La Bell'Italia di Brescia

Un monumento risorgimentale (di Alessandro Mella)

Avessi avuto io tremila di questi inferociti ed indemoniati bresciani, Parigi sarebbe stata mia in breve tempo!

(Generale Julius Jacob von Haynau)

 

Aleardo Aleardi e Giosuè Carducci resero celebre il soprannome “Leonessa d’Italia” per onorare la città che, dopo la fatal Novara nel 1849, si ribellò agli austriaci con tale energia che anche gli oppressori asburgici dovettero riconoscerne il vigore. (1)

L’insurrezione fu repressa nel sangue e la città lombarda dovette aspettare un altro decennio prima di vedere gli eserciti francoitaliani giungere al liberarla dal giogo tristemente subito per tanto tempo.

Passeggiando oggi per Brescia, incantevole con le sue innumerevoli reminiscenze storiche, oltre al magnifico monumento a Tito Speri se ne può vedere un altro posto a ricordo di quei giorni e donato dal Re Vittorio Emanuele II alla città nel 1864.

La statua fu realizzata da Giovanni Battista Lombardi e da allora essa sorge a lato di piazza della Loggia ove anticamente si sarebbe potuta vedere una colonna quattrocentesca con il “leon de San Marco” innalzata al tempo della dominazione veneziana ed abbattuta dai giacobini locali nel 1797.

Il sovrano sabaudo aveva voluto riconoscere, con quell’opera da lui interamente finanziata, il coraggio ed il vigore dei bresciani al tempo in cui il venerato padre lottava sul campo di battaglia contro il nemico che da sempre ostacolava le ambizioni unitarie dell’Italia ottocentesca.

Nel clima seguito alla proclamazione del Regno d’Italia divenne sempre più forte il desiderio di riappropriarsi della memoria di quegli anni difficili che, seppur talvolta sfortunati, avevano tanto contribuito a creare una coscienza nazionale necessaria di consolidamento e comunque a far nascere quello spirito che condusse all’epopea risorgimentale.

La statua si erge su una base quadrata con una piccola scalinata un tempo circondata da una recinzione metallica forse rimossa ai tempi della Grande Guerra o delle Sanzioni quando i metalli vennero spesso recuperati per usi bellici.

Sui lati sono posti dei bassorilievi che, con efficaci immagini, ripercorrono i momenti principali delle celeberrime giornate, tra cui i primi tumulti nell’odierna piazzetta Speri, i combattimenti a Porta Torrelunga, il martirio dei ribelli catturati e giustiziati dal nemico ed infine le loro esequie.

Al di sopra s’erge una figura femminile che, tipicamente, rappresenta l’Italia.

Tra questa figura e la base sono posti ai lati gli stemmi della città e di fronte si può leggere: “Al popolo insorto contro l’austriaca tirannide” e sul retro il ricordo di Vittorio Emanuele II e del suo regalo al popolo bresciano. Solenne omaggio della Real Casa d’Italia alla città.

Quell’angolo di piazza della Loggia divenne subito un punto di riferimento per i patrioti e per tutta la cittadinanza tanto che proprio lì si tennero diverse commemorazioni:

La commemorazione di Brescia delle gloriose Dieci Giornate. Brescia, lunedì sera. L'ottantaseiesimo anniversario delle gloriose «Dieci giornate» è stato celebrato ieri con rito austero nella storica Piazza della Loggia, davanti al monumento donato da Vittorio Emanuele II a Brescia eroica «ad onorarne l'immortale ardimento».

Presenti le autorità civili e militari, le gerarchie fasciste, associazioni militari e patriottiche e una corona di popolo, dopo la deposizione di una corona sul monumento, il generale comandante la Divisione ha assegnato i premi della fondazione «Brescia» ai militari distintisi per disciplina e volontà.

Altre corone sono state deposte al cimitero sull'Ara del Martiri del 1849.

La commemorazione si è chiusa con la conferenza Nibbi sugli aspetti militari e politici delle nostre conquiste coloniali. (2)

Ancora oggi, dunque, il bel monumento si erge nel cuore della città ed accoglie i turisti con il suo sguardo marmoreo così da ricordar loro quali pagine di storia gloriosa furono scritte in quei vicoli ed in quelle piazze dalle coraggiose genti bresciane.

Alessandro Mella

 

NOTE

1) «D'un de' tuoi monti fertili di spade, Niobe guerriera de le mie contrade, Leonessa d'Italia, Brescia grande e infelice.»

(Aleardo Aleardi, Canti Patrii, 1857)

«Lieta del fato Brescia raccolsemi, Brescia la forte, Brescia la ferrea, Brescia leonessa d'Italia beverata nel sangue nemico.» (Giosuè Carducci, Alla Vittoria, vv.37-40, 14 - 16 maggio 1877, Odi barbare).

2) La Stampa, 84, Anno LIX, 8 aprile 1935, p. 4.

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Articolo pubblicato il 06/04/2022