo leggendario, tennero fronte alle orde tedesche, dieci volte superiori, rinnovando i miracoli dei forti delle Termopili.

La statua di Tito Speri raffigura il duce della difesa bresciana, in atto che colla la spada in pugno, sprona i suoi concittadini alla battaglia (..). (4)

Brescia. - Fu inaugurato un bel monumento a Tito Speri, il fucilato dall’Austria, per aver esso osato ribellarsi, in tempi in cui non si parlava certo di triplice alleanza, alla prepotenza straniera. (5)

Oggi la statua che ricorda il patriota e martire sorge ancora dove fu collocata allora. In quella piazzetta nel centro storico di Brescia che attira turisti ed avventori i quali, attratti anche dal verdeggiare e dall’atmosfera bucolica e rasserenante delle piante che la completano, si fermano talvolta a sorseggiare qualcosa nel vicino caffè.

Dietro loro, l’effige eterna di Speri veglia ricordando a tutti e tutte come la difesa della libertà e la sua conquista non siano cose scontate e richiedano periodicamente alla società coraggio, impegno ed anche grandi sacrifici da onorare e ricordare.

Alessandro Mella

NOTE

1) La Sentinella delle Alpi, 201, Anno XXXIX, 29 agosto 1888, p. 1-2.

2) La Stampa, 242, Anno XXII, 30-31 agosto 1888, p. 3.

3) La Stampa, 246, Anno XXII, 3-4 settembre 1888, p. 2.

4) Gazzetta di Mondovì, 104, Anno XX, 6 settembre 1888, p. 2.

5) La Gazzetta di Pinerolo, 36, Anno XXI, 8 settembre 1888, p. 3.

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Articolo pubblicato il 13/04/2022