Un suggestivo scorcio di Padova

Il Palazzo della Ragione (di Alessandro Mella)

Passeggiando per Padova, città incantevole in ogni suo angolo, giunti in piazza delle Erbe, si incontra un meraviglioso e suggestivo porticato con una lunga storia secolare. Icona dei fasti e del passato glorioso di questa città veneta ed italiana. Ricca di arte, storia e cultura. La struttura ha dimensioni davvero importanti:

 

Il Palazzo della Ragione, il tribunale ove si svolgevano i processi, quando Padova obbediva ai Carrara, Misura m. 81,52 in lunghezza, in. 27,16 in larghezza, m. 14 in altezza, capace di 15 mila persone. In quest’aula Padova, autorità e cittadini, ha umiliato le supreme onoranze al Legato Pontificio, inviato per le feste Centenarie (…). Dal balcone ci viene pure mostrato l ’orologio, genialissima concezione, che segna i minuti, le ore, i giorni, le settimane, ecc. (1)

 

Il Salòn, in particolare, colpisce per la grandezza di quest’antica sede dei tribunali e di pubblici uffici la cui edificazione iniziò addirittura nel 1218 al tempo del libero comune di Padova retto dal podestà Giovanni Rusconi.

Lavori che vennero avviati su un sito già occupato in precedenza da altre strutture, forse fin dall’epoca romana quando probabilmente vi sorgeva il Foro cittadino.

Secondo alcuni il piano inferiore dell’edificio potrebbe esser stato preesistente e collocabile addirittura al 1166. Originariamente il gigantesco salone era diviso in tre ambienti ma la sua unificazione in contesto unico fu realizzata da Frà Giovanni degli Eremitani tra il 1306 ed il 1308.

Allo stesso periodo risalgono la realizzazione della forma odierna e della volta in legno a due calotte, del porticato e delle logge con la copertura delle scale d’ingresso. Le stesse presero nome dalle attività del mercato antistante prendendo così l’identificazione di Scala degli uccelli - Scala degli osei al Volto della Corda, dei ferri lavorati, in Piazza delle Erbe, Scala del vino, sempre in Piazza delle Erbe, e delle frutta nell'omonima piazza.

Dopo queste operazioni di rivisitazione strutturale vennero affidati al celeberrimo Giotto i lavori di decoro ma la sua opera andò perduta con l’incendio del 1420.

Un nuovo ciclo d’affreschi venne realizzato, quindi, da Nicolò Miretto coadiuvato da Stefano da Ferrara. Vennero così riprodotti, in 333 riquadri, i cicli astrologici studiati da Pietro D’Albano.

Drammatico fu il nubifragio che il 17 agosto 1756 devastò il tetto del Palazzo scoperchiando la struttura.

Grandi lavori furono subito disposti per poterne ripristinare le funzionalità grazie all’opera prodigiosa di Bartolomeo Ferracina da Venezia. Dopo questo intenso e non rimandabile restauro fu possibile riprendere le attività che qui ebbero sede per tutta la dominazione veneziana e che cessarono solo con il trasferimento dei tribunali nel 1797.

Fu allora che l’imponente e meraviglioso edificio iniziò a diventare sede di festeggiamenti e cerimonie, vetrina d’onore della municipalità padovana.

Addirittura, vi furono accolti con gran pompa i reduci della guerra italo-turca del 1911 e 1912:

 

Padova, 13. notte. La cittadinanza ha fatto una entusiastica accoglienza alla squadra della «Croce Rossa» ritornata da Tripoli. Numerose rappresentanze con le musiche ne attesero l'arrivo alla stazione; indi si formò un corteo che accompagnò i militi, tra grandi acclamazioni, fino al Palazzo della Ragione, dove il Sindaco portò il saluto della città, ai reduci di Africa. (2)

Il terribile evento atmosferico del 1756, comunque, non fu il solo a mettere in pericolo la sopravvivenza di questo splendido esempio d’architettura medievale.

Le due guerre mondiali esposero seriamente il palazzo al pericolo che proveniva dal cielo come quando nel 1917, alla vigilia del Capodanno, i velivoli austriaci partiti da Conegliano si recarono su Padova per bombardarla ed un ordigno asburgico cadde proprio nei pressi del Palazzo:

 

L’altra (bomba nda) cadde poco dopo in piazza delle Erbe, a pochi metri dallo storico Palazzo della Ragione, producendo una grande buca nel suolo da cui si dipartirono a raggera le schegge. (3)

Peggiori furono i pericoli corsi nella guerra successiva quando le incursioni aree non furono più un evento sporadico ed eccezionale ma una sorta di dolorosa quotidianità su tutta l’Italia.

Nella Padova già provata dalle devastazioni, dall’occupazione tedesca, dalle privazioni del conflitto, vennero ancora pericoli e paura dai cieli:

 

Il Palazzo della Ragione danneggiato a Padova. Padova, 27 marzo. Nella notte sul 24, aerei nemici hanno compiuto la sesta incursione su Padova.

Durante il bombardamento sono stati lanciati numerosi spezzoni incendiari e bombe dirompenti di grosso calibro.

Risultano colpite numerose case di abitazione del centro. La chiesa del Carmine è stata colpita da una bomba e gravemente danneggiata. Una bomba ha colpito al centro il tetto del Palazzo della Ragione. (4)

Per fortuna guerre e bizze metereologiche scalfirono solo in minima misura la grandezza di questo edificio che ancora oggi sorge nel centro di questa bella città. Pronto ad accogliere i turisti desiderosi di scoprirne i colori, i dipinti, le immense bellezze e le storie secolari che contiene tra le sue mura antiche e gloriose.

Alessandro Mella

 

NOTE

1) Unione Monregalese, 30, Anno XXXIV, 23 luglio 1932, p. 1.

2) La Stampa,13, Anno XLVI, 13 gennaio 1912, p. 2.

3) Ibid., Numero illeggibile, Anno LI, 31 dicembre 1917, p. 1.

4) Ibid., 88, Anno LXXVIII, 28 marzo 1944, p. 1.

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Articolo pubblicato il 16/02/2022