Da Perugia all'Italia

La parabola politica e militare del generale Cherubini (di Alessandro Mella)

Tanti personaggi hanno dato un contributo all’unificazione, anche morale e sociale, d’Italia con impegno, coraggio e zelo. Ognuno di loro, a modo suo, ha scritto pagine di storia di fondamentale importanza così come fece Claudio Cherubini.

Egli nacque a Deruta, in provincia di Perugia, il 30 settembre 1839, suddito del sommo pontefice Pio IX e dello Stato della Chiesa.

Assai giovane, complici i fermenti ideali del Risorgimento, si arruolò nel nascente Regio Esercito Italiano nel 1861, nominato sottotenente d’artiglieria, laureandosi contemporaneamente in ingegneria. (1)

Prese parte alla Terza Guerra d’Indipendenza combattendo valorosamente e distinguendosi ovunque il suo intervento si rese necessario ed in particolare nei combattimenti di Borgoforte.

Tecnico vivace e brillante assunse il comando dei principali polverifici ed arsenali italiani, tra cui quello celeberrimo di Terni. Fu anche docente all’Accademia di Modena ed alla Scuola d’Applicazione d’Artiglieria di Torino.

Il suo più grande successo tecnico, tuttavia, venne nel 1877 quando ideò un innovativo sistema di carte topografiche a rilievo per uso militare. L’efficacia di questo innovativo modo di raffigurare i territori e la morfologia riscosse grande successo e fu assai gradito anche ad Umberto I da poco asceso al trono dopo la morte del compianto genitore:

 

Dono reale. Il capitano Cherubini autore di una grande Pianta topografica in rilievo dell'Italia, spedita all'Esposizione universale di Parigi, avendola precedentemente dedicata S. M. il re Umberto, riceveva in prova della sovrana soddisfazione un remontoir d'oro colle cifre reali in brillanti. (2)

Questa sua perizia tecnica lo rese componente di molte importanti commissioni e gli valse una carriera assolutamente lusinghiera nel corso della quale meritò la Palme Academique francese, la commenda dell’Aquila Rossa prussiana e la commenda dell’Ordine di Danilo I del Montenegro.

Nel suo medagliere, poi, si aggiungevano la medaglia per le Campagne d’Indipendenza, dell’Unità d’Italia e la Croce d’Anzianità di Servizio.

Caro anche a Casa Savoia, raggiunge i gradi di ufficiale dell’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro e di commendatore dell’Ordine della Corona d’Italia. (3)

Raggiunti i limiti di età venne posto in congedo con il grado di colonnello ma le cronache del tempo ci lasciano presumere che venne successivamente promosso, fuori ruolo o nella riserva, al grado di generale di brigata.

Sentendosi ancora pieno di vigore, e volendo dare ancora un contributo alla patria appena nata, si dedicò alla politica ed amministrazione pubblica locale quale consigliere comunale nella natia Deruta. Raggiunse anche il ruolo di consigliere provinciale che gli permise di occuparsi moltissimo della sua amata Umbria e del suo sviluppo.

Ormai avanti con gli anni, ma sempre forte nello spirito, volle far sentire la sua voce quando il governo di Giovanni Giolitti si impegnò nella guerra italo-turca in Libia e Cirenaica:

 

Il commovente saluto di un vecchio generale. Roma, 27, notte. A Perugia il generale Claudio Cherubini, nonostante la sua malferma salute, ha voluto partecipare alla seduta del Consiglio Comunale e in mezzo ai più profondo silenzio, con voce commossa egli è sorto a parlare dal suo scanno: «Oggi che la spedizione Tripolina - disse - non è più un dubbio, a noi rappresentanti di questo Comune che ha segnato da tempo date memorabili nella storia del patrio risorgimento, sia dato quali interpreti del sentimento della cittadinanza, di inviare un fraterno saluto ed un augurio ai nostri soldati i quali sotto la stessa bandiera che io vidi vittoriosa a Palestro, a Solferino e trionfante nell'ultimo cimento sulla breccia dì Porta Pia, sono per salpare verso la spiaggia tripolina.

Colleghi, vi invito a gridare con me: «Viva l'esercito italiano, Viva il tricolore sulle terre africane». Scoppiò un nutritissimo applauso.

Fra entusiastiche acclamazioni, il sindaco conte Valentini assicurò il generale Cherubini che tutti i collegi sono concordi nei più santi ideali di patria e che il caldo saluto, assume maggiore importanza per la persona che se ne è resa interprete, sarà comunicato senz'altro al Capo dello Stato. (4)

 

Purtroppo, il glorioso ed impavido veterano non fece a tempo a vedere l’esito vittorioso di quel conflitto perché si spense, mesi prima della sua conclusione, il 7 gennaio 1912:

 

La morte del generale Cherubini. Roma, 7, notte. Il Corriere d'Italia ha da Perugia che è morto colà il generale Claudio Cherubini. (5)

Successivamente l’amministrazione locale della sua amata Deruta volle ricordarlo con un’effige che ancora oggi si può vedere in via Umberto I e che ne ricorda le gesta e le glorie con queste parole:

 

XXX SETTEMBRE MDCCCXXXIX                     XII GENNAIO MDCCCCXII

 

VOLONTÁ TENACE ATTIVITÁ INSTANCABILE

IL GENERALE CLAUDIO CHERUBINI

SOLDATO DELL’INDIPENDENZA CITTADINO ESEMPLARE

IL CULTO DELLA FAMIGLIA FUSE CON QUELLO DELLA PATRIA

MAESTRO IN SCIENZE GEOGRAFICHE INGEGNERE VALENTE

INSEGNÓ ALL’ACCADEMIA MILITARE DI TORINO FU ALLA DIREZIONE D’ARTIGLIERIA

RESSE LA FABBRICA D’ARMI DI TERNI E IL POLVERIFICIO DI FONTANA LIRI PUBBLICÓ

LAVORI DIVERSI E PREMIATI IDEÓ E REALIZZÓ LA FERROVIA CENTRALE UMBRA COPRÍ ALTI UFFICI PUBBLICI

 

DERUTA

CHE EGLI AMÓ CON AFFETTO COSTANTE DI FIGLIO

ORGOGLIOSA LO RICORDA ALLE SUE NUOVE GENERAZIONI

XIV AGOSTO MCMXXI

 

La memoria di figure come il Cherubini merita di essere difese e trasmesse al futuro perché siano d’esempio per le moderne generazioni spesso così smarrite di fronte alle grandi sfide dell’avvenire.

Alessandro Mella

 

 

NOTE

1) La Tribuna Illustrata, 8, Anno XX, 25 febbraio – 3 marzo 1912, p. 118.

2) Gazzetta Piemontese, 156, Anno XL, 7 giugno 1878, p. 2.

3) Nel caso dell’Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro la nomina a cavaliere fu del febbraio 1882 come riportato sulla Gazzetta Ufficiale del Regno, 35, 10 febbraio 1882, p. 617. Fu poi promosso ad ufficiale come da Gazzetta Ufficiale del Regno, 87, 13 aprile 1900, p. 1459. La commenda della Corona d’Italia è confermata, oltre che dall’evidenza fotografica, dal Bollettino Ufficiale delle Nomine – Ministero della Guerra – Giornale Militare Ufficiale, 1, 5 gennaio 1901, p. 170.

4) La Stampa, 269, Anno XLV, 28 settembre 1911, p. 6.

5) Ibid., 8, Anno XLVI, 8 gennaio 1912, p. 2.

Stampa solo il testo dell'articolo Stampa l'articolo con le immagini

Articolo pubblicato il 21/02/2022