Tubercolosi ennesimo regalo dell’immigrazione
L'ospedale Amedeo di Savoia di Torino

Da Stefano Saija la critica di Forza Nuova alla "invasione immigratoria"

"Come riportato dai media nell’ultimo periodo, a Torino è ricomparsa la tubercolosi. Non si tratta di un problema solo torinese ma di tutte le grandi città, a cominciare da Roma, dove i casi si moltiplicano in numero allarmante. Per non parlare delle grandi metropoli multietniche come Londra".

 

Così dice Stefano Saija, dirigente di Forza Nuova, sul dilagare delle malattie infettive, nella fattispecie la TBC, sul territorio nazionale accusando chi ha permesso nel corso degli anni un flusso immigratorio incontrollato insistendo: 

 

"Si tratta dell’ennesimo regalo dell’invasione immigratoria che tutti i Governi degli ultimi vent’anni hanno promosso in modo più o meno esplicito; eppure sembra che non lo si voglia ancora capire, se giornalisti, politici e magistrati si preoccupano di non violare la privacy degli immigrati con la pretesa dei certificati medici, invece di pensare a tutelare la salute pubblica".

 

Saija rincara la dose affermando:

 

"L’unica discriminazione razzista è quella nei confronti degli italiani, che non solo sono obbligati alle vaccinazioni, ma sono tenuti a pagare per tutti quei servizi sanitari di cui gli immigrati, specie se clandestini, usufruiscono gratuitamente".

 

La situazione, che sarà oggetto di un prossimo Convegno organizzato dalla nostra testata giornalistica, è nota o almeno lo è tale per quello che viene concesso all'informazione dagli addetti ai lavori. Qualcosa da rivedere c'è sicuramente: l'importante è che lo si faccia presto prima che la situazione diventi ancor più incontrollabile.

 

Stefano Saija ha concluso dichiarando fermamente:

 

"Forza Nuova annuncia  fin da subito azioni in Comune e in Provincia per sapere se si intende fare qualcosa per bloccare l’espandersi dei casi, oppure se si preferisce lasciare che la tubercolosi si sviluppi, visto che può colpire chiunque in modo assolutamente non razzista e politicamente corretto".

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Articolo pubblicato il 22/01/2012