Don Roberto Repole è il nuovo Arcivescovo di Torino e Vescovo di Susa

E' un teologo, attualmente Direttore della sezione parallela di Torino della Facoltà Teologica

Da alcune settimane, avendo l’arcivescovo Nosiglia ormai superato la prorogatio di due anni, concessagli dal Papa, circolavano i nomi, poi smentiti, dei possibili candidati a succedergli alla Cattedra di San Massimo.

Ieri alle 12, al Santuario della Consolata, tanto caro alla devozione dei torinesi, l’arcivescovo Nosiglia, in concomitanza con il comunicato ufficializzato dalla Santa Sede, ha annunciato la notizia della nomina papale, che  si era diffusa in città sin da giovedì sera. Il canonico professor Roberto Repole è il nuovo arcivescovo di Torino e vescovo di Susa.

Così monsignor Nosiglia: “Sono lieto di questa nomina anche perché viviamo un periodo delicato e importante che riguarda non solo la diocesi di Torino e Susa ma l’intera Chiesa, e quella italiana in particolare. Mi riferisco all’avvio del Sinodo che caratterizzerà questi prossimi anni ed è iniziato ufficialmente nelle nostre diocesi il 17 ottobre scorso con le solenni celebrazioni nel santuario della Consolata di Torino e nel santuario della Madonna del Rocciamelone a Susa.

Da parte mia assicuro a don Roberto la mia piena disponibilità a sostenerne il ministero senza alcuna interferenza”.

In seguito alla designazione del nuovo Arcivescovo di Torino, nominato anche Vescovo di Susa, nella persona del can. Roberto Repole; sarà necessario qualche tempo perché lo stesso sia consacrato Vescovo e prenda possesso canonico delle Diocesi a lui affidate, e va assicurata la funzionalità, pastorale e giuridica, della comunità diocesana e dei suoi organismi.

Il Santo Padre ha nominato contestualmente  mons. Cesare Nosiglia Amministratore Apostolico, attribuendogli i diritti, le facoltà, i compiti che spettano al Vescovo diocesano.

Egli, pertanto, continuerà nell’esercizio di tali funzioni, fatti salvi i limiti propri della sede vacante.

“In attesa dell' ordinazione episcopale di don Roberto, prosegue Nosiglia, io svolgerò il compito di amministratore apostolico per Torino e Susa. Oggi saluto con affetto don Roberto e sono certo che il suo ministero e azione pastorale darà un ulteriore impulso alle nostre Diocesi di Torino e Susa supplendo ad ogni mia mancanza, con l’apporto del clero, dei religiosi e religiose e dei laici, per svolgere con impegno il cammino sinodale in atto e ogni altro importante rinnovamento delle due diocesi in vista della loro unità sempre più necessaria”.

In conclusione del suo intervento, l’arcivescovo Nosiglia ha voluto rivolgere un pensiero e l’assicurazione che continuerà a seguire le vicende dei lavoratori ex Embraco e dei poveri (in particolare senza dimora, immigrati o rom) con la massima cura.

Don Roberto Repole  è nato a Torino nel 1967 ed è prete della stessa Diocesi. Docente di teologia sistematica (in particolare ecclesiologia e ministero ordinato) presso la Facoltà Teologica dell'Italia settentrionale-sezione di Torino, l'Istituto superiore di scienze religiose e il biennio di specializzazione in teologia morale speciale, e alla Licenza nella sede centrale di Milano.

Ha conseguito la maturità classica presso il liceo Valsalice di Torino (1986), il baccalaureato in teologia presso la Facoltà di Torino (1992), la licenza (1998) ed il dottorato in teologia sistematica (2001) presso la pontificia Università Gregoriana in Roma.

E' stato Presidente dell'Associazione Teologica Italiana dal 2011 al 2019. Collabora con numerose riviste scientifiche. E' attualmente Direttore della sezione parallela di Torino della Facoltà Teologica dell'Italia settentrionale. Don Repole è autore di prestigiose pubblicazioni e studi teologici diffusi ed editi in Italia ed all’estero.

Alla comunicazione della nomina alla Consolata era presente anche don Repole che ha rivolto ai fedeli presenti un messaggio di saluto:

“Carissime sorelle e carissimi fratelli, tutti: religiose e religiosi, laiche e laici, diaconi e presbiteri.

Come potete anche solo immaginare, ho il cuore colmo di emozione e all’interno c’è un guazzabuglio di sentimenti. Vi è certamente una profonda e intensa gratitudine al Signore, che mi invita ancora una volta e in maniera sempre più radicale alla sua sequela e al dono di me; e al carissimo papa Francesco, che mi ha scelto con un atto di grandissima fiducia. Ma confesso anche che in questi giorni ho dovuto combattere con l’ansia, sempre frutto del Nemico quando ci separa da Cristo e dai fratelli e ci fa sentire soli.

Al di sotto però delle onde di superficie, se scendo nel profondo, laddove lo Spirito Santo mi abita, trovo una pace profonda”.

 

“Mi consola, infine, sapere, prosegue don Repole, che come cristiani non siamo certamente una potenza, né dobbiamo esserlo. Non abbiamo da offrire a queste nostre città nulla di tutto ciò che esse possono trovare già altrove e in abbondanza. Possiamo offrire, però, quello che nella nostra povertà Cristo ha deposto e depone continuamente in noi: la straripante bellezza del Vangelo, che può generare senso di vita per i più giovani, sollievo e compagnia per i più anziani, vicinanza e cura per i malati, accoglienza ospitale per tutti i poveri e gli emarginati”.

 

Con questi sentimenti, conclude il neo Arcivescono, "ringrazio ancora di cuore il Santo Padre, e ringrazio l’arcivescovo Cesare Nosiglia, per tutto l’ impegno che ha profuso e quello che ancora deve offrire per qualche mese (senza mettere limiti per il prosieguo). Ci affidiamo tutti alla Vergine Consolata, perché continui a suggerirci quello che Cristo ci chiede.

 

Vi voglio bene, confido tantissimo nel vostro bene e nella misericordia che ci useremo gli uni gli altri. Grazie di cuore”!

 

 

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Articolo pubblicato il 20/02/2022