Politica debole, tenuta istituzionale a rischio

L'Opinione di Luigi Cabrino

Non servono fini politologi e nemmeno le dichiarazioni di rito delle segreterie di partito per capire che dall’elezione del Presidente della Repubblica il centro-destra, ammesso che ci sia ancora, sia uscito con le ossa rotte.

Prima della veloce convergenza sulla rielezione di Mattarella, che alla fine accontenta tutti o quasi, sono stati compiuti errori davvero grossolani.

Mentre era in pista la candidatura di Berlusconi è stato tutto un susseguirsi di dichiarazioni contrastanti che già avevano fatto intuire la mancanza di una strategia; e si noti che Berlusconi ha taciuto fino alla comunicazione di rinuncia, ben sapendo che la storia delle elezioni presidenziali in Italia premia il silenzio piuttosto che la sovraesposizione mediatica.

Si è proseguito con la comunicazione in conferenza stampa della “rosa” di tre nomi – Moratti, Pera e Nordio – tutti assolutamente di alto profilo, ma comunicarli alla stampa prima di averne informato la controparte parlamentare, da momento che la maggioranza era solo relativa e non assoluta, quindi insufficiente, è stato il modo migliore per bruciarli.

Poi c’è stato il primo smarcamento dei Fratelli d’Italia che non hanno votato scheda bianca ma il loro Crosetto, iniziando a minare l’unità della coalizione e mandando un messaggio di debolezza chiarissimo.

Nelle successive votazioni l’ordine di astensione anziché di scheda bianca, per evitare brutte sorprese, ha dato un altro segnale di debolezza e di scarsa presa dei leader sui gruppi parlamentari.

Infine l’autentico suicidio; si è mandata allo sbaraglio, senza confronto previo con i gruppi di centrosinistra, di cui comunque servivano i voti, niente meno che la seconda carica dello stato, la presidente del Senato Casellati, ovviamente rifiutata dalla sinistra perché non coinvolta nella scelta e mandata a schiantarsi con l’umiliazione di un appoggio nemmeno totale da parte del centro-destra.

Per non parlare dell’ipotesi, per fortuna subito tramontata, di eleggere l’ottima Belloni, diplomatica di lungo corso ma che da quasi un anno è ai vertici dei servizi segreti; un passaggio diretto da quella posizione a quella di capo dello stato non l’ha fatto nemmeno Putin, che comunque pur essendo stato tenente colonnello dei servizi russi non ne era capo supremo, dalla sua uscita dai servizi alla presidenza russa ha fatto passare un po’ di tempo e, cosa non da poco, è stato eletto direttamente dal suo popolo.

La sola soluzione è stata la rielezione di Mattarella, a cui si è opposta la Meloni, che però è stata responsabile al pari di tutti gli altri segretari della coalizione dei passi falsi precedenti.

Spiace dar ragione a Renzi che accusa il cemtrodestra di aver fatto dell’elezione dell’inquilino del Quirinale una specie di X- factor, ma non si devono tirare fuori nomi su nomi , così si bruciano soltanto e si dimostra debolezza.

Oltre alla tenuta dei partiti del centrodestra, tema di cui dovranno occuparsi le segreterie ma su cui c’è ben poco da sperare, visto che gli yes man sono tantissimi attorno ai leader, c’è un tema più grande ed urgente da affrontare che è quello della tenuta istituzionale.

La nostra Costituzione, con i suoi pesi e contrappesi, è stata studiata e voluta apposta per eliminare il rischio del ritorno di uomini soli al comando, di uomini indispensabili; e c’è da capirlo, visto che è stata scritta appena usciti dalla guerra e dal ventennio fascista.

Le massime cariche dello stato non hanno un potere assoluto e sono l’una argine dell’atra con il Parlamento che dà o toglie la fiducia al governo incaricato dal Presidente della Repubblica, a sua volta eletto dal Parlamento; insomma, tutti utili ma nessuno indispensabile e soprattutto nessuno che strabordi nell’esercizio del potere.

Tutto questo è saltato, il Presidente del Consiglio e il Presidente della Repubblica sono diventati assolutamente indispensabili, se cade uno cade tutto.

Fortunatamente stiamo parlando di persone serie, di altissimo profilo e rispettate in tutta Europa e oltre, al di là dell’apprezzamento politico che si può avere o meno nei loro confronti; ma se domani la persona che diventa assolutamente indispensabile fosse qualcuno di meno raccomandabile?

 

Luigi Cabrino

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Articolo pubblicato il 03/02/2022