Quirinale: per il centrodestra ora o mai più

L'Opinione di Luigi Cabrino

Si avvicina l’elezione del nuovo Presidente della Repubblica e mai come in queste settimane si sono sprecati i nomi.

Questo è indice di cattivo gusto e scarsa sensibilità, nomi non se ne dovrebbero fare finchè non si convocheranno le camere in seduta comune coi delegati delle regioni; tuttavia è ovvio che i partiti facciano ragionamenti e prove di forza per vedere chi potrà giocare il ruolo di timoniere dell’elezione e chi dovrà accodarsi.

In tutto questo marasma di consultazioni telefoniche e incontri che dovrebbero essere riservati e invece vengono volutamente fatti conoscere ad una stampa che non aspetta altro, comunque, alcune considerazioni vanno fatte.

Il centrodestra per la prima volta dalla nascita della “seconda repubblica” nel 1994 si trova nella condizione di potere esprimere un Presidente vicino alla propria area.

La coalizione al completo non ha la maggioranza necessaria per eleggere il Presidente dopo le prime votazioni quando scenderà il quorum necessario, ma se si saprà coinvolgere un settantina di parlamentari si potrà avere un Presidente della Repubblica non organico alla sinistra.

La seconda repubblica nacque con la discesa in campo di Berlusconi nel 1994, dopo la tempesta di mani pulite che con un colpo di mano giudiziario fece sparire i grandi partiti di massa protagonisti della politica italiana dal dopoguerra, e Presidente in quegli anni era Scalfaro, democristiano conservatore che subito si convertì al progressismo per ostacolare i nuovi volti della politica, Berlusconi soprattutto; ci riuscì coordinando la caduta del primo governo di centrodestra.

Nel 1999 salì al Quirinale Ciampi, un “tecnico” già governatore della Banca d’Italia, presidente del Consiglio prima di Berlusconi, poi ministro con Prodi; non ha mai fatto mistero del fatto che durante tutti gli anni in Bankitalia ha militato nella CGIL, il che è tutto dire.

Nel 2006 gli successe Napolitano, storico dirigente del PCI, poi arrivò l’ottimo Mattarella, persona seria che ha saputo tenere il timone in questi anni burrascosi; va comunque ricordato che il nostro attuale Presidente, apprezzato da tutti, in Italia e all’estero, oltre ad essere un illustre costituzionalista ha un lungo percorso politico parlamentare e di governo nel centrosinistra.

Pare proprio che ci sia una legge non scritta per cui al Quirinale dee andare un uomo gradito alla sinistra.

A questo giro le cose potrebbero cambiare, Matteo Renzi, vero artefice nel 2015 dell’elezione di Mattarella, ha riconosciuto che a gennaio il centrodestra avrà un numero di grandi elettori superiore a quello che aveva la sua coalizione sette anni fa; allo stesso tempo ha osservato che, secondo lui, al centrodestra potrebbe mancare una strategia e potrebbe non avere torto.

I leader di Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia ricorderanno quanto siano stati ostacolati dai Presidenti della Repubblica nel corso di questi 28 anni; veri e propri interventi degli inquilini del Quirinale per fare cadere i governi di centrodestra forti del consenso popolare, da Scalfaro a Napolitano le entrate a gamba tesa non si contano.

Nel 2011 l’ultimo governo Berlusconi fu fatto cadere con una manovra di palazzo sulla spinta di speculazioni finanziarie sul debito pubblico senza che al Governo mancasse la maggioranza.

Per non parlare del rifiuto di Napolitano di firmare il decreto legislativo licenziato da quel governo sul federalismo fiscale che avrebbe portato un po’ di giustizia agli Enti Locali del Nord dissanguati da un residuo fiscale miliarario, tasse versate per miliardi che non tornavano - e non tornano - indietro sotto forma di servizi; pochi mesi dopo con Monti gli stessi Enti Locali si videro obbligati da una riforma costituzionale al raggiungimento dei parametri europei, il famoso patto di stabilità/stupidità.

 Il tutto benedetto da re Giorgio.

Quindi è bene che quando si apriranno le danze per l’elezione del Presidente della Repubblica i parlamentari del centrodestra si rinfreschino la memoria su tutti i danni che hanno avuto da inquilini deil Quirinale ostili e usino il peso politico e l’intelligenza per eleggere un Presidente non proveniente dal centrosinistra.

Un’occasione così non si sa se ricapiterà, se il centrodestra dovesse perdere  questa partita sarà ragionevole pensare che la coalizione, così come l’abbiamo conosciuta dal 1994 ad oggi non avrà più ragione di esistere.

 

Luigi Cabrino

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Articolo pubblicato il 26/12/2021