Le pennellate di Giovanni Fattori

Alla Galleria d’Arte Moderna di Torino (di Alessandro Mella)

«Quando all’arte si leva il verismo che resta? Il verismo porta lo studio accurato della Società presente, il verismo mostra le piaghe da cui è afflitta, il verismo manderà alla posterità i nostri costumi e le nostre abitudini» (Giovanni Fattori)

 

Quanto ci sono mancati i musei negli anni difficili della pandemia?

Molto, moltissimo, perché per tanti di noi trovarsi di fronte alla bellezza, alla storia ed all’arte è linfa vitale. E quindi la “ripartenza” non poteva che avvenire alla luce dei colori di cui sono pieni i musei italiani.

La Galleria d’Arte Moderna ha voluto stuzzicare i nostri sogni con una bella mostra dedicata a Giovanni Fattori, iniziata il 14 ottobre scorso ed ormai prossima a concludersi il 20 marzo.

Tornare alla Gam, dopo tanto tempo e non ho paura a confessarlo, è stata una grande emozione. Un vero senso di rinascita e di pacificazione dell’anima di fronte a tante privazioni subite.

La mostra dedicata a Giovanni Fattori è legata strettamente a quella sui macchiaioli che si tenne nel 2018 ed affonda le sue radici nella storia della pittura ottocentesca che tante prodigiose opere produsse nel nostro paese.

Del Fattori la carriera viene ripercorsa attraverso sessanta opere che permettono di scoprirne anche la partecipazione alle esposizioni torinesi del tempo. Dipinti che provengono tanto dalla Gam quando dal Museo Civico Giovanni Fattori di Livorno, dall’Istituto Matteucci di Firenze e da Palazzo Pitti.

Fattori è un “fotografo pittorico” e le sue opere rispecchiano la sua passione per la verità così come colta dai suoi occhi e fissata su tavola o tela dal suo abile pennello.

Colpisce la bellezza delle scene risorgimentali da lui immortalate con le truppe francosabaude alla Seconda Guerra d’Indipendenza o la magnifica rappresentazione dell’entrata di Garibaldi a Palermo.

I soldati piemontesi nella sua “Posta militare al campo” sembrano quasi vivi, così rilassati tra le tende del bivacco.

Anche i cavalli sembrano quasi smuovere le code in “Linea di battaglia” del 1884.

Con facilità Fattori passa dall’arte “militare” ai paesaggi bucolici e rurali della Toscana tra campi, butteri e bovi la cui immagine riporta la mente alle odi carducciane.

Che meraviglia sarebbe osservare queste opere con, in sottofondo, versi dei grandi poeti coevi!

In ogni caso la mostra, la cui visita si consiglia vivamente, rappresenta davvero una perla magnifica nel panorama culturale torinese.

La nostra bella “capitale”, del resto, ha proprio il pregio di proporre spessissimo mostre periodiche di altissima levatura.

Una ricchezza e vivacità di cui possiamo essere ben orgogliosi ma soprattutto grati!

Alessandro Mella

(Foto dell’Autore e di Karen Giacobino).

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Articolo pubblicato il 13/03/2022